Sì al parental control su cellulari e computer dei figli adolescenti

Tra i poteri-doveri che il codice civile, ma ancor prima la Costituzione all’art. 30, assegna ai genitori, vi è innanzitutto quello di educare i propri figli, e che dunque il controllo e l’imposizione del genitore non solo sono leciti, ma diventano doverosi ogni qual volta si tratti di impartire ai figli quantomeno quel minimo di disciplina comportamentale, conforme ai principi costituzionali e alle norme penali, indispensabile per una civile convivenza, sia all’interno della famiglia, sia al di fuori di essa; come pure quando ciò sia oggettivamente ed effettivamente giustificato dalla necessità di proteggere il figlio dal pericolo concreto di un serio pregiudizio. Oggi il web rappresenta una delle principali insidie per i minori, in quanto potenzialmente in grado di condurli ad abbracciare disvalori e a tenere condotte illegali e antisociali, così come di esporli a pericoli anche gravi per la loro incolumità psicofisica. Dunque, al fine di proteggere i minori da tali rischi, il genitore ha il potere e il dovere di controllare l’attività del figlio su internet e sui social, anche tramite l’attivazione di sistemi c.d. di parental control, e quindi di intervenire laddove si renda necessario.

(Tribunale di Parma, 5 agosto 2020, n. 698)