Sulle ragioni della revoca dell’amministratore di società di capitali
Le ragioni che integrano la giusta causa di revoca dell'amministratore di società di capitali, ai sensi dell'art. 2383, comma 3, c.c., devono essere specificamente enunciate nella delibera assembleare senza che sia possibile una successiva deduzione in sede giudiziaria di ragioni ulteriori.
(Cassazione Civile, 6 ottobre 2020, n. 21495)
Il diritto del figlio a conoscere le proprie origini biologiche ed il diritto all’anonimato della madre biologica
Fino a quando la madre naturale è in vita, il suo diritto all'anonimato di cui la stessa si è avvalsa al momento del parto deve essere massimamente tutelato, a meno che sia la stessa donna con la propria inequivocabile condotta ad aver manifestato la volontà di revocare nei fatti la scelta, a suo tempo presa. Nel periodo successivo alla sua morte, tuttavia, il bilanciamento dei valori di rango costituzionale che segue la richiesta di accertamento dello status di figlio naturale cambia e "l'esigenza di tutela dei diritti degli eredi e discendenti della donna che ha optato per l'anonimato non può che essere recessiva rispetto a quella del figlio che rivendica il proprio status". A stabilirlo è la Cassazione respingendo il ricorso della figlia di una donna defunta contro la decisione della Corte di appello che aveva accolto la richiesta di riconoscimento della maternità da parte di un terzo.
(Cassazione Civile, 22 settembre 2020, n. 19824)
Il danno biologico terminale
Nel caso in cui tra la lesione e la morte si interponga un apprezzabile lasso di tempo, tale periodo giustifica il riconoscimento, in favore del danneggiato, del cosiddetto danno biologico terminale, cioè il danno biologico stricto sensu (ovvero danno a bene salute), al quale, nell'unitarietà del genus del danno non patrimoniale, può aggiungersi un danno peculiare improntato alla fattispecie "danno morale -terminale", ovvero il danno da percezione, concretizzabile sia nella sofferenza fisica derivante dalle lesioni, sia nella sofferenza psicologica (agonia) derivante dall'avvertita imminenza dell'exitus, se nel tempo che si dispiega tra la lesione ed il decesso la persona si trovi in una condizione di "lucidità agonica", in quanto in grado di percepire la sua situazione e in particolare l'imminenza della morte, essendo quindi irrilevante, a fini risarcitori, il lasso di tempo intercorso tra la lesione personale e il decesso nel caso in cui la persona sia rimasta "manifestamente lucida”.
(Cassazione Civile, ordinanza 14 ottobre 2020, n. 22191)
Irreperibilità del testamento
L'irreperibilità del testamento, di cui si provi l'esistenza in un certo tempo mediante la produzione di una copia, è equiparabile alla distruzione, per cui incombe su chi vi ha interesse l'onere di provare che esso fu distrutto, lacerato o cancellato da persona diversa dal testatore oppure che costui non aveva intenzione di revocarlo; la prova contraria può essere data, anche per presunzioni, non solo attraverso la prova dell'esistenza del testamento al momento della morte ma anche provando che il testamento, seppure scomparso prima della morte del testatore, sia stato distrutto da un terzo o sei andato perduto fortuitamente o, comunque, senza alcun concorso della volontà del testatore stesso; è ammessa anche la prova che la distruzione dell'olografo, da parte del testatore, non era accompagnata dall'intenzione di togliere efficacia alle disposizioni ivi contenute; in presenza di una copia informale del testamento olografo, il mancato disconoscimento della conformità all'originale diventa rilevante solo una volta che sia stata superata la presunzione di revoca; infine, ferma la prioritaria esigenza che sia stata data la prova contraria alla presunzione di revoca, sono applicabili al testamento gli artt. 2724, n. 3, e 2725 c.c., con la conseguenza che è ammessa ogni prova, compresa quella testimoniale e per presunzioni, sull'esistenza del testamento purché la scomparsa non sia dovuta a chi chiede la ricostruzione del testamento.
(Cassazione Civile, ordinanza 14 ottobre 2020, n. 22191)
Coniugi con residenze separate
In tema di Ici, una coppia di coniugi, anche se non separata legalmente, e con due distinte residenze anagrafiche, non può godere della doppia esenzione per una doppia abitazione principale.
(Cassazione Civile, 9 ottobre 2020, n. 21873)
Non conformità catastale e trasferimento dell’immobile
Il disposto dell'ultimo periodo della L. 27 febbraio 1985, n. 52, art. 29, comma 1 bis, aggiunto dal D.L. 31 maggio 2010, n. 78, art. 19, comma 14, convertito, con modificazioni, con la L. 30 luglio 2010, n. 122 ("Prima della stipula dei predetti atti il notaio individua gli intestatari catastali e verifica la loro conformità con le risultanze dei registri immobiliari"), concernente la c.d. "conformità catastale soggettiva", non è riferibile all'attività del giudice investito di una domanda ex art. 2932 c.c., di esecuzione in forma specifica dell'obbligo di concludere un contratto di trasferimento immobiliare di un fabbricato già esistente; né la c.d. "conformità catastale soggettiva" dell'immobile - vale a dire l'allineamento tra l'intestazione dell'immobile risultante in catasto e l'intestazione dell'immobile risultante dai registri immobiliari - costituisce condizione dell'azione ex art. 2932 c.c.; la sua mancanza, pertanto, non impedisce l'emissione di una sentenza costitutiva di trasferimento del fabbricato ex art. 2932 c.c..
(Cassazione Civile, 29 settembre 2020, n. 20526)
Accettazione tacite dell’eredità: i pagamenti dei debiti del de cuius
Non possono costituire accettazione tacita dell'eredità gli atti di natura meramente conservativa che il chiamato può compiere anche prima dell'accettazione, ex art. 460 c.c.. Per aversi accettazione tacita dell'eredità non basta che un atto sia compiuto dal chiamato all'eredità con l'implicita volontà di accettarla, ma è necessario, altresì, che si tratti di un atto che egli non avrebbe diritto di porre in essere se non nella qualità di erede. Il pagamento di un debito del de cuius, che il chiamato all'eredità effettui con denaro proprio, non è un atto dispositivo e comunque suscettibile di menomare la consistenza dell'asse ereditario, cioè tale che solo l'erede abbia diritto di compiere (nella specie, il fatto che il chiamato all'eredità avesse provveduto al pagamento di un verbale per alcune violazioni stradali compiute dall'auto intestata al de cuius non configura un'accettazione tacita di eredità. Nel caso in cui provveda poi alla rinunzia dell'eredità, deve essere accolta l'opposizione ai verbali di accertamento notificatigli per le successive infrazioni).
(Cassazione Civile, 30 settembre 2020, n. 20878)
Inapplicabilità della disciplina precontrattuale al contratto preliminare di locazione
Un contratto preliminare di locazione ha superato lo stadio precontrattuale, anche se è proteso alla stipulazione di un ulteriore contratto, quello definitivo; pertanto costituendo un accordo perfettamente compiuto non gli è applicabile il paradigma dell'art. 1337 c.c.. Sicché il risarcimento del danno derivante da suo inadempimento non è confinabile nel solo interesse negativo.
(Cassazione Civile, 2 ottobre 2020, n. 20989)
Sì al parental control su cellulari e computer dei figli adolescenti
Tra i poteri-doveri che il codice civile, ma ancor prima la Costituzione all’art. 30, assegna ai genitori, vi è innanzitutto quello di educare i propri figli, e che dunque il controllo e l’imposizione del genitore non solo sono leciti, ma diventano doverosi ogni qual volta si tratti di impartire ai figli quantomeno quel minimo di disciplina comportamentale, conforme ai principi costituzionali e alle norme penali, indispensabile per una civile convivenza, sia all’interno della famiglia, sia al di fuori di essa; come pure quando ciò sia oggettivamente ed effettivamente giustificato dalla necessità di proteggere il figlio dal pericolo concreto di un serio pregiudizio. Oggi il web rappresenta una delle principali insidie per i minori, in quanto potenzialmente in grado di condurli ad abbracciare disvalori e a tenere condotte illegali e antisociali, così come di esporli a pericoli anche gravi per la loro incolumità psicofisica. Dunque, al fine di proteggere i minori da tali rischi, il genitore ha il potere e il dovere di controllare l’attività del figlio su internet e sui social, anche tramite l’attivazione di sistemi c.d. di parental control, e quindi di intervenire laddove si renda necessario.
(Tribunale di Parma, 5 agosto 2020, n. 698)
Mancanza del certificato di abitabilità e successivo conseguimento
Nella vendita di immobili destinati ad abitazione, pur costituendo il certificato di abitabilità un requisito giuridico essenziale ai fini del legittimo godimento e della normale commerciabilità del bene, la mancata consegna di detto certificato costituisce un inadempimento del venditore che non incide necessariamente in modo dirimente sull'equilibrio delle reciproche prestazioni (Cass. 6548/2010). Così che il successivo rilascio del certificato di abitabilità esclude la possibilità stessa di configurare l’ipotesi di vendita di aliud pro alio (Cass. 6548/2010, Cass. 16918/2019).
(Cassazione Civile, 13 agosto 2020, n. 17123)