Strategia difensiva deficitaria dell'avvocato: risoluzione del contratto e restituzione dell'acconto versato

In tema di risoluzione del contratto di prestazione d’opera professionale, qualora la strategia difensiva scelta dall'avvocato si mostri tanto deficitaria da integrare l’importanza dell’inadempimento che, ai sensi dell’art. 1455 c.c., rappresenta idoneo presupposto per l’invocata risoluzione del contratto, la risoluzione dello stesso, ai sensi dell’art. 1458 c.c., determina il venir meno del diritto al compenso dell’avvocato, la restituzione dell’acconto versato e la conseguente revoca del decreto ingiuntivo eventualmente opposto (nel caso di specie, proponendo un’eccezione di prescrizione ambigua e non indicando le circostanze da cui desumere il momento da cui la prescrizione era cominciata a decorrere, l’avvocato ha – in sostanza – vanificato l’unica difesa proposta nell'interesse del cliente).

(Tribunale di Rimini, 16 novembre 2017)


Lesione al godimento della propria abitazione

L'assenza del danno biologico documentato non osta al riconoscimento del danno non patrimoniale conseguente ad immissioni illecite, allorché siano stati lesi il diritto al normale svolgimento della vita familiare all'interno della propria abitazione ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane, quali costituzionalmente garantiti e tutelati anche dall'art. 8 Convenzione europea dei diritti dell'uomo (nella specie, la Suprema Corte ha riconosciuto la responsabilità del Comune, per mancato esercizio dei poteri di vigilanza, per l'autorizzazione della posa di un palco in occasione della festa del Santo Patrono, a meno di un metro dall'abitazione durante i festeggiamenti e successivamente non rimosso, configurando una turbativa della vita domestica conseguente a immissioni sonore e luminose). La prova del pregiudizio può essere fornita anche mediante presunzioni.

(Cassazione Civile SU 1 febbraio 2017, n. 2611)


Riduzione dell’assegno di mantenimento per i figli

Il giudice non può respingere la richiesta del divorziato tesa alla riduzione dell’assegno di mantenimento nei confronti della prima figlia, senza effettuare una valutazione circa le esigenze di crescita degli altri figli avuti dalla successiva relazione e già nati alla data della sentenza.

(Cassazione Civile, ordinanza 2 febbraio 2018, n. 2620)


Forma dell’atto di donazione indiretta

La liberalità della donazione indiretta si realizza, non attraverso il negozio tipico della donazione, ma mediante il compimento di uno o più atti che, conservando la forma e la causa che è ad essi propria, producono l’arricchimento del destinatario in via indiretta. L’intenzione di donare emerge quindi non in via diretta, dall’atto o dagli atti utilizzati, ma solo, in via indiretta, dall’esame rigoroso di tutte le circostanze di fatto del singolo caso.
Ciò premesso, la cointestazione del conto corrente con firma e disponibilità disgiunte di una somma di denaro depositata, è qualificabile come donazione indiretta qualora detta somma risulti essere precedentemente appartenuta ad uno solo dei cointestatari, rilevandosi che col mezzo del contratto di deposito bancario, si realizza l’arricchimento senza corrispettivo dell’altro cointestatario: a condizione però, che sia verificata l’esistenza dell’animus donandi, consistente nell’accertamento che il proprietario del denaro non aveva, nel momento della contestazione, altro scopo che quello della liberalità.

(Cassazione Civile, ordinanza 28 febbraio 2018, n. 4682)


Onere della prova nel contratto di somministrazione di energia

Nell'opposizione a decreto ingiuntivo di un gestore che agisce per il recupero del credito vantato per fornitura di energia in ragione di importi addebitati per consumi stimati ed a conguaglio, la prova del credito azionato in sede monitoria grava sul gestore. E’ infatti onere del convenuto opposto, a fronte della contestazione formulata dall'opponente sugli importi dei consumi esposti nelle bollette calcolati a stima ed a conguaglio, fornire la prova del quantum dei beni somministrati, in quanto il somministratore, per tramite del distributore locale, è autorizzato a rilevare periodicamente i reali consumi effettivi erogati quali emergono dalla lettura del contatore.

(Giudice di Pace di Milano, 23 gennaio 2018)


Il gestore del centro sportivo e la responsabilità per le sue condizioni

A fronte di lesioni colpose patite da un calciatore, causate da un avvallamento occultato da una pozzanghera in un campo sintetico, il gestore di un centro sportivo è titolare di una posizione di garanzia, che gli impone di adottare le necessarie cautele per preservare l’incolumità fisica degli utilizzatori, provvedendo alla manutenzione delle infrastrutture e delle attrezzature. L’applicazione di questo principio rende irrilevante il fatto che il campo fosse stato ceduto in affitto alla ‘Uisp’ per lo svolgimento di un campionato ad hoc, stante l’obbligo del gestore dell’impianto di governare i rischi connessi alle caratteristiche del campo sportivo e l’obbligo di impedire che esso presentasse rischi nell'utilizzo in condizioni meteorologiche avverse.

(Cassazione Penale, 28 febbraio 2018, n. 9160)


Il mutuo ipotecario e la revocatoria fallimentare

E’ sempre revocabile ex art. 67, comma I, n. 2, L.F. la rimessa conseguente alla concessione di un mutuo garantito da ipoteca destinata a ripianare uno scoperto di conto, laddove il mutuo ipotecario e il successivo impiego della somme siano inquadrabili nel contesto di un’operazione unitaria il cui fine ultimo sia quello di azzerare la preesistente obbligazione. Il curatore del successivo fallimento può pertanto impugnare l’intera operazione per sentirne dichiarare l’inefficacia proprio perché diretta ad estinguere con mezzi anormali le precedenti obbligazioni gravanti sul mutuatario medesimo, oltre che a costituire una garanzia per i debiti preesistenti del medesimo.

(Cassazione Civile, ordinanza 26 febbraio 2018, n. 4513)


Vendita con patto di riscatto e patto commissorio

La vendita con patto di riscatto stipulata fra il debitore ed il creditore, la quale risponda all'intento delle parti di costituire una garanzia, con l’attribuzione irrevocabile del bene al creditore solo in caso di inadempienza del debitore, è nulla anche quando implichi un trasferimento effettivo della proprietà (con condizione risolutiva. Tale fattispecie contrattuale, pur non essendo qualificabile come patto commissorio, vietato dall'art. 2744 Cod. Civ., configura comunque uno strumento di elusione della norma imperativa in quanto espressione di una causa illecita, ed risulta pertanto riconducibile al contratto in frode alla legge ex art. 1344 Cod. Civ..

(Cassazione Civile, ordinanza 26 febbraio 2018, n. 4514)


Il certificato di abitabilità è requisito essenziali ex art. 1477 Cod. Civ..

La consegna del certificato di abitabilità dell'immobile oggetto del contratto, ove questo sia un appartamento da adibire ad abitazione, pur non costituendo di per sé condizione di validità della compravendita, integra un'obbligazione incombente sul venditore ai sensi dell'art. 1477 Cod. Civ., attenendo ad un requisito essenziale della cosa venduta, in quanto incidente sulla possibilità di adibire legittimamente la stessa all'uso contrattualmente previsto, e non invece un vizio della cosa da denunciare ex art. 1495 Cod. Civ..

(Cassazione Civile, ordinanza 20 febbraio 2018, n. 4037)


Madre ostacola il rapporto padre-figlio: condannata alle “sanzioni” ex art. 614-bis c.p.c..

Il Tribunale può, nell'ambito di un procedimento ex art. 337-quinquies ss. c.c., disporre le misure ex art. 614-bis c.p.c. (misure di coercizione indiretta) nei confronti di una madre che con la propria condotta ostacola il rapporto tra padre e figlio (nel caso in esame la madre è stata condannata a corrispondere al padre:- euro 30,00 per ogni volta in cui «il minore sia costretto a passare dall'abitazione materna per recuperare il materiale necessario per la scuola ovvero per l’attività sportiva»; - euro 50,00 per ogni volta che, in assenza di motivazione oggettiva - es. malattia del bambino certificata dal medico curante - la madre non consenta al padre di frequentare il minore nella giornata con pernottamento a lui assegnata).

(Tribunale di Milano, decreto 7 gennaio 2018)