Al vigilante non basta la clausola di esonero da responsabilità

La irrisorietà del risarcimento del danno pattuito preventivamente sotto forma di clausola penale viene a costituire elemento sintomatico dell’aggiramento del divieto di limitazione di responsabilità stabilito dall'art. 1229, comma 1, c.c. (Nella specie la clausola contrattuale disponeva che "Nel caso di comprovato inadempimento nell'esecuzione del servizio e di comprovata riferibilità dei danni a tale inadempimento, l’istituto sarà tenuto unicamente a versare all'Utente, a titolo di penale fissa, una somma pari ad una mensilità del canone in corso. È esclusa pertanto ogni risarcibilità di eventuale danno ulteriore subito dall'Utente").

(Cassazione Civile, 12 luglio 2018, n. 18338)


Inadempimento contrattuale e danno morale

Sono consolidati i principi in base ai quali il danno morale, inteso come sofferenza soggettiva, rappresenta una voce dell’ampia categoria del danno non patrimoniale e ben può derivare da un inadempimento contrattuale che pregiudichi un diritto inviolabile della persona (nella specie, il diritto alla salute) (Cass. n. 21999 del 2011) (Nella specie la Corte ha ritenuto non provato che il disagio sicuramente derivante dalla situazione di incertezza in cui si sono venuti a trovare a seguito dell’inadempimento sia stato di tale afflittività da costituire un pregiudizio per la salute e per altro diritto costituzionalmente garantito).

(Cassazione Civile, ordinanza 18 luglio 2018, n. 19101)


Socio amministratore e diritto di ispezione ed informazione

Compete anche al socio amministratore di s.r.l. il diritto, previsto dall’art. 2476, comma 2, c.c. di ricevere notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i libri e i documenti relativi alla gestione societaria compiuta dagli altri amministratori, cui egli non abbia in tutto o in parte partecipato (secondo Cass. Sez. 1, Sentenza n. 4120/16: gli amministratori devono soddisfare l'interesse del socio ad una conoscenza concreta dei reali elementi contabili recati dal bilancio al fine di realizzare il diritto di informazione previsto dall'art. 2423 c.c., che è in rapporto di strumentalità con il principio di chiarezza, sicché sono obbligati a rispondere alla domanda d'informazione pertinente e a cui non ostino oggettive esigenze di riservatezza, in modo da dissipare le insufficienze, le incertezze e le carenze di chiarezza in ordine ai dati di bilancio ed alla relativa relazione).

(Cassazione Civile, 26 gennaio 2018, n. 2038)


Responsabilità dell’amministratore per bancarotta: risponde anche la testa di legno

L'amministratore di diritto risponde del reato di bancarotta fraudolenta documentale per sottrazione o per omessa tenuta, in frode ai creditori, delle scritture contabili anche se è investito solo formalmente dell'amministrazione della società fallita (cosiddetta testa di legno): sussiste infatti il diretto e personale obbligo dell'amministratore di diritto di tenere e conservare le predette scritture, purché sia fornita la dimostrazione della effettiva e concreta consapevolezza del loro stato, tale da impedire la ricostruzione del movimento degli affari. Il dolo dell'amministratore formale nel reato commesso dall'amministratore di fatto, può configurarsi anche come eventuale ed essere integrato dall'omesso controllo sulla tenuta delle scritture che dimostra la rinuncia a porre in essere quelle attività idonee a prevenire il pericolo di distrazioni e, di conseguenza, l'accettazione del rischio che esse possano verificarsi.

(Cassazione Penale, 13 giugno 2018, n. 27163)


Sull'intermediario obbligo informativo continuo

In materia di investimenti obbligazionari, l’obbligo gravante sull’intermediario di acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati, ai sensi dell’art. 21 TUF, permane anche durante l'intera fase esecutiva del rapporto. L'obbligo d'informazione di tipo continuativo risulta fondato non solo sulle norme primarie e regolamentari di settore, ma anche sugli artt. 1175 e 1375 c.c., che impongono il rispetto delle regole generali di correttezza e buona fede nell'esecuzione del contratto: da ciò discende che l'investitore deve entrare tempestivamente in possesso delle informazioni su di un titolo, idonee non solo a far comprendere l'iniziale grado di rischio collegato all'investimento, ma che consentano anche di assumere provvidenziali scelte di cessione del titolo, atte ad impedire gravose perdite per l'investitore, in caso di svalutazione del titolo acquistato o deterioramento del patrimonio degli emittenti il titolo.

(Cassazione Civile, 18 giugno 2018, n. 15936)


Validi i contratti bancari sottoscritti dal solo correntista

Nei contratti bancari, il requisito della forma scritta, posto a pena di nullità dall'art. 117, comma 3, TUB (azionabile dal solo cliente ex art. 127, comma 2, TUB), va inteso non applicando la disciplina generale sulle nullità negoziali per difetto di forma, ma in senso funzionale, avuto riguardo alla finalità di protezione del correntista assunta dalla norma, sicché tale requisito deve ritenersi rispettato ove il contratto sia redatto per iscritto e ne sia consegnata una copia al cliente, ed è sufficiente che vi sia la sottoscrizione di quest'ultimo, e non anche quella dell'istituto di credito, il cui consenso ben può desumersi alla stregua dei comportamenti concludenti dallo stesso tenuti.

(Cassazione Civile, 21 giugno 2018, n. 16362)


Sequestro penale sui beni degli amministratori

In tema di sequestro preventivo, in caso di reati tributari commessi dall'amministratore di una società, il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente può essere disposto, nei confronti dello stesso, solo quando, all'esito di una valutazione allo stato degli atti sullo stato patrimoniale della persona giuridica, risulti impossibile il sequestro diretto del profitto del reato nei confronti dell'ente che ha tratto vantaggio dalla commissione del reato.

(Cassazione Penale, 21 giugno 2018, n. 28745)


Società sportive dilettantistiche e sponsorizzazioni

Il corrispettivo in denaro o in natura in favore di società, associazioni sportive dilettantistiche e fondazioni costituite da istituzioni scolastiche costituisce, per il soggetto erogante, fino ad un importo annuo complessivamente non superiore a 200.000 Euro, spesa di pubblicità, volta alla promozione dell'immagine o dei prodotti del soggetto erogante mediante una specifica attività del beneficiario, ai sensi dell'art. 74, comma 2, TUIR. Sussiste una presunzione legale assoluta circa la natura pubblicitaria e non di rappresentanza di dette spese di sponsorizzazione, a condizione che il soggetto sponsorizzato sia una compagine sportiva dilettantistica, sia rispettato il limite quantitativo di spesa, la sponsorizzazione miri a promuovere l'immagine ed i prodotti dello sponsor e il soggetto sponsorizzato abbia effettivamente posto in essere una specifica attività promozionale.

(Cassazione Civile, 19 giugno 2018, n. 16113)


Disconoscimenti, riconvenzionali ed eccezioni infondate: temerarietà

Configura temerarietà l’aver proposto un’opposizione con evidenti finalità dilatorie, formulando contestazioni ininfluenti ("disconoscimento" della data dell'assegno; nullità dell'assegno a fronte di un'azione causale non contestata) o palesemente infondate (inesigibilità della restituzione) ed avanzando un’infondata domanda di risarcimento di un preteso mancato guadagno.
Il danno per la lite temeraria viene liquidato equitativamente in misura corrispondente alla metà delle spese di soccombenza.

(Tribunale di Parma, 24 marzo 2018)


Allegazioni contra tabulas: è lite temeraria

La giurisprudenza ritiene sufficientemente sintomatico di una colpa grave la condotta processuale del convenuta, in quanto alcuni assunti dello stesso sono stati smentiti dalla documentazione prodotta in giudizio. In particolare va stigmatizzato l'aver prodotto in giudizio di appello un documento relativo ad altro rapporto e giudizio e sostenere, in aperto spregio di buonafede e correttezza, essere un acconto.

(Tribunale di Parma, 26 marzo 2018 n. 476)