Il tempo di accensione della luce gialla non può essere inferiore a tre secondi

In tema di violazioni del Codice della Strada, la risoluzione del Ministero dei trasporti n. 67906 del 2007, in assenza di apposite indicazioni del Codice, regola il tempo di accensione della luce gialla del semaforo, la cui durata non può essere inferiore a tre secondi in corrispondenza al tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 km/h, pur rimanendo possibile procedere all'impostazione di un intervallo superiore.

(Cassazione Civile, 26 gennaio 2022, n. 2305)


Sui principi applicabili alla responsabilità del notaio che non effettua le verifiche dei registri immobiliari

L'azione risarcitoria proposta nei confronti del notaio rogante dall'acquirente di un immobile, contro cui erano state precedentemente trascritte domande giudiziali pregiudizievoli non rilevate dal notaio, non può essere respinta per mancanza della prova dell'effettiva perdita del bene. Vengono infatti in rilievo i principi in tema di evizione, per cui la perdita lamentata riguarda il diritto dominicale sul bene e non la sua disponibilità e l'azione è esperibile anche a fronte della mera minaccia di evizione, sempre che il diritto prevalente del terzo venga poi accertato o riconosciuto nei termini di cui all'art. 1485 c.c., secondo comma.

(Cassazione Civile, ordinanza, 14 gennaio 2022, n. 1069)


Sull’obbligo di taratura delle apparecchiature di misurazione della velocità

Poiché, a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale del D.Lgs. n. 285 del 1992, art. 45, comma 6, (Corte Cost. 18 giugno 2015 n. 113), tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura, in caso di contestazioni circa l'affidabilità dell'apparecchio il giudice è tenuto ad accertare se tali verifiche siano state o meno effettuate (nel caso in esame, relativa ad un verbale per violazione dei limiti di velocità, la verifica aveva riguardato solo la taratura e non la regolarità del controllo periodico, mentre il giudice avrebbe dovuto provvedere a verificare anche questo secondo profilo).

(Cassazione Civile, 17 gennaio 2022, n. 1283)


Diritto di credito del socio uscente: la prescrizione decorre dallo scioglimento del rapporto

L'art. 2289 c.c. - relativo alla liquidazione della quota del socio uscente - prevede che la prestazione sia esigibile dal socio creditore alla scadenza del termine di sei mesi dallo scioglimento del rapporto, sicché la prescrizione del diritto di credito avente tale oggetto decorre dallo spirare del suddetto termine semestrale.

(Cassazione Civile, 17 gennaio 2022, n. 1200)


La clausola vessatoria e la nozione di squilibrio tra le prestazioni delle parti

La nozione di significativo squilibrio contenuta nell'art. 1469-bis c.c. (e, successivamente, nell'art. 33 codice del consumo), relativamente alle clausole vessatorie contenute nei contratti tra professionista e consumatore, fa esclusivo riferimento ad uno squilibrio di carattere giuridico e normativo, riguardante la distribuzione dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, non consentendo invece di sindacare l'equilibrio economico, ossia la convenienza economica dell'affare concluso.

(Cassazione Civile, 25 novembre 2021, n. 36740)


Sulla responsabilità dell’incendio sprigionato da una canna fumaria di un appartamento in locazione

In caso di incendio sprigionato da una canna fumaria di un appartamento in locazione, sussiste la responsabilità del conduttore per non adeguata manutenzione e quella del locatore, allorché egli non abbia constatato il vizio di costruzione della canna fumaria, causa del suddetto incendio, ai sensi dell'art. 2051 c.c..

(Cassazione Civile, 11 gennaio 2022, n. 564)


Costituisce diritto reale d’uso la c.d. “servitù telefonica di passaggio con appoggio” sull'altrui fondo

Il proprietario ha l'obbligo di concedere gratuitamente il passaggio e l'appoggio, sul proprio fondo, delle condutture telefoniche necessarie a collegare il suo apparecchio telefonico (ed oggi anche per l'adeguamento tecnologico della rete volti al miglioramento della connessione e dell'efficienza energetica), mentre detto obbligo non sussiste (e compete al titolare una giusta indennità) quando il passaggio e l'appoggio siano destinati a collegare anche apparecchi telefonici di terzi proprietari o inquilini di immobili vicini e risulti che l'essere le condutture telefoniche anche al servizio di altri, oltreché del proprietario del fondo attraverso cui passano, comporti per lui un sacrificio economicamente apprezzabile. Pertanto, la c.d. servitù telefonica di "passaggio con appoggio", sull'altrui fondo, di fili e simili non costituisce una servitù in senso tecnico, per mancanza del requisito della predialità e quindi dell'esistenza di un fondo dominante, ma "un diritto reale di uso" rientrante tra i pesi di diritto pubblico di natura reale gravanti su beni (nella specie, la circostanza che l'impianto servisse non solo l'immobile del proprietario -già in passato collegato alla rete da altro cavo -, ma anche immobili vicini rendeva indispensabile il suo consenso alla nuova installazione, dovendosi costituire un diritto di natura reale. Neppure era sufficiente che le condizioni di abbonamento - a prescindere dalla loro vessatorietà - prevedessero la gratuità dell'attraversamento dei cavi per il collegamento della singola utenza alla rete telefonica, non riguardando detta pattuizione il diverso caso in cui i cavi fossero installati anche a servizio di altri immobili).

(Cassazione Civile, 12 gennaio 2022, n. 788)


Atto notificato via pec e casella del destinatario piena: quali le conseguenze?

In caso di notificazione a mezzo PEC di un atto di impugnazione, qualora la casella del destinatario risulti piena e – come tale – non in grado di ricevere il messaggio di posta elettronica, parte notificante dovrà attivarsi tempestivamente per procedere ad una nuova notifica con le modalità ordinaria di cui agli artt. 137 e ss. c.p.c..

(Cassazione Civile, 20 dicembre 2021, n. 40758)


Non è una buona scusa per non pagare il parcheggio il fatto di non avere con sé monete

Lasciare la vettura in sosta, in area a pagamento, senza corrispondere la prescritta tariffa in ragione del fatto che i parchimetri predisposti dal Comune non accettano banconote o carte di credito, unitamente al fatto di non avere monete con sé al momento del fatto, non legittima l’automobilista a parcheggiare in difetto di adempimento dell’obbligo di pagamento della relativa tariffa.

(Cassazione Civile, ordinanza, 7 gennaio 2022 n. 277)


Non spetta alcun risarcimento al proprietario in caso di recesso del conduttore che esercita un’attività vietata dal regolamento condominiale

Non può dirsi fondata l'azione proposta dal condomino nei confronti del condominio per le assunte molestie arrecate da quest'ultimo al conduttore di unità immobiliare locata dal primo, ove la gestione condominiale adotti provvedimenti per curare l'osservanza del regolamento di condominio, invitando il condomino locatore al rispetto di un divieto regolamentare di destinazione. Tale condotta non costituisce atto illecito, e non può, quindi, porsi a fondamento di una responsabilità risarcitoria collettiva del condominio (fattispecie relativa alla azione di risarcimento dei danni correlati al recesso della conduttrice dalla locazione di unità immobiliare di proprietà del ricorrente, il quale aveva sostenuto che il recesso della conduttrice fosse stato conseguente alla illecita condotta mantenuta dal Condominio al fine di far valere l'incompatibilità dell'attività di "comunità alloggio" di assistenza per anziani e disabili svolta nell'immobile locato).

(Cassazione Civile, ordinanza, 7 gennaio 2022, n. 277)