Danno terminale: trasmissibilità agli eredi dell’invalidità

In tema di danno da perdita della vita, nel caso in cui intercorra un apprezzabile lasso di tempo tra le lesioni colpose e la morte causata dalle stesse, è configurabile un danno biologico risarcibile, da liquidarsi in relazione alla menomazione dell'integrità fisica patita dal danneggiato sino al decesso. Tale danno, qualificabile come danno biologico terminale, dà luogo a una pretesa risarcitoria, trasmissibile "iure haereditatis" da commisurare soltanto all'inabilità temporanea, adeguando la liquidazione alle circostanze del caso concreto, ossia al fatto che, seppure temporaneo, tale danno è massimo nella sua intensità ed entità, tanto che la lesione alla salute non è suscettibile di recupero ed esita, anzi, nella morte.

(Cassazione Civile, ordinanza 13 luglio 2018, n. 18328)


I (reali) presupposti della responsabilità precontrattuale

Incorre nella responsabilità precontrattuale ex art. 1337 c.c. e, conseguentemente, nell'obbligo risarcitorio colui che, con il proprio comportamento e con le proprie dichiarazioni propositive, lasci che controparte maturi-in senso oggettivo-una certezza sul buon esito dell’affare e, in uno stadio avanzato delle negoziazioni, rifiuti improvvisamente la conclusione del contratto. Perché possa essere ritenuta integrata la suddetta responsabilità precontrattuale occorre, (i) che tra le parti siano in corso trattative, (ii) che le trattative siano giunte ad uno stadio tale da far sorgere, nella parte che invochi l’altrui responsabilità, il ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto, (iii) che la parte alla quale si addebita la responsabilità, interrompa le trattative senza un giustificato motivo, (iv) che, pur nell'ordinaria diligenza della parte che invoca la responsabilità, non sussistano fatti idonei ad escludere il suo ragionevole affidamento sulla conclusione del contratto.

(Tribunale di Milano, Sez. spec. Impresa, 4 maggio 2017, n. 4927)


Negligenza del terzo custode dell’immobile pignorato

Il pagamento dei canoni concernenti l’immobile pignorato, sottoposto alla custodia del terzo ai sensi dell’art. 559, 2º comma, c.p.c., ha effetto liberatorio a favore del locatario-solvens ex art. 1189 c.c. ove sia stato eseguito in buona fede nelle mani del proprietario-locatore anziché del suddetto custode (nel caso di specie la locazione non era stata autorizzata dal giudice dell’esecuzione e il custode per svariati anni si era disinteressato di chiedere l’immissione nel possesso della res locata).

(Cassazione Civile, 11 luglio 2017, n. 17044)


Testamento, dolo e prova presuntiva

Al fine di potersi affermare che una disposizione testamentaria sia affetta da dolo, non è sufficiente dimostrare una qualsiasi influenza di ordine psicologico esercitata sul testatore, se del caso mediante blandizie, richieste, suggerimenti o sollecitazioni, ma occorre la presenza di veri propri mezzi fraudolenti i quali – avuto riguardo all'età, allo stato di salute, alle condizioni di spirito dello stesso – siano idonei a trarlo in inganno, suscitando in lui false rappresentazioni ed orientando la sua volontà in un senso in cui non si sarebbe spontaneamente indirizzata.

(Cassazione Civile, 11 aprile 2017, n. 9309)


Contestazione e compensazione

In tema di compensazione dei crediti, se è controversa l'esistenza del controcredito opposto in compensazione nell'ambito del medesimo giudizio instaurato dal creditore principale o in altro già pendente, il giudice non può pronunciare la compensazione.

(Cassazione Civile, 20 luglio 2018, n. 19450)


Inefficacia del contratto di mantenimento e rilevanza del rapporto di fiducia tra la debitrice e la sua badante

In tema di revocatoria ordinaria la valutazione circa la conoscibilità del terzo acquirente della situazione patrimoniale del debitore di solito è tratta in relazione a persone legate da vincoli di parentela, ma può essere estesa al rapporto di fiducia tra le parti fondato su una prestazione lavorativa continuata e a diretto favore della persona.

(Cassazione Civile, 20 luglio 2018, n. 19449)


Responsabilità del Direttore Lavori

In materia di appalto, l’eventuale responsabilità del direttore dei lavori ha presupposti, contenuto e natura giuridica del tutto diversi da quelli previsti dall'art. 1490 c.c., fondandosi sulla violazione di specifici obblighi di vigilanza, secondo il parametro della diligentia quam in concreto.

(Cassazione Civile, 17 maggio 2018, n. 12116)


La locazione i canoni e gli effetti del giudicato sul decreto ingiuntivo non opposto

Il decreto ingiuntivo non opposto è assimilabile ad una sentenza di condanna passata in giudicato. Il giudicato sostanziale conseguente alla mancata opposizione di un decreto ingiuntivo copre non soltanto l'esistenza del credito azionato, del rapporto di cui esso è oggetto e del titolo su cui il credito ed il rapporto stessi si fondano, ma anche l'inesistenza di fatti impeditivi, estintivi e modificativi del rapporto e del credito precedenti al ricorso per ingiunzione e non dedotti con l'opposizione.

(Cassazione Civile, ordinanza 19 luglio 2018, n. 19113)


Email in c/c e concorso di reati

Qualora l’offesa venga arrecata con una comunicazione indirizzata sia alla persona offesa sia ad altri destinatari, che ne vengono messi a conoscenza, si realizza il concorso fra reato di ingiuria ex art. 594, comma 2, c.p. (depenalizzato) e quello di diffamazione ex art. 595 c.p..

(Cassazione Penale, 20 luglio 2018, n. 34484)


Agevolazione colposa dell’evento dannoso: salta l’indennizzo assicurativo

Nelle condizioni contrattuali di polizza è prevista l’esclusione dei danni "agevolati" con colpa grave dal contraente, per cui la verifica della sussistenza della colpa grave è stata rapportata alla funzione di agevolazione o meno, del furto, attraverso la scelta di lasciare le chiavi nascoste nella cenere del camino (nella specie la Corte ha valorizzato la circostanza della particolare situazione logistica dell’immobile, villetta in zona periferica, isolata, che avrebbe consentito ai ladri, così come puntualmente è avvenuto, di agire in assoluta tranquillità per lungo tempo, al fine di ricercare tutti gli oggetti di valore e le chiavi delle cassaforte).

(Cassazione Civile, ordinanza 13 luglio 2018, n. 18532)