Estensione e limiti nell'uso del cortile condominiale
In tema di condominio di edifici, l'art 1102 c.c. sull'uso della cosa comune da parte di ciascun partecipante non pone alcun limite minimo di tempo e di spazio per l'operatività delle limitazioni del predetto uso, pertanto può costituire abuso anche l'occupazione per pochi minuti del cortile comune che impedisca agli altri condomini di partecipare al godimento dello spazio oggetto di comproprietà. (Nella specie, la S.C. ha confermato la decisione di merito che aveva vietato il parcheggio di motoveicoli nello spazio del cortile condominiale, prospiciente l'immobile di proprietà di uno dei condomini, senza dare rilievo alla sporadicità o saltuarietà delle soste, bastando che queste ostacolassero l'accesso a tale immobile).
(Cassazione Civile, 18 aprile 2019, n. 7618)
Responsabilità della banca per il pagamento dell’assegno a persona diversa dal legittimo portatore
Ai sensi dell'art. 43, comma 2, r.d. n. 1736/1933 (c.d. legge assegni), la banca negoziatrice chiamata a rispondere del danno derivato per errore nell'identificazione del legittimo portatore del titolo dal pagamento dell'assegno bancario, di traenza o circolare, munito di clausola di non trasferibilità a persona diversa dall'effettivo beneficiario, è ammessa a provare che l'inadempimento non le è imputabile, per avere assolto alla propria obbligazione con la diligenza richiesta dall'art. 1176, comma 2, c.c..
(Cassazione Civile, 20 maggio 2019, n. 13568)
Rapporto di conto corrente tra estratti, altre prove documentali ed argomenti di prova
Nei rapporti bancari in conto corrente, una volta esclusa la validità di talune pattuizioni relative agli interessi a carico del correntista, la rideterminazione del saldo del conto deve avvenire attraverso la produzione in giudizio dei relativi estratti a partire dalla data della sua apertura; non trattandosi tuttavia di prova legale esclusiva, all'individuazione del saldo finale possono concorrere anche altre prove documentali, nonché gli argomenti di prova desunti dalla condotta processuale tenuta del medesimo correntista (Nella specie la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza della corte d'appello, che aveva respinto integralmente la domanda della banca di condanna del correntista al pagamento del saldo passivo, in mancanza di un solo estratto conto relativo ad un periodo in cui il correntista aveva ammesso l'assenza di movimentazioni nel rapporto).
(Cassazione Civile, 4 aprile 2019, n. 9526)
Sindrome da allontanamento parentale ed onere di verifica
Se un genitore denuncia l'esistenza della PAS (sindrome da allontanamento parentale), non essendo detta patologia accertata definitivamente dalla scienza ufficiale, il giudice di merito deve verificarne attentamente l'esistenza, con i comuni mezzi di prova ed ascoltando il minore.
(Cassazione Civile, 16 maggio 2019, n. 13274)
Non solo i bilanci per la prova della non fallibilità
Ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità, sono ammissibili strumenti probatori alternativi al deposito dei bilanci degli ultimi tre esercizi di cui all'art. 15, comma 4, l. fall.: ciò che conta non è tanto la provenienza del documento dell’impresa, quanto la rappresentazione storica dei fatti e dei dati economici e patrimoniali dell’impresa medesima.
(Cassazione Civile, 15 aprile 2019, n. 10509)
Il testamento olografo redatto con caratteri in stampatello
L’abitualità e la normalità del carattere grafico adoperato non rientrano fra i requisiti formali del testamento olografo ai sensi dell’art. 602 c.c., benché assumano un pregnante valore probatorio nell'ottica dell’attribuzione della scheda al testatore. Pertanto, l’uso dello stampatello non può escludere di per sé l’autenticità della scrittura, pur se rappresenta, ove non sia giustificato dalle condizioni psico-fisiche o da abitudine del dichiarante o da altre contingenze, il cui esame è di esclusiva competenza del giudice di merito, un elemento significativo del quale tenere conto ai fini della valutazione di tale autenticità.
(Cassazione Civile, 5 dicembre 2018, n. 31457)
La P.A. risponde come il privato per i fatti del dipendente
Lo Stato o l’ente pubblico rispondono del danno subìto dal terzo per l’illecito del dipendente, anche quando agisce solo per scopi personali, estranei ai fini dell’amministrazione. La corresponsabilità scatta purché l’azione illecita sia legata da un nesso di occasionalità necessaria con le funzioni svolte dal dipendente infedele. E dunque se questa non sarebbe stata possibile senza l’esercizio del ruolo, per quanto svolto in modo illecito.
(Cassazione Civile, Sez. Unite, 16 maggio 2019, n. 13246)
Godimento del panorama ed alberi ad alto fusto posti a dimora nel giardino condominiale
Non può essere ordinata la rimozione degli alberi di alto fusto messi a dimora negli spazi esterni al condominio, se la clausola del contratto con cui i condomini avevano acquistato l’appartamento dalla società costruttrice del complesso condominiale prevedeva solo limiti di altezza per l’ulteriore palazzina da edificare nell'area condominiale.
(Cassazione Civile, ordinanza, 24 aprile 2019, n. 11224)
Danno cagionato da fauna selvatica e onere della prova
Quando le opere edilizie illegittime sono eseguite su un immobile concesso in usufrutto, il legittimato passivo all'azione di riduzione in ripristino ex art. 872 c.c. non è l’usufruttuario bensì il nudo proprietario, cui spetta il potere di intervento modificativo o additivo sul bene.In materia di danni cagionati da animali selvatici, è onere dell'attore dimostrare che il luogo del sinistro fosse all'epoca abitualmente frequentato da un numero eccessivo di esemplari tale da costituire un vero e proprio pericolo per le proprietà vicine, anche se adeguatamente protette, ovvero fosse stato teatro di precedenti incidenti, tali da allertare le autorità preposte sulla sussistenza di un concreto pericolo per l'uomo.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2019, n. 5722)
Nuda proprietà e legittimazione passiva all'azione di riduzione in ripristino
Quando le opere edilizie illegittime sono eseguite su un immobile concesso in usufrutto, il legittimato passivo all'azione di riduzione in ripristino ex art. 872 c.c. non è l’usufruttuario bensì il nudo proprietario, cui spetta il potere di intervento modificativo o additivo sul bene.
(Cassazione Civile, 19 febbraio 2019, n. 4829)