Il diritto alla provvigione sorge se l’affare è conseguenza dell’intermediazione

Il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell'affare sia in rapporto causale con l'attività intermediatrice, pur non richiedendosi che, tra l'attività del mediatore e la conclusione dell'affare, sussista un nesso eziologico diretto ed esclusivo, ed essendo, viceversa, sufficiente che, anche in presenza di un processo di formazione della volontà delle parti complesso ed articolato nel tempo, la "messa in relazione" delle stesse costituisca l'antecedente indispensabile per pervenire, attraverso fasi e vicende successive, alla conclusione del contratto.

(Cassazione civile, 26 agosto 2019, n. 21712)


Autodeterminazione del minore nei rapporti con il genitore

Il diritto di visita del genitore non collocatario e, quindi, il diritto a mantenere il legame con il proprio figlio non ha carattere assoluto e deve procedere avendo sempre come parametro principale di riferimento il superiore interesse del minore, da determinarsi avuto riguardo alle circostanze del caso concreto, quali anche la pregressa esistenza e consistenza dei rapporti familiari e l’età del figlio.

(Cassazione civile, 13 agosto 2019, n. 21341)


Indispensabile l'apparenza delle opere per la costituzione della servitù per destinazione del padre di famiglia

La prova della servitù per destinazione del padre di famiglia postula che, al momento in cui i due fondi cessano di appartenere ad unico proprietario, le opere destinate all'esercizio della servitù preesistano alla divisione o all'alienazione del fondo e siano state poste o lasciate nello stato dal quale risulta la servitù, ovvero in una situazione oggettiva di subordinazione o di servizio, che integri, de facto il contenuto della servitù; l'apparenza è indispensabile per poter ritenere costituita questa servitù e non la volontà dei condividenti, desumibile dall'atto negoziale, di asservire un fondo ad un altro fondo.

(Cassazione Civile, 4 luglio 2019, n. 18028)


Morte del ferito tra danno biologico temporaneo e danno non patrimoniale

La persona che, ferita, non muoia immediatamente, può acquistare e trasmettere agli eredi il diritto al risarcimento di due pregiudizi: il danno biologico temporaneo, che di norma sussisterà solo per sopravvivenze superiori alle 24 ore (tale essendo la durata minima, per convenzione medico-legale, di apprezzabilità dell'invalidità temporanea), che andrà accertato senza riguardo alla circostanza se la vittima sia rimasta cosciente; ed il danno non patrimoniale consistito nella formido mortis, che andrà accertato caso per caso, e potrà sussistere solo nel caso in cui la vittima abbia avuto la consapevolezza della propria sorte e della morte imminente.

(Cassazione Civile, 5 luglio 2019, n. 18056)


Compensazione in caso di negato imbarco, cancellazione del volo o ritardo prolungato

L' art.8 §. 2 Regolamento (CE) n. 261/2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato, deve essere interpretato nel senso che un passeggero che ha il diritto, a titolo della direttiva 90/314/CEE, concernente i viaggi, le vacanze ed i circuiti «tutto compreso», di rivolgersi al suo organizzatore di viaggi per ottenere il rimborso del suo biglietto aereo, non ha più la possibilità, di conseguenza, di chiedere il rimborso di tale biglietto al vettore aereo sulla base di detto regolamento, neanche qualora l'organizzatore di viaggi non sia economicamente in grado di effettuare il rimborso del biglietto e non abbia adottato alcuna misura per garantirlo.

(Corte di Giustizia UE, 10 luglio 2019, n. 163)


Quando il pagamento è nei termini dell’uso

Non può essere ritenuto nei “termini d’uso” il pagamento eseguito con un mezzo fisiologico ed ordinario ma non certamente nei tempi utilizzati nella concreta pregressa specifica attività commerciale.

(Tribunale di Milano, 2 luglio 2019, n. 6484)


La domanda di risarcimento danni del locatore (e di trattenuta del deposito) è riconvenzionale e quindi va tempestivamente formulata

Il diritto alla restituzione del deposito cauzionale sorge per effetto della cessazione del rapporto locativo e del rilascio dell'immobile locato, non richiedendo invece necessariamente, con rilievo condizionante, l'accertamento dell'insussistenza di danni ovvero della infondatezza di eventuali pretese risarcitorie del locatore; per converso l'esistenza di eventuali danni può solo essere dedotta a fondamento di domanda riconvenzionale risarcitoria, nel rispetto dei termini processuali dettati a pena di decadenza, ma non può invece la loro semplice allegazione considerarsi quale mera difesa volta a negare la sussistenza del fatto costitutivo del credito restitutorio.

(Cassazione Civile, 5 luglio 2019, n. 18069)


Non decade dal beneficio prima casa se l’immobile non è destinabile ad abitazione

Non è di ostacolo all'applicazione delle agevolazioni "prima casa" la circostanza che l'acquirente dell'immobile sia al contempo proprietario d'altro immobile (acquistato senza agevolazioni nel medesimo comune) che, per qualsiasi ragione sia inidoneo, per le ridotte dimensioni, ad essere destinato a sua abitazione.

(Cassazione Civile, 8 luglio 2019, n. 18091)


Interruzione della prescrizione in materia di vendita: basta la raccomandata

L' art. 1495, comma 3, c.c. deve essere interpretato nel senso che, al fine di interrompere la prescrizione in materia di diritto al risarcimento nell'ambito di un contratto di compravendita, non è necessario istaurare un giudizio, essendo sufficiente una manifestazione della volontà stragiudiziale in forma scritta.

(Cassazione Civile, Sezioni Unite, 11 luglio 2019, n. 18672)


Interruzione brutale delle trattative e risarcimento del danno

Nel valutare se sia applicabile la clausola generale dell’art. 1337 c.c., il giudice di merito, dopo aver individuato il comportamento della parte che si assume contrario ai doveri di correttezza, deve altresì considerare l'idoneità di tale comportamento ad ingenerare nella controparte l'idea di una rottura ingiustificata delle trattative, valutazione nella quale non si può prescindere dal comportamento tenuto dalla parte adempiente.

(Cassazione Civile, 12 luglio 2019, n. 18748)