Deliberazioni condominiali e diritto del singolo condomino all'uso del bene comune
La deliberazione condominiale avente ad oggetto l'installazione di un ascensore inidoneo al raggiungimento dell'ultimo piano è affetta da nullità incidendo, da un lato, sul diritto del singolo (proprietario dell'ultimo piano) rispetto all'utilizzo di un bene comune (ascensore), impedendogli in tal modo un uso pieno del bene e, dall'altro, sul valore della proprietà esclusiva, per cui la relativa impugnazione non è soggetta al rispetto del termine di decadenza di trenta giorni di cui all'art. 1137 c.c..
(Cassazione Civile, 30 agosto 2019, n. 21909)
Sull’obbligo del liquidatore di procedere ad una corretta e fedele ricognizione dei debiti sociali e di pagarli nel rispetto delle cause legittime di prelazione
In tema di responsabilità del liquidatore nei confronti dei creditori sociali rimasti insoddisfatti dopo la cancellazione della società, ex art. 2495 c.c. comma 2, il conseguimento, nel bilancio finale di liquidazione, di un azzeramento della massa attiva non in grado di soddisfare un credito non appostato nel bilancio finale di liquidazione, ma comunque provato quanto alla sua sussistenza già nella fase di liquidazione, è fonte di responsabilità illimitata del liquidatore verso il creditore pretermesso, qualora sia allegato e dimostrato che la gestione operata dal liquidatore evidenzi l'esecuzione di pagamenti in spregio del principio della par conditio creditorum, nel rispetto delle cause legittime di prelazione ex art. 2741 c.c., comma 2. Pertanto, ove il patrimonio si sia rivelato insufficiente per soddisfare alcuni creditori sociali, il liquidatore, per liberarsi dalla responsabilità su di lui gravante in riferimento al dovere di svolgere un'ordinata gestione liquidatoria del patrimonio sociale destinato al pagamento dei debiti sociali, ha l'onere di allegare e dimostrare che l'intervenuto azzeramento della massa attiva tramite il pagamento dei debiti sociali non è riferibile a una condotta assunta in danno del diritto del singolo creditore di ricevere uguale trattamento rispetto ad altri creditori, salve le cause legittime di prelazione ex art. 2741, c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza 15 gennaio 2020, n. 521)
Possono coesistere il marchio preusato e quello successivamente registrato se il primo ha notorietà locale
La registrazione di un marchio confondibile con altro segno distintivo preusato con notorietà puramente locale non è invalida e dà luogo, nell'ambito in cui il segno precedente era usato, ad un duopolio o coesistenza del marchio registrato con il segno preusato.
(Cassazione Civile, ordinanza 27 dicembre 2019, n. 34531)
Trasfusione con sangue infetto: la mancata tracciabilità della sacca inchioda l’ospedale
È legittima la richiesta di risarcimento danni avanzata nei confronti della struttura sanitaria dalla persona che, a seguito di una trasfusione, ha contratto l’epatite B, qualora sia impossibile tracciare la sacca di sangue trasfusa. La mancata annotazione nella cartella clinica del referto di accompagnamento del centro emo-trasfusionale comporta una irregolarità nella tenuta della cartella stessa, cui può ricollegarsi l’affermazione di responsabilità della struttura.
(Cassazione Civile, ordinanza 17 gennaio 2020, n. 852)
Le azioni di responsabilità esperibili dal curatore nei confronti dei revisori contabili
Nell’azione di responsabilità esercitata dal curatore fallimentare ai sensi dell'art. 146 L.F., convogliano sia l'azione sociale di cui all'art. 2393 c.c., sia quella dei creditori sociali di cui all'art. 2394 c.c.; le due azioni si cumulano inscindibilmente e restano ciascuna assoggettata al regime che è loro proprio. Con riferimento agli organi di controllo, il secondo comma del summenzionato articolo usa una formulazione ampia; infatti, non vi è alcuna specificazione né dei soggetti destinatari dell’azione di responsabilità, né del tipo di controllo da questi esercitato. La norma non si riferisce unicamente all'organo di controllo interno alla società, ma anche ai revisori, in quanto soggetti cui è demandato il controllo contabile.
(Tribunale di Bologna, sez. impresa, 12 dicembre 2019, n. 2651)
La responsabilità del condominio ei locali comuni
Provata la presenza del secchio della spazzatura di tipo umido nell’androne condominiale, il condominio avrebbe dovuto dimostrare che la sostanza oleosa era presente da un lasso di tempo così breve da impedire un efficace intervento riparatore. Non dimostrando nulla, impossibile parlare di caso fortuito.
(Cassazione Civile, ordinanza 13 gennaio 2020, n. 342)
Determinazione del compenso dell’architetto e dell’ingegnere
Il compenso spettante ad un architetto o ad un ingegnere per le prestazioni rese parzialmente non può essere diminuito a causa del mancato completamento dell’incarico e nemmeno laddove sia intervenuta revoca da parte del committente (il professionista aveva presentato il progetto presso i competenti uffici comunali solo due giorni dopo l’entrata in vigore delle nuove norme urbanistiche che rendevano parzialmente impossibile il progetto, circostanza non imputabile al tecnico).
(Cassazione Civile, 14 gennaio 2020, n. 451)
Il creditore ammesso con riserva deve proporre opposizione allo stato passivo
Nella disciplina della legge fallimentare riformata dal d.lg. n. 5 del 2006, e del d.lg. n. 169 del 2007, se in sede di insinuazione allo stato passivo il creditore abbia chiesto l'ammissione del proprio credito puramente e semplicemente e sia stato ammesso con riserva, è configurabile una situazione di soccombenza che legittima il creditore a proporre opposizione immediata allo stato passivo nelle forme della l. fall., art. 98. Del pari, laddove il curatore o gli altri creditori intendano contestare l'ammissione, ancorché con riserva, di un altro creditore, sono legittimati (e sono tenuti) a proporre impugnazione immediata avverso detto provvedimento, senza attendere il decreto di cui alla l. fall., art. 113-bis.
(Cassazione Civile, 9 gennaio 2020, n. 268)
Obblighi di buona fede e correttezza contrattuale
In materia di responsabilità da fideiussione, gli obblighi di buona fede e correttezza contrattuale - da intendersi in senso oggettivo - impongono alla parte garantita di salvaguardare la posizione del proprio fideiussore, con la conseguenza che la loro violazione non consente l'esercizio di pretese nei confronti del garante, nella misura in cui la sua posizione sia stata aggravata dal garantito. (In applicazione del principio, la S.C. ha cassato la sentenza che aveva escluso la violazione delle clausole di correttezza e buona fede sul mero assunto che la scelta dell'appaltante garantito di pagare all'appaltatore il saldo finale, nonostante la presenza di vizi ed a fronte dell'impegno all'eliminazione degli stessi, non fosse censurabile sotto il profilo della colpa - non essendo l'inadempimento ancora divenuto definitivo -, laddove avrebbe dovuto invece considerare - sul piano oggettivo - l'idoneità della condotta a salvaguardare l'interesse del garante ovvero ad aggravarne la posizione).
(Cassazione Civile, ordinanza 12 dicembre 2019, n. 32478)
La morte del correntista non estingue il contratto di conto corrente bancario
Il contratto di conto corrente bancario non si estingue automaticamente per effetto del decesso del correntista, occorrendo a tal fine una espressa manifestazione di volontà da parte degli eredi. La banca è comunque chiamata ad un comportamento improntato a correttezza e buona fede nei confronti degli eredi.
(Arbitro Bancario e Finanziario, decisione 6 novembre 2019, n. 24360)