Sosta nell'area invalidi e omessa esposizione del contrassegno
Nell’ipotesi in cui il conducente sosti in un’area destinata a portatori di handicap (senza l’esposizione dell’apposito contrassegno), non perché sia personalmente titolare di tale beneficio, ma in quanto accompagnatore di un soggetto invalido, deve comprovare l’esistenza dell’autorizzazione in favore del soggetto accompagnato ed inoltre che il veicolo sia a servizio di quest’ultimo (ossia lo stato di necessità).
(Cassazione Civile, ordinanza, 13 maggio 2019 n. 12625)
Legittimazione del liquidatore a presentare istanza di fallimento in proprio
Il liquidatore di società a responsabilità limitata non può essere privato, ad opera dei soci, del potere-dovere di richiedere il fallimento della società che versi in stato di insolvenza, in quanto si tratta di una dichiarazione di scienza, peraltro doverosa, la cui omissione risulta penalmente sanzionata.
(Cassazione Civile, ordinanza 15 aprile 2019, n. 10523)
La procura alle liti di cui all'art. 83 C.p.C., sebbene sia un indizio del conferimento dell’incarico
La procura alle liti è un negozio unilaterale con il quale il difensore ha il potere di rappresentare la parte in giudizio. Il contratto di patrocinio è un mandato professionale con il quale il cliente conferisce incarico al proprio difensore di svolgere l’opera professionale. Data tale diversità, la procura alle liti non è indispensabile per la conclusione del contratto di patrocinio e il conferimento della procura alle liti non coincide con la conclusione del contratto di patrocinio. Il compenso professionale spetta al difensore che abbia concluso un contratto di patrocinio.
(Cassazione Civile, ordinanza 11 marzo 2019 n. 6905)
Azione di responsabilità contro l'amministratore di s.r.l.
Ove sia stata promossa, nei riguardi degli amministratori di una s.r.l. e su iniziativa d’un socio, l’azione sociale di responsabilità (per la reintegrazione del patrimonio sociale), e la società, nel corso del giudizio, sia stata cancellata d’ufficio dal Registro delle imprese (art. 2490 ultimo comma c.c.), trovano applicazione i principi statuiti in Cass. s.u. 6070, 6071 e 6072 del 2013; ne deriva che, se la società, che si professa titolare di un diritto di credito, si lascia cancellare d’ufficio dal Registro delle imprese nel corso del procedimento nel quale è in discussione proprio l’accertamento di un diritto di credito ancora illiquido, ciò è interpretabile come atto di rinuncia al predetto accertamento e all'eventuale diritto, sicché il tribunale deve dichiarare l’improcedibilità della domanda per cessata materia del contendere.
(Tribunale di Vicenza, 17 aprile 2019)
Macrolesioni al marito e prova del danno parentale alla moglie
Il danno non patrimoniale, consistente nella sofferenza morale patita dal prossimo congiunto di persona lesa in modo non lieve dall'altrui illecito, può essere dimostrato con ricorso alla prova presuntiva ed in riferimento a quanto ragionevolmente riferibile alla realtà dei rapporti di convivenza ed alla gravità delle ricadute della condotta.
(Cassazione Civile, ordinanza, 24 aprile 2019, n. 11212)
Perdita dell’assegnazione della casa coniugale
Posto che, ai fini dell’assegnazione della casa familiare in favore di un genitore, il figlio deve avere uno stabile collegamento con l’abitazione e deve risiedervi in maniera prevalente, la madre perde il diritto all'assegnazione della casa familiare anche se la figlia, trasferitasi all'estero, fa ritorno a casa con frequenza. In questo ultimo caso, infatti, si configura un rapporto di mera ospitalità.
(Cassazione Civile, ordinanza 6 maggio 2019, n. 11844)
Modifica della cosa comune ad opera del condomino ed alterazione del decoro architettonico del fabbricato
In tema di condominio, non può avere incidenza lesiva del decoro architettonico di un edificio un'opera modificativa compiuta da un condomino (il condomino aveva arbitrariamente aperto una finestra nel muro condominiale), quando sussista degrado di detto decoro a causa di preesistenti interventi modificativi di cui non sia stato preteso il ripristino.
(Cassazione Civile, 16 aprile 2019, n. 10583)
Il termine del diritto al rimborso della provvista da parte del richiedente l’emissione del titolo
A differenza di quanto previsto con riguardo all'assegno bancario, nel caso in cui un assegno circolare non sia stato effettivamente riscosso dal beneficiario, il diritto al rimborso della provvista da parte del richiedente l'emissione del titolo si prescrive nell'ordinario termine decennale, che decorre dal momento in cui esso può essere fatto valere, cioè dalla scadenza del termine di tre anni previsto dall'art. 84 del r.d. n. 1736 del 1934, entro cui si prescrive l'azione del beneficiario dell'assegno contro l'istituto bancario emittente.
(Cassazione Civile, 30 aprile 2019, n. 11387)
I limiti della presentazione di una nuova proposta di concordato preventivo
In forza dell’estensione del principio normativo enunciato in tema di modifica della proposta di concordato dopo l’inizio delle operazioni di voto ex artt. 175-179 l.fall.), la nuova proposta depositata contestualmente alla rinuncia della precedente può essere valutata dal tribunale nel corso della stessa procedura, se non pendano istanze di fallimento, ove vengano desistite, mentre se non lo sono, deve essere esaminata la sussistenza dei presupposti di fallimento, non trascurando di considerare l’eventualità del superamento dell’insolvenza e non ricorra il carattere dilatorio e abusivo della nuova proposta, come può ravvisarsi nella presentazione di una nuova domanda di ammissione al concordato preventivo con riserva.
(Cassazione Civile, 25 ottobre 2018, n. 27120)
Rilevanza dei bilanci degli ultimi tre esercizi
In tema di fallimento, ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità di cui all'art. 1, comma 2,l.fall.,i bilanci degli ultimi tre esercizi che l’imprenditore è tenuto a depositare, ai sensi dell’art. 15, comma 4, l.fall., costituiscono strumento di prova privilegiato dell’allegazione della non fallibilità, in quanto idonei a chiarire la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa, senza assurgere però a prova legale, essendo soggetti alla valutazione, da parte del giudice, dell’attendibilità dei dati contabili in essi contenuti secondo il suo prudente apprezzamento ex art. 116 c.p.c., sicché, se reputati motivatamente inattendibili, l’imprenditore rimane onerato della prova della sussistenza dei requisiti della non fallibilità.
(Cassazione Civile, ordinanza 23 novembre 2018, n. 30516)