No alla revocazione del testamento per sopravvenienza di un figlio se il de cuius ne aveva già altri quando lo ha redatto

Il testamento redatto dal "de cuius" che, al momento della sua predisposizione, già avesse figli, dei quali fosse nota l'esistenza, non è soggetto a revocazione per il caso di successiva sopravvenienza di un altro figlio, ex art. 687 c.c., attesa la natura eccezionale - e, dunque, non suscettibile di applicazione analogica o estensiva - di tale disposizione, che contempla la diversa ipotesi in cui il testamento sia stato predisposto da chi non aveva o ignorava di aver figli o discendenti. Non ogni mutamento della composizione del quadro familiare, quale la nascita di figli ulteriori può portare alla revocazione, ma solo quello che denoti, con la necessità anche di un richiamo alla ipotetica volontà del de cuius, legata alla preponderanza dell'affetto nei confronti dei figli, non ancora provato alla data cui risale il testamento, una situazione affatto diversa, e che possa appunto giustificare la revocazione.

(Cassazione Civile, ordinanza, 5 ottobre 2023, n. 28043)


I presupposti per fruire di una seconda opportunità di recesso nei contratti a distanza

Il diritto del consumatore di recedere da un contratto a distanza, nel caso della sottoscrizione di un abbonamento comportante un periodo iniziale gratuito e che, in assenza di risoluzione, è rinnovato automaticamente, è, in linea di principio, garantito una sola volta. Tuttavia, se, al momento della sottoscrizione dell'abbonamento, il consumatore non è stato informato in maniera chiara, comprensibile ed esplicita che, dopo il periodo iniziale gratuito, tale abbonamento diventa a pagamento, egli dovrà disporre di un nuovo diritto di recesso dopo tale periodo.

(Corte di Giustizia Europea, 5 ottobre 2023, n. 565)


Sacrificate occasioni lavorative o di crescita professionale: si all’assegno divorzile

Per ottenere l'attribuzione dell'assegno divorzile non è necessario che il coniuge abbia abbandonato il lavoro per dedicarsi esclusivamente alla cura dei suoi cari, assumendo rilievo il semplice sacrificio di attività lavorativa o di occasioni professionali come, ad esempio, la scelta di lavorare part time o quella di optare per un lavoro meno remunerativo rispetto a un altro, che però lascia più tempo per seguire nel quotidiano il coniuge, i figli e la casa, come pure la decisione di rinunciare, per gli stessi motivi, a promozioni, a nuovi incarichi o ad avanzamenti di carriera.

(Cassazione Civile, 4 ottobre 2023, n. 27945)


La cessione del credito risarcitorio all’assicuratore costituisce semplice mezzo di pagamento della prestazione professionale di carrozziere

Il credito da risarcimento del danno da sinistro stradale è suscettibile di cessione ai sensi degli artt. 1260 c.c. e segg., e il cessionario può, in base a tale titolo, domandarne anche giudizialmente il pagamento al debitore ceduto, pur se assicuratore per la r.c.a., costituendo la cessione non già un'operazione di finanziamento, bensì il mero mezzo di pagamento da parte del cedente della prestazione professionale di carrozziere, anche quando il cessionario assume vesti consortili.

(Cassazione Civile, 3 ottobre 2023, n. 27892)


Il divieto di contrarre matrimonio non si applica al beneficiario dell'amministrazione di sostegno

Colui che è sottoposto ad amministrazione di sostegno è pienamente capace in relazione agli atti per i quali non è prevista una specifica incapacità, e la sua condizione giuridica è differenziata da quella dell'interdetto, cosicché ne deve essere tenuta distinta la posizione, salvo nel caso in cui il giudice non compia una valutazione ad hoc in ordine alla necessità di assimilarne la tutela.

(Cassazione Civile, 2 ottobre 2023, n. 27691)


Perdita del rapporto parentale: il difetto di convivenza non costituisce elemento preclusivo della prova del danno

In tema di pregiudizio derivante dalla perdita o dalla lesione del rapporto parentale, anche in assenza di un rapporto di prossimità familiare d'indole 'nucleare', il difetto della convivenza con la vittima diretta non costituisce in alcun modo un elemento preclusivo della prova del danno, incombendo viceversa sul giudice di merito il compito di verificare, caso per caso, il complesso degli indici probatori eventualmente utilizzabili in relazione a ciascun singolo rapporto parentale dedotto (astenendosi dal riferimento a formule astratte o stereotipate), pur tenendo conto del principio in forza del quale, quanto più prossimo appare il grado formale della parentela, tanto meno rigoroso dovrà intendersi lo standard probatorio da soddisfare ai fini risarcitori.

(Cassazione Civile, 29 settembre 2023, n. 27658)


Mancato o inesatto inserimento del contatto dell'avvocato nell'elenco telefonico: si al risarcimento del danno

Il mancato o inesatto inserimento nell'elenco telefonico dei dati di contatto dell'avvocato rileva, non tanto per la possibilità di continuare ad essere contattati dai clienti, quanto per il fatto di non poter essere contattato dalla nuova clientela. In tali termini si configura un danno da perdita di chance, suscettibile di valutazione equitativa.

(Cassazione Civile, 29 settembre 2023, n. 27633)


Chi recede dalle trattative deve dimostrare che il recesso esula dai limiti della buona fede e correttezza

La responsabilità precontrattuale, derivante dalla violazione della regola di condotta posta dall'art. 1337 c.c. a tutela del corretto dipanarsi dell'iter formativo del negozio, costituisce una forma di responsabilità extracontrattuale, cui vanno applicate le relative regole in tema di distribuzione dell'onere della prova. Ne consegue che, qualora gli estremi del comportamento illecito siano integrati dal recesso ingiustificato di una parte, non grava su chi recede la prova che il proprio comportamento corrisponde ai canoni di buona fede e correttezza, ma incombe, viceversa, sull'altra parte l'onere di dimostrare che il recesso esula dai limiti della buona fede e correttezza postulati dalla norma de qua (fattispecie relativa ad una controversia relativa alla mancata stipula di un contratto di mutuo, nonostante le trattative fossero giunte ad uno stadio avanzato).

(Cassazione Civile, 25 settembre 2023, n. 27762)


Sul nesso causale tra la vaccinazioni e il verificarsi del danno alla salute

Il nesso causale tra la somministrazione vaccinale e il verificarsi del danno alla salute deve valutarsi secondo il criterio di ragionevole probabilità scientifica ispirato al principio del 'più probabile che non', da ancorarsi non esclusivamente alla determinazione quantitativo-statistica delle frequenze di classe di eventi (c.d. probabilità quantitativa), ma riconducendone il grado di fondatezza all'ambito degli elementi di conferma disponibili nel caso concreto (c.d. probabilità logica).

(Cassazione Civile, 25 settembre 2023, n. 27274)


La Provincia è responsabile per la mancata segnalazione di rischi insistenti anche su aree vicine alla strada

La circostanza che sulla sede stradale fosse presente un ostacolo proveniente da un'area esterna alla sede stradale non bastava di per sé ad escludere la responsabilità per custodia, ex art. 2051 c.c., dell'amministrazione comunale, salvo che questa non avesse provato il caso fortuito (nel caso di specie è stata conosciuta la corresponsabilità di un ente provinciale per il danno subito da una persona caduta in una buca, nascosta dall’erba alta, insistente su un’area della locale parrocchia, confinante con la strada provinciale).

(Cassazione Civile, 22 settembre 2023, n. 27137)