Sì al fallimento anche senza risoluzione del concordato

Nella disciplina della legge fallimentare risultante dalle modificazioni apportate dal d.lgs. n. 5/2006 e dal d.lgs. n. 169/2007, il debitore ammesso al concordato preventivo omologato che si dimostri insolvente nel pagamento dei debiti concordatari può essere dichiarato fallito, su istanza dei creditori, del P.M. o sua propria, anche prima ed indipendentemente dalla risoluzione del concordato ex art. 186 L. Fall..

(Cassazione Civile, Sez. Unite, 14 febbraio 2022, n. 4696)


Riduzione del capitale sociale e determinazione del danno da mala gestio

Nell'azione di responsabilità promossa dal curatore di fallimento ai sensi della L. Fall., art. 146, comma 2, contro l'ex amministratore di una società, poi fallita, che abbia violato il divieto di compiere nuove operazioni sociali dopo l'avvenuta riduzione, per perdite, del capitale sociale al disotto del minimo legale (art. 2449 c.c., nel testo anteriore all'entrata in vigore del D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, ratione temporis applicabile al caso di specie), il giudice, ove, nella quantificazione del danno risarcibile, si avvalga, ricorrendone le condizioni, del criterio equitativo della differenza tra il passivo accertato e l'attivo liquidato in sede fallimentare, temperato dalla espunzione da tale differenza del passivo formatosi successivamente al verificarsi dello scioglimento della società, deve indicare le ragioni per le quali, da un lato, l'insolvenza sarebbe stata conseguenza delle condotte gestionali dell'amministratore e, dall'altro, l'accertamento del nesso di causalità materiale tra queste ultime e il danno allegato sarebbe stato precluso dall'insufficienza delle scritture contabili sociali; e ciò sempre che il ricorso a tale criterio equitativo sia, in ragione delle circostanze del caso concreto, logicamente plausibile e, comunque, l'attore abbia allegato un inadempimento dell'amministratore almeno astrattamente idoneo a porsi come causa del danno lamentato, indicando le ragioni che gli hanno impedito l'accertamento degli specifici effetti dannosi concretamente riconducibili alla condotta dell'amministratore medesimo.

(Cassazione Civile, 10 febbraio 2022, n. 4347)


Le postazioni di rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e visibili

L'art. 142 C.d.S., comma 6-bis, che dispone che le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, va interpretato nel senso che, tanto per le postazioni fisse quanto per quelle mobili, il requisito della preventiva segnalazione della postazione ed il requisito della visibilità della stessa sono distinti ed autonomi e devono essere entrambi soddisfatti ai fini della legittimità della rilevazione della velocità effettuata tramite la postazione.

(Cassazione Civile, 8 febbraio 2022, n. 4007)


Compravendita di auto difettosa: la tutela del compratore

Si presume che i difetti di conformità, che si manifestino entro sei mesi dalla consegna del bene, siano sussistenti già a tale data sicché il consumatore deve allegare la sussistenza del vizio mentre grava sul professionista l'onere di provare la conformità del bene consegnato rispetto al contratto di vendita. Ove la sostituzione o riparazione del bene non siano state impossibili né siano eccessivamente onerose, il consumatore, scaduto il termine congruo per la sostituzione o riparazione, senza che il venditore vi abbia provveduto, ovvero se le stesse abbiano arrecato un notevole inconveniente, può agire per la riduzione del prezzo o per la risoluzione del contratto, pur in presenza di un difetto di lieve entità.

(Cassazione Civile, 7 febbraio 2022, n. 3695)


La responsabilità dell’appaltatore nel contratto di appalto

In generale, l'appaltatore può rispondere delle difformità e dei vizi dell'opera soltanto se essi concernano le prestazioni specificamente previste nel contratto di appalto, da ritenersi perciò corrispondenti alle istruzioni e alle aspettative del committente, il quale, se volesse inserire ulteriori interventi nel contratto di appalto, dovrebbe richiederli all'appaltatore ricontrattando le conseguenti pattuizioni da concordare in via ulteriore.

(Cassazione Civile, 9 febbraio 2022, n. 4076)


Quando l’installazione di dissuasori di parcheggio nel cortile non è innovazione

La necessità di dare puntuale attuazione al vincolo derivante dal regolamento di condominio ed assicurare, quindi, proprio quella destinazione che era stata assegnata alla piazzetta condominiale (installazione di arredi urbani atti ad impedire il parcheggio), consente di escludere che le opere approvate con delibera condominiale (installazione di cubi di cemento) possano rientrare nella nozione di innovazione (peraltro non potendosi riscontrare l’esistenza di un diritto del singolo condomino a trarre utilità sotto forma di parcheggio dal bene comune, suscettibile di essere menomato dalla collocazione dei cubi di cemento).

(Cassazione Civile, ordinanza, 3 febbraio 2022 n. 3440)


Se il turista a causa dell’emergenza pandemica non può partire, il tour operator deve rimborsare il viaggio

Il contratto di pacchetto turistico, stipulato tra il tour operator/l'agenzia ed il consumatore, si qualifica come contratto a prestazioni corrispettive, sicché nel caso di impedimento soggettivo del fruitore della prestazione si applica l'art. 1463 c.c., nell'ipotesi in cui, pur se normativamente non specificatamente prevista, la causa concreta del contratto, consistente nella fruizione di un viaggio con finalità turistica, diviene inattuabile per una causa di forza maggiore, non prevedibile e non ascrivibile alla condotta dei contraenti, con conseguente estinzione dell'obbligazione e diritto di richiedere la restituzione delle somme già versate. Il fatto imprevedibile ed imprevisto può riguardare tanto il turista in prima persona quanto il (turista) suo prossimo congiunto. (Nel caso di specie, la situazione pandemica in atto, connessa alla preesistente patologia di epatite autoimmune della turista, riguardando tanto quest'ultima quanto il turista suo prossimo congiunto, come tale è stata ritenuta idonea ad impedire la fruizione dei servizi acquistati).

(Tribunale di Lodi, ordinanza, 22 gennaio 2022)


E’ giustificato l’abbandono del tetto coniugale in caso di tensione tra i coniugi

In tema di addebito della separazione, la forte tensione tra i coniugi, per giunta in un clima di progressiva reciproca disaffezione, può giustificare l'abbandono del tetto coniugale. Questa decisione, quindi, non può portare all'addebito della separazione alla persona che ha lasciato la casa coniugale.

(Cassazione Civile, 3 febbraio 2022, n. 3426)


Quando è valido lo stampatello nella redazione del testamento olografo

L’abitualità e la normalità del carattere grafico impiegato per scrivere non rientrano fra i requisiti formali del testamento olografo, nonostante assumano un pregnante valore probatorio nell’ottica dell’attribuzione della scheda testamentaria al de cuius. Per l’effetto, l’impiego dello stampatello non può escludere di per sé l’autenticità della scrittura, pur se rappresenta un elemento significativo del quale tenere conto ai fini della valutazione di detta autenticità.

(Cassazione Civile, ordinanza 31 dicembre 2021, n. 42124)


Sul riparto di responsabilità tra utente e amministrazione

In caso di condotta imprudente dell’infortunato - come l'avere, in tesi, circolato in bicicletta su un'area interdetta al traffico dei velocipedi —occorre verificare se il comportamento colposo della vittima valesse ad escludere ogni responsabilità del Comune, consistente nell'avere lasciata aperta, incustodita e per giunta non segnalata e non intercettabile una buca di quelle dimensioni e di quella profondità.

(Cassazione Civile, ordinanza, 28 gennaio 2022, n. 2667)