Risarcimento del danno per tardivo accredito del bonifico

E’ tenuta al risarcimento del danno non patrimoniale (determinato in Euro 5.000) la banca che ha accreditato sul conto corrente del correntista una cospicua somma di denaro con un ritardo di oltre un mese. La sola consistenza della somma è sufficiente a dimostrare il patema d'animo subito dal correntista (in quel mese ha passato tante notti insonni ed ha dovuto fare ricorso anche agli psicofarmaci).

(Cassazione Civile, 13 settembre 2021, n. 24643)


Il curatore e l’azione contro la banca per abusiva concessione del credito

Il curatore fallimentare è legittimato ad agire contro la banca per la concessione abusiva del credito, in caso di illecita nuova finanza o di mantenimento dei contratti in corso, che abbia cagionato una diminuzione del patrimonio del soggetto fallito, per il danno diretto all'impresa conseguito al finanziamento e per il pregiudizio all'intero ceto creditorio a causa della perdita della garanzia patrimoniale ex art. 2740 c.c..

(Cassazione Civile, 14 settembre 2021, n. 24725)


Il ruolo dei Servizi Sociali nel conflitto genitoriale

Il provvedimento di collocamento del minore presso i Servizi Sociali ha la evidente finalità di precostituire, ove possibile, le condizioni per il ripristino di una condivisa bigenitorialità, tutelando fin da subito il minore e dettando, a tal fine, tutte le disposizioni utili intese nell’immediatezza ad attribuire ai Servizi Sociali un ruolo di supplenza e di garanzia e a fare iniziare ai genitori un percorso terapeutico finalizzato al superamento del confitto e alla corretta instaurazione di una relazione basata sul reciproco rispetto nella relazione con il figlio.

(Cassazione Civile, ordinanza 13 settembre 2021, n. 24637)


Pattuizione “a risultato” dell’avvocato ed incarico non portato a termine

La pattuizione con cui le parti stabiliscono una modalità di remunerazione della prestazione professionale dell’avvocato rigorosamente correlata alla somma eventualmente recuperata ovvero all'esito negativo del giudizio è destinata a rimanere inoperante con riferimento all’evenienza dell’anticipato recesso del cliente/committente dal contratto d’opera.

(Cassazione Civile, ordinanza 10 settembre 2021, n. 24523)


Fallimento e accertamento della qualifica di socio occulto

Al fine dell'applicazione della L. Fall., art. 147, è sufficiente il riscontro, oltre che della situazione normale di una società che esista nella realtà e come tale operi nei rapporti con i terzi, anche delle situazioni anomale costituite dalla società meramente apparente nei confronti dei terzi, pure se inesistente nei rapporti interni, e dalla società occulta, cioè realmente esistente, ma non esteriorizzata. Queste due ultime situazioni, peraltro, in relazione alla diversità di presupposti, si pongono su un piano alternativo. Ne consegue che l'estensione del fallimento di un imprenditore individuale ad altro soggetto, previo riscontro di una società di fatto, non può essere contraddittoriamente giustificata in base al contemporaneo accertamento, in detto soggetto, della qualità di socio apparente e di socio occulto.

(Cassazione Civile, 13 settembre 2021, n. 24633)


La rimodulazione del contratto originario non sana l’invalidità del contratto quadro

In tema di contratto di interest rate swap concluso senza accordo quadro redatto per iscritto con un intermediario, il quale in seguito sia stato incorporato in altra società intermediaria, già legata al medesimo investitore da un valido contratto quadro, la c.d. rimodulazione del contratto originario di swap – mediante il recesso anticipato dell’investitore e la contestuale conclusione di un nuovo contratto direttamente con l’intermediario incorporante - comporta che il requisito della forma scritta del contratto quadro ex art. 23 t.u.f. sussista solo con riguardo alla nuova operazione, lasciando permanere l’invalidità della prima per difetto di tale requisito.

(Cassazione Civile, 6 settembre 2021, n. 24015)


Via libera all’ordine di esibizione degli estratti conto solo dopo l’inutile richiesta alla banca

l diritto spettante al cliente, a colui che gli succede a qualunque titolo o che subentra nell'amministrazione dei suoi beni, ad ottenere, a proprie spese, copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni, ivi compresi gli estratti conto, sancito dall'art. 119, comma 4, d.lgs. n. 385/1993, recante il testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, può essere esercitato in sede giudiziale attraverso l'istanza di cui all'articolo 210 c.p.c., in concorso dei presupposti previsti da tale disposizione, a condizione che detta documentazione sia stata “precedentemente richiesta” alla banca, che senza giustificazione non vi abbia ottemperato; la stessa documentazione non può essere acquisita in sede di consulenza tecnica d'ufficio contabile, ove essa abbia ad oggetto fatti e situazioni che, essendo posti direttamente a fondamento della domanda o delle eccezioni delle parti, debbano necessariamente essere provati dalle stesse.

(Cassazione Civile, 13 settembre 2021, n. 24641)


Responsabilità per omessa vigilanza dell'Ente Pubblico

La responsabilità per i danni cagionati da cose in custodia prescinde dall’accertamento del carattere colposo dell’attività o dal comportamento del custode e ha natura oggettiva, necessitando per la sua configurabilità, del mero rapporto eziologico tra cosa ed evento. La Pubblica Amministrazione, per liberarsi dall’obbligo risarcitorio, deve provare l’esistenza di un fattore idoneo ad interrompere il nesso causale; inoltre, per ottenere l’esonero dalla responsabilità, il custode deve provare che il fatto abbia i requisiti dell’autonomia, dell’eccezionalità, dell’imprevedibilità e dell’inevitabilità e che sia, quindi, idoneo a produrre l’evento, escludendo fattori causali concorrenti.

(Tribunale di Napoli, 22 luglio 2021, n. 6775)


Installazione di videocamere e pregiudizio (effettivo) alla riservatezza

Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza - conseguente all’installazione di videocamere -, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile.

(Tribunale di Palermo, 16 marzo 2021, n. 912)


L’onere di dimostrare la conoscenza effettiva dello stato di insolvenza può essere assolto tramite presunzioni semplici

La procedura concorsuale, ove solleciti la declaratoria di inefficacia di un atto ai sensi della L.F., art. 67, comma 2, deve fornire la prova della sussistenza del presupposto soggettivo della conoscenza dello stato di insolvenza in capo all'accipiens, conoscenza che deve essere effettiva e non meramente potenziale. La prova può essere fornita in via diretta tramite la confessione del convenuto o tramite la prova che l'accipiens sia stato informato, dal solvens o aliunde, dello stato di insolvenza; oppure in via presuntiva offrendo elementi indiziari gravi, precisi e concordanti che in applicazione del disposto degli artt. 2727 e 2729 c.c., conducano il giudice a ritenere che il terzo, facendo uso della sua normale prudenza e avvedutezza - rapportata anche alle sue qualità personali e professionali, nonché alle condizioni in cui egli si è trovato concretamente ad operare - non possa non aver percepito i sintomi rivelatori dello stato di decozione del debitore (nella specie, la Corte ha sottolineato che rilevano senz'altro le notizie di stampa tenendo debitamente in considerazione le caratteristiche delle stesse, il numero e la tiratura nazionale delle medesime; il tutto anche in rapporto alle caratteristiche e qualifiche specifiche e concrete dell'accipiens stesso).

(Cassazione Civile, 31 agosto 2021, n. 23650)