Sulla natura della responsabilità dell'amministratore
A fronte di disponibilità patrimoniali pacificamente fuoriuscite dall'attivo della società, questa, nell'agire per il risarcimento del danno nei confronti dell'amministratore, può dunque limitarsi ad allegare l'inadempimento, consistente nella distrazione delle dette risorse, mentre compete allo stesso amministratore la prova del suo adempimento, consistente nella destinazione delle attività patrimoniali all'estinzione di debiti sociali (come quelli eventi ad oggetto gli utili di esercizio e i compensi spettantigli) o il loro impiego per lo svolgimento dell'attività sociale, in conformità della disciplina normativa.
(Cassazione Civile, ordinanza 12 maggio 2021, n. 12567)
Responsabilità da “bugiardino” della casa farmaceutica
La nozione di prodotto difettoso, ex art. 117 del Codice del Consumo, non riguarda ogni prodotto genericamente insicuro, ma, piuttosto, quello che non raggiunga lo standard di sicurezza che il consumatore può legittimamente attendersi, in relazione ad una pluralità di elementi, quali le modalità con cui è stato messo in circolazione, la sua presentazione, le sue caratteristiche estrinseche, le istruzioni o avvertenze fornite dal produttore ai consumatori e l'uso cui lo stesso è destinato. Il concetto di sicurezza del prodotto, pertanto, è strettamente connesso all'assenza o carenza di istruzioni ed è differente da quello di vizio del prodotto, di cui all'art. 1490 c.c., che può invece coincidere anche con un'imperfezione, che non ne determini la pericolosità per il consumatore (fattispecie relativa alla responsabilità del produttore per i danni cagionati da un prodotto farmaceutico difettoso).
(Cassazione Civile, 10 maggio 2021, n. 12225)
Sull’inadempimento dell’advisor
La redazione di un piano di concordato preventivo affetto da mancanze afferenti ad aspetti basilari della procedura tali da comportare vizi di così grave portata da rendere il piano concordatario palesemente inidoneo a perseguire la causa concreta attribuitagli dal legislatore (e cioè il superamento della crisi dell’impresa realizzato attraverso il soddisfacimento, seppur minimale, dei creditori secondo le modalità ed i tempi appositamente previsti), comporta per l’advisor che lo ha ideato ed elaborato, la responsabilità per grave inadempimento della prestazione professionale assunta e la conseguente necessità di risarcire il danno patito dalla società in crisi in conseguenza di tale condotta, costituito, nella specie, dall’ammontare delle somme inutilmente versate al professionista.
(Tribunale di Padova, 9 marzo 2021, est. Dott. Marzella)
Il proprietario di vani terranei di un edificio in condominio non può eseguire modificazioni che alterino la destinazione d’uso del bene
Il proprietario di vani terranei di un edificio in un Condominio non può eseguire modificazioni della pavimentazione e dell'accesso al proprio locale per consentire l'attraversamento con autovetture, ove da tale utilizzazione della cosa comune risulti alterata la destinazione e sia impedito agli altri condomini di farne parimenti uso secondo il loro diritto.
(Cassazione Civile, ordinanza, 6 maggio 2021, n. 11870)
Sull’obbligo di conservazione dell’integrità del patrimonio sociale
La responsabilità dell’amministratore di società a responsabilità limitata che abbia interamente perso il capitale sociale non sorge automaticamente dalla mera prosecuzione dell’attività d’impresa, consentita entro i limiti di cui all’art. 2486 c.c., bensì consegue alla gestione in chiave non conservativa della società, riconducibile all’assunzione di nuovi impegni e obbligazioni.
(Tribunale di Napoli, sez. Impresa, 8 marzo 2021)
Atti di bullismo in danno di uno studente e responsabilità del MIUR
Il MIUR risponde dei danni patiti da uno studente di 10 anni, rimasto vittima di atti di bullismo consumati nel corso della ricreazione presso i bagni della scuola primaria, ad opera di un altro allievo del medesimo istituto, coetaneo del bambino ferito. I soprusi hanno avuto luogo a causa dell’omesso controllo e sorveglianza da parte del personale docente e non docente addetto alla struttura scolastica: gli insegnanti oltre a non aver vigilato, non avevano neppure avvisato i genitori, con sollecitudine, di quanto occorso.
(Tribunale di Potenza, 12 aprile 2021, n. 380)
Sull’usucapione della servitù di passaggio
Il requisito dell’apparenza della servitù, necessario ai fini del relativo acquisto per usucapione o per destinazione del padre di famiglia, si configura come presenza di segni visibili di opere permanenti obiettivamente destinate al suo esercizio e rivelanti, in modo non equivoco, l’esistenza del peso gravante sul fondo servente, così da rendere manifesto che non si tratta di attività compiuta in via precaria, bensì di preciso onere a carattere stabile; ne consegue che, per l’acquisto in base a dette modalità di una servitù di passaggio, non basta l’esistenza di una strada o di un percorso all’uopo idonei, essendo viceversa essenziale che essi mostrino di essere stati realizzati al preciso scopo di dare accesso al fondo preteso dominante attraverso quello preteso servente ed occorrendo, pertanto, un “quid pluris” che dimostri la loro specifica destinazione all’esercizio della servitù.
(Cassazione Civile, ordinanza 6 maggio 2021, n. 11834)
Sul danno morale terminale (“da lucida agonia”)
In caso di morte causata da un illecito, il danno morale terminale deve essere tenuto distinto da quello biologico terminale, in quanto il primo (danno da lucida agonia o danno catastrofale o catastrofico) consiste nel pregiudizio subito dalla vittima in ragione della sofferenza provata nel consapevolmente avvertire l'ineluttabile approssimarsi della propria fine ed è risarcibile a prescindere dall'apprezzabilità dell'intervallo di tempo intercorso tra le lesioni e il decesso, rilevando soltanto l'integrità della sofferenza medesima; mentre il secondo, quale pregiudizio alla salute che, anche se temporaneo, è massimo nella sua entità e intensità, sussiste, per il tempo della permanenza in vita, a prescindere dalla percezione cosciente della gravissima lesione dell'integrità personale della vittima nella fase terminale della stessa, ma richiede, ai fini della risarcibilità, che tra le lesioni colpose e la morte intercorra un apprezzabile lasso di tempo.
(Cassazione Civile, ordinanza 5 maggio 2021, n. 11719)
Azione di responsabilità nei confronti del socio gestore
Ai fini della responsabilità del socio di S.r.l., ex art. 2476, comma 8, c.c., vengono in rilievo tanto gli atti autorizzati o decisi, nell’ambito dei poteri attribuiti al socio dalla legge o dallo statuto, quanto per l’impulso all’attività gestoria offerto a livello decisionale, sia pure al di fuori di formali procedimenti di decisione e/o autorizzazione: rientrano nel perimetro della norma anche le ipotesi in cui il socio, pur non esercitando in modo esclusivo, continuativamente od occasionalmente, poteri tipici degli amministratori, orienti di fatto l’attività di questi ultimi, inducendoli al compimento di atti dannosi. Pertanto, risponde ai sensi dell’art. 2476, comma 8, c.c., il socio che, pur non essendo investito della facoltà di interferire sull’operato degli amministratori, adotti comportamenti rientranti nelle facoltà gestorie. Sotto il profilo soggettivo, l’intenzionalità del socio è costituita dalla piena consapevolezza di compiere un atto decisionale o autorizzatorio potenzialmente dannoso: l’antigiuridicità sussiste non solo quando l’atto deciso è contrario alla legge o all’atto costitutivo, ma anche quando, pur lecito, l’atto è esercitato in modo abusivo.
(Tribunale di Roma, 5 febbraio 2021)
Morte di un beneficiario della polizza vita antecedente alla morte del contraente
Allorché uno dei beneficiari di un contratto di assicurazione sulla vita premuore al contraente, la prestazione, se il beneficio non sia stato revocato o il contraente non abbia disposto diversamente, deve essere eseguita a favore degli eredi del premorto in proporzione della quota che sarebbe spettata a quest'ultimo.
(Cassazione Civile, Sezioni Unite, 30 aprile 2021, n.11421)