Il promotore finanziario danneggia l’investitrice imprudente: la banca non risponde
Gli istituti di credito rispondono dei danni arrecati a terzi dai propri incaricati nello svolgimento delle incombenze loro affidate quando il fatto illecito commesso sia connesso per occasionalità necessaria all'esercizio delle mansioni, ma la responsabilità dell'intermediario per i danni arrecati dai propri promotori finanziari è esclusa ove il danneggiato ponga in essere una condotta agevolatrice che presenti connotati di anomalia, vale a dire, se non di collusione, quantomeno di consapevole acquiescenza alla violazione delle regole gravanti sul promotore.
(Cassazione Civile, 17 maggio 2023, n. 13521)
Recesso del consumatore: nessun obbligo di pagamenti in caso di omessa informativa
L'articolo 14, paragrafo 4, lettera a), i), e paragrafo 5, della direttiva 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che: esso esonera il consumatore da qualsiasi obbligo di pagare le prestazioni fornite in esecuzione di un contratto negoziato fuori dei locali commerciali, qualora il professionista di cui trattasi non gli abbia trasmesso le informazioni di cui a tale articolo 14, paragrafo 4, lettera a), i), e tale consumatore abbia esercitato il suo diritto di recesso dopo l'esecuzione di tale contratto (la Corte si è così pronunciata nell'ambito di una controversia promossa da un consumatore tedesco che aveva concluso un contratto di servizi con un'impresa per lavori sul proprio impianto elettrico ma non era stato informato della possibilità di esercitare il diritto di recesso nei 14 giorni successivi).
(Corte di Giustizia Europea, 17 maggio 2023, n. 97)
Escluso il risarcimento automatico per il nipote non ancora nato al momento del sinistro del nonno
In relazione al nipote non ancora nato al momento dell'incidente non sussiste, in difetto dell'attualità del rapporto, una presunzione di afflittività conseguente alla necessaria riconfigurazione del rapporto stesso col nonno, fin dal suo sorgere, conseguente alle menomate condizioni fisiche di questi. L'esistenza di un pregiudizio subito dal nipote per i danni alla persona riportati dal nonno è un danno futuro soltanto eventuale, come tale non risarcibile: quando il bambino, venuto alla luce, conoscerà il nonno, il loro rapporto si configurerà fin dall'inizio sulle possibilità fisiche che avrà questi al momento del loro incontro, e non è automatico né presumibile che da una limitata mobilità fisica del nonno il rapporto affettivo tra i due possa essere limitato o deteriorato.
(Cassazione Civile, 17 maggio 2023, n. 13540)
Il coniuge che rinuncia all'eredità non perde automaticamente l'assegno divorzile
Il nostro ordinamento conosce il principio della libertà nella accettazione della eredità ex art. 470 c.c., involgendo questa sia scelte di convenienza economica - dato che l'erede è tenuto al pagamento dei debiti - nonché scelte di carattere personalissimo, legate alle relazioni con il de cuius. Pertanto, la rinuncia all'eredità da parte di uno dei coniugi non comporta automaticamente la perdita del rinunciante ad ottenere l'assegno di divorzio.
(Cassazione Civile, ordinanza, 16 maggio 2023, n. 13351)
La pubblicazione di post su Twitter non esclude il risarcimento dei danni da diffamazione
L'uso di una piattaforma come Twitter, o altre equivalenti, implica l'osservanza del limite intrinseco del giudizio che si posta in condivisione, il quale, come ogni giudizio, non può andar disgiunto dal contenuto che lo contraddistingue e dalla forma espressiva, soprattutto perché tradotto in breve messaggio di testo per sua natura assertivo o scarsamente motivato; il post in Twitter non esime l'autore dal necessario rispetto della continenza espressiva in quanto non può concretizzare una manifestazione del pensiero irresponsabile sol perché veicolata tramite il mezzo prescelto.
(Cassazione Civile, ordinanza, 16 maggio 2023, n. 13411)
Può essere concesso l’assegno di divorzio all’ex marito divenuto invalido
Ai fini del riconoscimento dell'assegno divorzile è sufficiente anche verificare, in concreto e all'attualità, l'esigenza assistenziale, che ricorre ove l'ex coniuge sia privo di risorse economiche bastanti a soddisfare le normali esigenze di vita, sì da vivere autonomamente e dignitosamente, e non possa in concreto procurarsele, pur se in ipotesi abbia già goduto in passato di risorse sufficienti ad assicurarne il sostentamento nel periodo intercorrente tra la separazione e il divorzio, posto che tanto la sussistenza di mezzi adeguati che la diligenza spesa nel tentativo di procurarseli sono da valutare alla attualità, tenendo conto delle condizioni personali, di salute e del contesto individuale ed economico in cui agisce il richiedente (fattispecie relativa all'accoglimento del ricorso avverso la sentenza di appello che aveva respinto la richiesta di assegno avanzata dall'ex marito, divenuto invalido e privo di redditi, sulla base del fatto che entrambi i coniugi lavoravano al momento della separazione).
(Cassazione Civile, 16 maggio 2023, n. 13420)
Mantenimento del minore: se non può provvedere la madre da sola scatta l’obbligo dei nonni paterni
L'obbligo degli ascendenti di fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli - che investe contemporaneamente tutti gli ascendenti di pari grado di entrambi i genitori - va inteso non solo nel senso che l'obbligazione degli ascendenti è subordinata e, quindi, sussidiaria rispetto a quella, primaria, dei genitori, ma anche nel senso che agli ascendenti non ci si possa rivolgere per un aiuto economico per il solo fatto che uno dei due genitori non dia il proprio contributo al mantenimento dei figli, se l'altro genitore è in grado di mantenerli.
(Cassazione Civile, ordinanza, 16 maggio 2023, n. 13345)
Violazione GDPR: il Titolare del trattamento è tenuto a risarcire il danno anche se è trascurabile
In base alla disciplina generale del Regolamento (UE) 2016/679, cd. GDPR, il titolare del trattamento dei dati personali è sempre tenuto a risarcire il danno cagionato a una persona da un trattamento non conforme al regolamento stesso, e può essere esonerato dalla responsabilità non semplicemente se si è attivato (come suo dovere) per rimuovere il dato illecitamente esposto, ma solo "se dimostra che l'evento dannoso non gli è in alcun modo imputabile". L'esclusione del principio del danno in re ipsa presuppone, in questi casi, la prova della serietà della lesione conseguente al trattamento; ciò vuol dire che può non determinare il danno la mera violazione delle prescrizioni formali in tema di trattamento del dato, mentre induce sempre al risarcimento quella violazione che concretamente offenda la portata effettiva del diritto alla riservatezza (nel caso in esame un Ente aveva erroneamente pubblicato sull’albo pretorio online i dati contabili relativi ad un pignoramento di una propria dipendente).
(Cassazione Civile, ordinanza, 12 maggio 2023, n. 13073)
Demolizione con ricostruzione dell’edificio: vanno rispettate le distanze preesistenti
La normativa italiana che regola le distanze tra le costruzioni, in ultimo innovata dalla l. n. 120/2020, persegue l'interesse pubblico e non quello del proprietario di immobili. In caso di demolizioni e ricostruzioni di edifici, la normativa prevede che, anche nei casi consentiti di aumento di volumetria, la nuova costruzione debba rispettare le distanze preesistenti con gli edifici adiacenti.
(Cassazione Civile, 11 maggio 2023, n. 12751)
Vietata la sopraelevazione se lede l'aspetto architettonico dell'edificio
La sopraelevazione non è ammessa, non solo se le condizioni statiche dell'edificio non la permettono, ma anche se risulti lesiva dell'aspetto architettonico dell'edificio ovvero risulti necessaria l'autorizzazione dei condomini.
(Cassazione Civile, 11 maggio 2023, n. 12795)