Adottabilità del minore per l’inadeguatezza genitoriale
Deve essere confermata la dichiarazione di adottabilità di una minore allorché siano emersi in corso di istruttoria una serie di elementi da cui trarre l'esistenza di una complessiva incapacità non emendabile da parte dei genitori di comprendere quali siano i bisogni emotivo - affettivi e pratici della minore.
(Cassazione Civile, 14 febbraio 2018, n. 3594)
Diritto del figlio di conoscere le generalità della madre biologica
Nell'ipotesi di parto anonimo, il figlio ha diritto di accedere alle informazioni relative all'identità della madre nel momento in cui quest’ultima non sia più in vita, non trovando applicazione il termine previsto dall'art. 93, comma 2, (Certificato di assistenza al parto) d.lgs. n. 196/2003.
(Corte di Cassazione, ordinanza 7 febbraio 2018, n. 3004)
Falsità degli assegni bancari
L’azione risarcitoria promossa nei confronti di una banca per danni derivanti dal pagamento di un assegno con firma di traenza palesemente difforme da quella depositata dal correntista resta regolata dai principi generali in tema di prova, gravando sull’attore l’onere di dimostrare la falsità della firma di traenza (qualora tale falsità sia contestata), e sulla banca, per converso, quello di provare l’efficacia liberatoria del pagamento per non essere la falsità rilevabile con l’ordinaria diligenza richiesta nell’esercizio dell’attività bancaria.
L’onere della prova della falsificazione della firma apposta sugli assegni bancari è a carico del cliente correntista e non rileva la mancata produzione dell’originale degli assegni bancari, oggetto dell’ordine ex art. 210 c.p.c. impartito alla banca e dalla stessa disatteso, che ha impedito l’espletamento di una ctu grafologica sui titoli contestati.
(Tribunale di Parma, 20 ottobre 2017, n. 1461)
Risarcimento per ritardo del volo
Il passeggero che agisca per il risarcimento del danno derivante dal negato imbarco o dalla cancellazione o dal ritardato arrivo dell'aeromobile rispetto all'orario previsto, deve fornire la prova della fonte (negoziale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza, potendosi poi limitare alla mera allegazione dell'inadempimento del vettore. Spetta a quest'ultimo, convenuto in giudizio, dimostrare l'avvenuto adempimento.
(Cassazione Civile, ordinanza 23 gennaio 2018, n. 1584)
Cessazione dell’obbligo di mantenimento del figlio ultratrentenne
La convivenza del figlio maggiorenne col genitore, in assenza di obblighi di mantenimento, è riconducibile ad un negozio atipico di tipo familiare che dà vita ad una forma di detenzione qualificata ma precaria dell'immobile, equiparabile a quella del comodato senza determinazione di durata.
Non vi è alcuna norma che attribuisca al figlio maggiorenne il diritto incondizionato di permanere nell'abitazione di proprietà esclusiva dei genitori contro la loro volontà e in forza del solo vincolo familiare. I genitori hanno quindi il diritto di richiedere al figlio convivente di rilasciare e liberare l'immobile occupato colo solo limite - imposto dal principio di buona fede - che sia concesso all'altra parte un termine ragionevole, commisurato anche alla durata del rapporto.
Tale diritto sussiste anche nell'ipotesi in cui il figlio maggiorenne, di un'età tale da non aver più diritto al mantenimento, non sia pienamente autosufficiente. Infatti, in tale ipotesi troverà applicazione la somministrazione alimentare, ben potendo i soggetti tenuti all'obbligazione adempiere con modalità diverse, come, ad esempio, il riconoscimento di un assegno periodico.
(Tribunale di Modena, 1 febbraio 2018)
L’accertamento del credito e i suoi effetti
Il giudizio di opposizione allo stato passivo è un giudizio di accertamento del credito di cui si chiede il riconoscimento e pagamento all'interno della procedura fallimentare ed unicamente finalizzato all'accertamento al passivo. Pertanto, nel caso in cui il fallito ritorni in bonis, l’accertamento effettuato nella procedura fallimentare non ha valore di prova certa ed il creditore, per recuperare coattivamente le somme, dovrà munirsi di regolare titolo esecutivo e, quindi, per ottenerlo, provvedere alla prova del credito secondo le regole generali.
(Cassazione Civile, ordinanza 19 febbraio 2018, n. 3957)
La risoluzione del contratto e la convenienza del richiedente
Per pronunciare la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 1453 Cod. Civ. il giudice non deve accertare altro che il contratto, l’inadempimento e se quest’ultimo sia grave avuto riguardo all'interesse della controparte. Sicché, ogniqualvolta questi elementi vengano accertati, la domanda di risoluzione dovrà essere necessariamente accolta, senza che il Giudice possa indagare oltre sulla convenienza o meno della domanda per i richiedenti.
(Cassazione Civile, 20 febbraio 2018, n. 4022)
L’onere della prova nel danno da perdita parentale
L'uccisione di una persona fa presumere da sola, ex art. 2727 c.c., una conseguente sofferenza morale in capo ai genitori, al coniuge, ai figli o ai fratelli della vittima, a nulla rilevando né che la vittima ed il superstite non con vivessero, né che fossero distanti (circostanze queste ultime le quali potranno essere valutate ai fini del quantum debeatur). Nei casi suddetti è pertanto onere del convenuto provare che vittime e superstiti fossero tra loro indifferenti o in odio, e che di conseguenza la morte della prima non abbia causato pregiudizi non patrimoniali di sorta al secondo.
(Cassazione civile, ordinanza 15 febbraio 2018, n. 3767)
Riforma della sentenza di fallimento ed inammissibilità del concordato
Se la sentenza dichiarativa di fallimento segue un provvedimento di inammissibilità della domanda di concordato preventivo, l'effetto devolutivo pieno che caratterizza il reclamo avverso la sentenza di fallimento riguarda anche la decisione sull'inammissibilità del concordato poiché è nell'interesse del proponente il concordato a veder esaminati i motivi che hanno sancito l’insuccesso del concordato preventivo. Pertanto, ove il debitore abbia impugnato la dichiarazione di fallimento, censurando la decisione del tribunale sulla sua mancata ammissione al concordato, il giudice del reclamo, adito ai sensi degli artt. 18 e 162 L.F., è tenuto a riesaminare tutte le questioni concernenti l’ammissibilità, sempre che non riguardino fatti venuti ad esistenza successivamente alla pronuncia del Tribunale.
(Cassazione Penale, 25 gennaio 2018, n. 1893)
Il fondo patrimoniale, il fallimento e il dovere morale
La costituzione di un fondo patrimoniale per i bisogno della famiglia non integra di per sé un dovere giuridico, ma configura un atto a titolo gratuito. Tale atto è suscettibile di essere dichiarato inefficace ai sensi dell’art. 64 l. fall., salvo che si dimostri l’esistenza in concreto una situazione tale da integrare, nella sua oggettività, gli estremi del dovere morale e il proposito del solvens di adempiere unicamente a quel dovere mediante l’atto in questione. Pertanto, il mero fatto dell’estensione del fondo patrimoniale anche all'appartamento adibito a residenza familiare non basta per provare la sussistenza delle suddette condizioni.
(Cassazione Civile, ordinanza 6 febbraio 2018, n. 2820)