L’insinuazione al passivo del credito del coobbligato è possibile solo se sia già avvenuto il pagamento
Il fideiussore che, escusso dal creditore garantito, non abbia provveduto al pagamento del debito, non è legittimato, ai sensi dell’art. 6, l. fall., a proporre l’istanza di fallimento contro il debitore principale per il solo fatto di averlo convenuto in giudizio con l’azione di rilievo, ex art. 1953, c.c., atteso che tale azione non lo munisce di un titolo astrattamente idoneo ad attribuirgli la qualità di creditore concorsuale in caso di apertura del fallimento; deve escludersi, per altro verso, che il diritto del fideiussore al regresso (o alla surrogazione nella posizione del creditore principale) possa sorgere, ancorché in via condizionale, anteriormente all’adempimento dell’obbligazione in garanzia.
(Cassazione Civile, ordinanza, 11 novembre 2020 n. 25317)
Sul cumulo dell’indennizzo per sinistri stradali
Le somme che il danneggiato si sia visto liquidare dall'ente gestore dell'assicurazione sociale a titolo di rendita per l'invalidità civile vanno detratte dall'ammontare dovuto, allo stesso titolo, dal responsabile civile al predetto danneggiato, giacché quest'ultimo, diversamente, conseguirebbe un importo maggiore di quello cui ha diritto. Le prestazioni previdenziali o indennitarie dell'assicuratore sociale assumono infatti carattere di mera anticipazione rispetto all'assolvimento dell'obbligo a carico del responsabile e al danneggiato non è consentito reclamare un risarcimento del danno superiore rispetto a quello effettivamente sofferto.
(Cassazione Civile, 5 novembre 2020, n. 24633)
Inadempimento del mandato di difesa: la prescrizione decorre dal giudicato
Nel caso in cui l'illecito contrattuale consista nell'inadempimento del mandato di difesa in ambito giudiziario, si ha la certezza del conseguente danno soltanto quando si forma il giudicato del processo, per cui solo a partire dalla formazione di tale giudicato decorre la prescrizione del diritto risarcitorio ai sensi dell'articolo 2935 c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza, 3 novembre 2020 n. 24270)
Consegna della merce e prova del credito verso il Fallimento
In tema di accertamento del passivo, il credito del venditore nei confronti del compratore fallito, nel caso di beni mobili da trasportare da un luogo all'altro può essere provato con la consegna della merce al vettore o allo spedizioniere, perché è in quel momento, ai sensi dell'art. 1510 c.c., che si trasferisce all'acquirente - salvo patto contrario - la proprietà dei beni medesimi.
(Cassazione Civile, 22 settembre 2020, n. 19719)
Sulla natura vessatoria della clausola risolutiva espressa
La clausola risolutiva espressa attribuisce al contraente il diritto potestativo di ottenere la risoluzione del contratto per un determinato inadempimento della controparte, dispensandola dall'onere di provarne l'importanza; detta clausola non ha carattere vessatorio, atteso che non è riconducibile ad alcuna delle ipotesi previste dall'art. 1341 c.c., comma 2, neanche in relazione all'eventuale aggravamento delle condizioni di uno dei contraenti derivante dalla limitazione della facoltà di proporre eccezioni, in quanto la possibilità di chiedere la risoluzione è connessa alla stessa posizione di parte del contratto e la clausola risolutiva si limita soltanto a rafforzarla.
(Cassazione Civile, ordinanza 27 agosto 2020, n. 17912)
Sulla compensabilità fra crediti nel concordato con riserva
Nell'ipotesi in cui al concordato preventivo "con riserva" faccia seguito la dichiarazione di fallimento della società debitrice, trovandosi in presenza di un fenomeno di consecuzione di procedure concorsuali, non è ammissibile la compensazione fra due crediti, di cui uno sorto dopo il deposito della domanda di concordato preventivo "in bianco" e l'altro precedentemente.
(Tribunale di Lecce, 20 ottobre 2020)
Impugnazione delibera di esclusione del socio di cooperativa
L’esclusione del socio di una cooperativa per grave inosservanza degli obblighi imposti dallo statuto integra un atto di carattere negoziale che il socio escluso può contestare attraverso il rimedio dell’opposizione di cui all’art. 2533, comma 3, c.c.; nel corso di tale giudizio contenzioso, la società cooperativa, in quanto parte richiedente la risoluzione del contratto sociale, è assoggettata all’onere di dimostrare la sussistenza dei fatti allegati a fondamento della delibera di esclusione.
(Corte d’Appello di Salerno, 29 giugno 2020, n. 770)
Quando può essere disconosciuto l’interesse del successibile ex lege
L'interesse del successibile ex lege a impugnare il testamento non può essere negato in forza della considerazione, teorica e astratta, che potrebbero esistere altri successibili. L'interesse del successibile potrebbe essere disconosciuto solo in presenza di un chiamato "noto" che lo preceda nell'ordine successorio.
(Cassazione Civile, 9 novembre 2020, n. 25077)
Violazione dei doveri di diligenza professionale
In tema di responsabilità professionale dell'avvocato per omesso svolgimento di un'attività da cui sarebbe potuto derivare un vantaggio personale o patrimoniale per il cliente, la regola della preponderanza dell'evidenza o del 'più probabile che non', si applica non solo all'accertamento del nesso di causalità tra l'omissione e l'evento del danno, ma anche all'accertamento del nesso tra quest'ultimo, quale elemento costitutivo della fattispecie, e le conseguenze dannose risarcibili, atteso che, trattandosi di evento non verificatosi proprio a causa dell'omissione, lo stesso può essere indagato solo mediante un giudizio prognostico sull'esito che avrebbe potuto avere l'attività professionale omessa.
(Cassazione Civile, 6 novembre 2020, n. 24956)
Agente impegnato nel verificare un sinistro
In tema di immediata contestazione della violazione di norme stradali, l'indicazione, contenuta nel verbale, che la contestazione non è stata immediata a causa della verificazione di un sinistro, costituisce una motivazione sufficiente a rendere legittima la sanzione.
(Cassazione Civile 5 novembre 2020, n. 24756)