È vessatoria la clausola che disincentiva il ricorso al carrozziere di fiducia
È vessatoria la clausola contenuta nella polizza r.c. auto, non specificamente approvata e sottoscritta dall'assicurato, che in caso di riparazione del veicolo penalizza, con l’applicazione di un maggior scoperto contrattuale, la scelta di rivolgersi a un carrozziere di fiducia anziché alle officine convenzionate.
(Tribunale di Torino, 22 marzo 2017, n. 1530)
Debiti della società e debiti dei soci
I debiti assunti da una società di persone non possono essere considerati debiti personali dei suoi soci illimitatamente responsabili, essendo riconducibili esclusivamente alla società, nei confronti dei quali i soci illimitatamente responsabili assumono piuttosto la posizione e il trattamento di garanti "ex lege", come è dimostrato dalla possibilità che i soci prestino fideiussione per le obbligazioni della società ai sensi dell'art. 1936 c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza 16 marzo 2018, n. 6650)
Investimento volontario del pedone: il risarcimento assicurativo è comunque dovuto
In tema di assicurazione obbligatoria dei veicoli a motore, la copertura assicurativa si estende anche al danno provocato dal conducente con dolo. Pertanto, il danneggiato ha diritto di ottenere un risarcimento dell'assicuratore non trovando applicazione la norma di cui all'art. 1917 c.c.
(Cassazione Civile, 20 agosto 2018, n. 20786)
Posa di cavi telefonici senza l’assenso del proprietario: obbligo di rimozione
La posa di cavi da parte della compagnia elettrica senza autorizzazione è lesiva dei diritti del proprietario dell'immobile e cagiona il diritto alla rimozione e al risarcimento per l'illegittima occupazione.
(Tribunale di Napoli, 9 gennaio 2018, n. 197)
Test di paternità negativo: al figlio spetta ugualmente il risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale
Il danno da perdita del rapporto parentale spetta quando vi sia la rottura di tale rapporto anche con un soggetto non consanguineo, ma che rappresenti per il danneggiato la identica figura del padre; la lesione del rapporto parentale può essere determinata anche da un evento diverso dalla morte (nella specie, un minore, a seguito di un testo del DNA errato, aveva considerato come padre un uomo con cui non aveva alcun legame di sangue; la Corte ha ritenuto che la rottura di questo legame fosse tale da generare un danno da perdita del rapporto parentale per il minore).
(Cassazione Civile, 21 agosto 2018, n. 20835)
Oneri probatori nel risarcimento
La domanda risarcitoria deve essere rigettata qualora il proponente si sia limitato a richiedere il risarcimento di “tutti i danni causati e causandi” in forma assolutamente generica, senza mai specificare in cosa consistessero i danni di cui chiedeva il ristoro, non potendo le allegazioni che devono accompagnare la proposizione di una domanda risarcitoria essere limitate alla prospettazione della condotta colpevole della controparte, dovendo invece le stesse includere anche la descrizione delle lesioni, patrimoniali e/o non patrimoniali, prodotte da tale condotta (nel caso di specie, il richiedente, oltre a non aver descritto i danni asseritamente subiti, non ha allegato i parametri e criteri idonei a consentire al giudice di procedere ad una valutazione quanto meno equitativa di tali danni ex art. 1226 c.c.).
(Tribunale di Salerno, 22 febbraio 2018 n. 745)
Non esiste l’usura sopravvenuta
Allorché il tasso degli interessi concordato tra mutuante e mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell'usura come determinata in base alle disposizioni della L. n. 108/1996, non si verifica la nullità o l'inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all'entrata in vigore della predetta legge, o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia quale risultante al momento della stipula.
(Cassazione Civile, SU 19 ottobre 2017, n. 24675)
Bilancio e termine di prescrizione dell’azione di responsabilità
In tema di prescrizione dell'azione di responsabilità promossa dai creditori sociali, ai sensi dell'art. 2394 cod. civ., il bilancio costituisce, per la sua specifica funzione, il documento informativo principale sulla situazione della società non solo nei riguardi dei soci, ma anche dei creditori e dei terzi in genere, onde un bilancio in attivo o in pareggio è idoneo ad offrire un'informazione rassicurante ed affidabile. Allorché, poi, nonostante la relazione dei sindaci al bilancio, in cui si evidenzi l'inadeguatezza della valutazione di alcune voci, l'assemblea deliberi comunque la distribuzione degli utili ai soci ai sensi dell'art. 2433 cod. civ. senza obiezioni, in quella sede, da parte degli organi sociali di gestione e di controllo, l'idoneità, o no, di detta relazione sindacale ad integrare di per sé l'elemento della oggettiva percepibilità per i creditori circa la falsità dei risultati attestati dal bilancio sociale rimane oggetto di un apprezzamento di fatto, riservato al giudice del merito.
(Cassazione Civile, 5 settembre 2018, n. 21662)
Viaggiatori impossibilitati a partire a causa di un evento accidentale grave
L’acquirente di un pacchetto turistico all inclusive ha diritto alla restituzione della somma pagata qualora questi debba rinunciare al viaggio per il sopraggiungere di una improvvisa e grave patologia. In questa ipotesi, infatti, è applicabile la disciplina sull'impossibilità sopravvenuta della prestazione, risultando altresì irrilevante la mancata stipula di una polizza assicurativa, in quanto la causa concreta del contratto, consistente nella fruizione di un viaggio con finalità turistica, diviene inattuabile per una causa di forza maggiore, non prevedibile e non ascrivibile alla condotta dei contraenti.
(Cassazione Civile, 10 luglio 2017, n. 18047)
Potere di inserimento del soggetto debole in luogo di cura nonostante il suo dissenso
L’inserimento del beneficiario in casa di ricovero è operazione sicuramente lecita e ammissibile nell'ambito della amministrazione di sostegno, e ciò anche indipendentemente dal dissenso del beneficiario, ove pretestuoso; infatti, l’art. 358 c.c. - norma che dispone che il minore in tutela (dunque l’interdetto) non può abbandonare l’istituto cui è stato destinato senza il permesso del tutore – disciplina una limitazione, o comunque un effetto, della interdizione, ed è dunque estensibile al beneficiario di ADS ex art. 411, u.c., c.c., non essendovi ragioni letterali per ritenere il contrario.
(Tribunale di Vercelli, 8 marzo 2018)