Assenza di consenso informato: quando i danni sono risarcibili?
Nel caso in cui il danneggiato abbia allegato di aver subito un pregiudizio casualmente legato ex art. 1223 c.c. con l’omessa informazione, spetta al giudice accertare se il danno invocato abbia superato la soglia della serietà e gravità, da determinarsi nel bilanciamento tra principio di solidarietà e di tolleranza secondo il parametro costituito dalla coscienza sociale in un determinato momento storico. Presupposto indispensabile per l’apprezzamento e la conseguente risarcibilità di un pregiudizio discendente dalla lesione del diritto del paziente ad autodeterminarsi è che l’evento si ponga in correlazione causale con le sofferenze patite che non devono consistere in meri disagi o fastidi.
(Cassazione Civile, ordinanza 16 marzo 2021, n. 7385)
Sul regolamento condominiale contrattuale
Il regolamento di condominio cosiddetto "contrattuale" si configura, dal punto di vista strutturale, come un contratto plurilaterale, avente cioè pluralità di parti e scopo comune; ne consegue che l'azione di nullità del regolamento medesimo è esperibile non nei confronti del condominio (e quindi dell'amministratore), il quale è carente di legittimazione in ordine ad una siffatta domanda, ma da uno o più condomini nei confronti di tutti gli altri, in situazione di litisconsorzio necessario.
(Cassazione Civile, ordinanza 10 marzo 2021, n. 6656)
Lo studio legale associato ed il privilegio professionale
Non compete il privilegio previsto dall’art. 2751 bis, n. 2, c.c. per il lavoro professionale esercitato in forma associata, perché in tali casi il credito per il compenso, riferibile alla società tra professionisti o all’associazione come parte del rapporto contrattuale, sconta necessariamente una seppur minima remunerazione del capitale. Per ottenere il riconoscimento del privilegio in parola occorre accertare se il contratto si instauri tra il singolo professionista ed il cliente, ovvero tra questi e il soggetto collettivo nel quale il professionista risulti organicamente inserito quale prestatore d’opera qualificato: solo nel primo caso, infatti, il credito è assistito dalla causa di prelazione dell’art. 2751 bis, n. 2, c.c., corrispondendo alla remunerazione di una prestazione lavorativa personale, ancorché comprendente anche le spese organizzative necessarie per il suo autonomo svolgimento.
(Tribunale di Alessandria, 23 febbraio 2021)
Quando è legittimo il recesso del socio
La modifica della facoltà del socio di farsi rappresentare in assemblea onde esercitare il diritto di voto non può essere considerata modifica dei diritti di partecipazione legittimanti il recesso, dovendosi riaffermare il principio secondo cui i diritti di partecipazione di cui all’articolo 2437 c.c. lettera g) sono da riferirsi ai soli diritti di natura economica discendenti dalla partecipazione societaria. La modifica statutaria della facoltà di delega non incide neanche sul diritto di voto perché non concerne in sé il riconoscimento del diritto di voto riconnesso alla qualifica di socio, ma inerisce esclusivamente ad una modificazione della facoltà e del diritto di farsi rappresentare in assemblea, cosa in sé diversa dal riconoscimento del diritto di voto; il socio, nonostante la modifica, continua a godere dei medesimi diritti di voto, di talché è da escludersi la sua legittimazione al recesso.
(Tribunale di Venezia, 26 febbraio 2021)
Danni da omessa custodia del lastrico solare
In tema di infiltrazioni provenienti dal terrazzo di copertura del condominio, l'omissione di atti conservativi integra una violazione per il condominio per mancata conservazione delle parti comuni (nel caso il lastrico solare funga da copertura per l'edificio) e del condomino ai sensi dell'art. 2051 c.c., in quanto unico soggetto custode del bene e con una cognizione diretta del suo stato di conservazione.
(Cassazione Civile, 11 marzo 2021, n. 6816)
La nuova convivenza dell’ex moglie incide sull’assegno divorzile
La solidarietà economica tra i conviventi presume che le disponibilità economiche di ciascuno dei conviventi more uxorio siano messe in comune nell’interesse del nuovo nucleo familiare, restando tuttavia salva la facoltà dell’ex coniuge richiedente l’assegno divorzile di provare che la convivenza di fatto non influisca in melius sulle proprie condizioni economiche e che i propri redditi rimangano inadeguati.
(Cassazione Civile, 4 marzo 2021, n. 6051)
Sull’utilizzo della mascherina in classe
Va sospeso l'obbligo di indossare il DPI (mascherina) per l'intera durata della giornata scolastica da parte di un minore di 12 anni che ha dimostrato difficoltà respiratorie connesse all'uso della mascherina stessa.
(Consiglio di Stato, 1 marzo 2021, n. 1006)
Sulla liquidazione equitativa del danno per violazione di privativa industriale
In tema di proprietà industriale, il titolare del diritto di privativa leso può chiedere di essere ristorato del danno patito invocando il criterio costituito dal margine di utile del titolare del brevetto applicato al fatturato dei prodotti contraffatti, realizzato dal contraffattore, di cui all'art. 125 d.lg. n. 30 del 2005 (c.d. "codice della proprietà industriale", nel testo modificato dall'art. 17 d.lg. n. 140 del 2006), alla luce del quale il danno va liquidato sempre tenendo conto degli utili realizzati in violazione del diritto, vale a dire considerando il margine di profitto conseguito, deducendo i costi sostenuti dal ricavo totale. In particolare, in tale ambito, il criterio della "giusta royalty" o "royalty virtuale" segna solo il limite inferiore del risarcimento del danno liquidato in via equitativa che però non può essere utilizzato a fronte dell'indicazione, da parte del danneggiato, di ulteriori e diversi ragionevoli criteri equitativi, il tutto nell'obiettivo di una piena riparazione del pregiudizio risentito dal titolare del diritto di proprietà intellettuale.
(Cassazione Civile, 2 marzo 2021, n. 5666)
Sul ripianamento di perdite pregresse mediante erogazione, da parte della stessa banca creditrice, di un nuovo finanziamento di credito ipotecario
L'operazione di "ripianamento" di debito a mezzo di nuovo "credito", che la banca già creditrice realizzi mediante accredito della somma su un conto corrente gravato di debito a carico del cliente, non integra gli estremi del contratto di mutuo, bensì quelli di una semplice modifica accessoria dell'obbligazione, come conseguente alla conclusione di un pactum de non petendo ad tempus.
(Cassazione Civile, 25 gennaio 2021, n. 1517)
L’attività stragiudiziale del curatore non necessita di autorizzazione del giudice
Il compimento dell'attività stragiudiziale da parte del curatore non è soggetto alla preventiva autorizzazione del giudice delegato, quanto, piuttosto, da quella successiva del comitato dei creditori.
(Cassazione Civile, ordinanza, 2 marzo 2021, n. 5672)