Desistenza o rinuncia successiva alla dichiarazione si fallimento
La desistenza o rinuncia dell'unico creditore istante rilasciata in data successiva alla dichiarazione di fallimento non è idonea a determinare l'accoglimento del reclamo e, conseguentemente, la revoca della sentenza di fallimento.
(Cassazione civile, 5 maggio 2016, n. 8980)
La notifica della sentenza via PEC e a mezzo Ufficiale Giudiziario
Nel caso in cui la parte provveda alla notificazione della sentenza di secondo grado alla controparte, ai fini del decorso del termine breve, di cui all’art. 325 C.p.C., dapprima, a mezzo posta elettronica certificata e, successivamente, a mezzo Ufficiali Giudiziari, è alla prima notificazione che deve aversi riguardo ai fini della verifica della tempestività dell’impugnazione proposta dalla controparte.
(Cassazione civile, ordinanza 28 novembre 2017, n. 28339)
Accertamento giudiziale di paternità o maternità e revoca del testamento
L'art. 687, comma 1, c.c. (revoca del testamento di chi, al tempo, non sapeva di avere figli) ha un fondamento oggettivo, individuabile nella modificazione della situazione familiare in relazione alla quale il testatore aveva disposto dei suoi beni e, per l’effetto, poiché tale modificazione sussiste sia quando il testatore abbia riconosciuto un figlio naturale, sia quando nei suoi confronti sia stata esperita vittoriosamente l'azione di accertamento di filiazione naturale, dal combinato disposto dell'art. 277, comma 1, e 687, comma 1, c.c. deriva che la revoca del testamento è ricollegabile anche a chi sapeva dell'esistenza di propri figli naturali, ma il suo effettivo accertamento sia avvenuto dopo la morte del testatore, a seguito della dichiarazione giudiziale di paternità o maternità naturale.
(Cassazione civile, 5 gennaio 2018, n. 169)
Nullità del preliminare con oggetto indeterminato
L'oggetto di un contratto preliminare di vendita immobiliare può essere determinato attraverso atti e fatti esterni al negozio, anche successivi alla sua conclusione, nella sola ipotesi in cui l'identificazione del bene da trasferire avvenga in sede di conclusione consensuale del contratto definitivo su base negoziale, e non quando, invece, afferisca ad una pronuncia giudiziale ex art. 2932 c.c., caso nel quale occorre che l'esatta individuazione dell'immobile, con l'indicazione dei confini e dei dati catastali, risulti dal preliminare, dovendo la sentenza corrispondere esattamente al contenuto del contratto, senza poter attingere da altra documentazione i dati necessari alla specificazione del bene oggetto del trasferimento. Il contratto preliminare è perciò affetto da nullità trattandosi di atto per il quale è sempre richiesta la forma scritta ed ove non possono avere rilievo i dati di interpretazione che non facciano riferimento al testo scritto dell’accordo.
(Cassazione Civile, ordinanza 11 gennaio 2018, n. 537)
Responsabilità del costruttore e del custode
Il fatto del terzo integra gli estremi del caso fortuito, e come tale esclude la responsabilità del custode di cui all'art. 2051 c.c.; tuttavia per "fatto del terzo" deve intendersi la condotta di un soggetto, estranea al custode, di per sè idonea a provocare il danno a prescindere dall'uso della cosa oggetto di custodia; non ricorre, pertanto, il caso fortuito idoneo ad escludere la responsabilità del custode quando la cosa oggetto di custodia abbia provocato il danno in conseguenza di un vizio costruttivo (ex multis, in tal senso, Sez. 3, Sentenza n. 26051 del 30/10/2008; nello stesso senso, Sez. 3, Sentenza n. 5755 del 10/03/2009).
(Cassazione Civile, 9 novembre 2017, n. 26533)
Diritto al compenso del mediatore immobiliare
Ai fini del riconoscimento del diritto del mediatore alla provvigione non è richiesto un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l’attività svolta dal mediatore e la conclusione dell’affare, essendo sufficiente che il mediatore abbia messo in relazione le parti, così da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata (ex plurimis, Cass. 09/12/2014, n. 25851; Cass. 20/12/2005, n. 28231). L’intervento di un secondo mediatore non interrompe di per sé il nesso di causalità tra l’attività del primo e la conclusione dell’affare.
(Cassazione Civile, ordinanza 16 gennaio 2018, n. 869)
Il proprietario del posto auto è condomino a tutti gli effetti
La nozione di condominio si configura anche nel caso di beni adiacenti orizzontalmente, purché dotati delle strutture portanti e degli impianti essenziali indicati dal citato art. 1117 c.c. Peraltro, pure quando manchi un così stretto nesso strutturale, materiale e funzionale, la condominialità di un complesso immobiliare, che comprenda porzioni eterogenee per struttura e destinazione, può essere frutto dell’autonomia privata. Anche, dunque, i proprietari esclusivi di spazi destinato a posti auto, compresi nel complesso condominiale, possono dirsi condomini, in base ai criteri fissati dall'art. 1117 c.c., e quindi presumersi comproprietari (nonché obbligati a concorrere alle relative spese, ex art. 1123 c.c.) di quelle parti comuni che, al momento della formazione del condominio, si trovassero in rapporto di accessorietà, strutturale e funzionale, con le singole porzioni immobiliari (arg. da Cass. Sez. 2, 02/03/2007, n. 4973; Cass. Sez. 2, 08/05/1996, n. 4270; Cass. Sez. 2, 16/04/1976, n. 1371).
(Cassazione Civile, ordinanza 16 gennaio 2018, n. 884)
Mala gestio amministratore delegato e responsabilità dei consiglieri
Nelle società di capitali, l’obbligo di controllo accomuna amministratori non esecutivi e indipendenti, sindaci, revisori, comitato per il controllo interno, OdV di cui al D.Lgs. n. 231/2001 e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari nelle società quotate. Esiste, insomma, un sistema di controllo policentrico, a tutela dell’osservanza delle regole di corretta amministrazione.
Pur in presenza di deleghe gestorie, residua una serie di poteri e doveri in capo al c.d.a., che dall’esistenza delle deleghe non viene affatto spogliato dalle sue funzioni.
(Cassazione Civile, 29 dicembre 2017, n. 31204)
Illegittima la bocciatura del minore senza l’avviso ad entrambi i genitori affidatari
E’ illegittima la mancata ammissione di un alunno alla classe successiva della scuola secondaria di primo grado, ove risulti che la scuola, pur sapendo che vi era una situazione conflittuale tra i genitori dello studente e che ne era stato disposto l’affidamento congiunto ad entrambi, abbia relazionato esclusivamente alla madre in ordine al rendimento scolastico negativo dello studente.
(T.A.R. Friuli Venezia Giulia, 12 ottobre 2017, n. 312)
Prova del nesso e prova dell’impossibilità della prestazione
In tema di responsabilità contrattuale della struttura sanitaria per l’inesatto adempimento della prestazione assistenziale, l’onere di provare l’impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa imprevedibile, inevitabile e non imputabile alla stessa sorge solo ove il danneggiato abbia provato la sussistenza del nesso causale tra la condotta attiva od omissiva dei sanitari e il danno sofferto.
(Cassazione Civile, 26 luglio 2017, n. 18392)