L’occupazione abusiva della cosa comune ed il risarcimento del danno
In materia di comunione, laddove sia provata l’utilizzazione da parte di uno dei comunisti della cosa comune in via esclusiva in modo da impedirne l’uso, anche potenziale, agli altri comproprietari, il danno deve ritenersi “in re ipsa”. Tuttavia, una volta escluso, in fatto, che l’occupazione, ancorché abusiva e protratta nel tempo, abbia effettivamente impedito agli altri condomini l’uso della area comune, deve, per l’effetto, necessariamente escludersi la sussistenza di un danno risarcibile.
(Cassazione Civile, ordinanza 10 gennaio 2019, n. 468)