Sulla presunzione di vessatorietà
Si presume vessatoria la clausola che consente al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest'ultimo non conclude il contratto o recede da esso, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest'ultimo a non concludere il contratto oppure a recedere.
(Cassazione Civile, 18 settembre 2020, n. 19565)
Contratto preliminare: l’abuso del diritto fa venir meno la nullità di protezione
Una volta che sia stata rilasciata la garanzia prescritta per legge in data successiva alla stipula del preliminare, e senza che nelle more si sia manifestata l'insolvenza del promittente venditore ovvero che risulti altrimenti pregiudicato l'interesse del promissario acquirente, la proposizione della domanda di nullità di protezione prevista dall'art. 2 d.lgs n. 122/2005 costituisce abuso del diritto.
(Cassazione Civile, 18 settembre 2020, n. 19510)
Sull'abuso di maggioranza
Le deliberazioni assembleari di approvazione del bilancio che accantonino ingenti utili e assegnino agli amministratori compensi sproporzionatamente elevati sono annullabili per abuso di maggioranza, laddove la società sia già ben patrimonializzata e non mostri esigenze di investimenti, dovendo essere debitamente tenuto in conto il diritto del socio a una congrua remunerazione del suo investimento.
(Tribunale di Vicenza, 12 maggio 2020)
Sull'obbligo di rinegoziare il canone di locazione
E’ possibile modificare i termini di un contratto di locazione il cui conduttore aveva visto la propria attività ridotta a causa delle misure emergenziali disponendo la riduzione dei canoni di locazione del 40% per i mesi di aprile e maggio 2020 e del 20 % per i mesi da giugno 2020 a marzo 2021, nonché la sospensione della garanzia fideiussoria fino ad un’esposizione debitoria di 30.000 euro.
(Tribunale di Roma, ordinanza 27 agosto 2020)
Sulla sorte del finanziamento finalizzato all'acquisizione dell’impresa insolvente
Laddove le prestazioni di finanziamento dissimulate, a fronte di forniture né pattuite né eseguite, non si sono esaurite nella mera sovvenzione all'imprenditore già insolvente, ma sono state progressivamente dedotte in un programma di acquisto dei relativi assets, così fungendo il credito da mera leva per l’acquisizione del capitale della società fallita, in danno dei creditori e a detrimento finale della soggettività economica del finanziato, si è in presenza di una prestazione contraria al buon costume – da intendersi in senso ampio, anche con riferimento all'assetto economico – e, come tale, non soggetta a ripetizione ai sensi dell’art. 2035 c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza 5 agosto 2020, n. 16706)
Ammontare dei debiti scaduti e non pagati risultanti dagli atti dell’istruttoria prefallimentare: sui debiti erariali rateizzati
I debiti erariali rateizzati e quelli non ancora iscritti a ruolo non possono ritenersi scaduti, al pari di quelli oggetto di accordi transattivi, per gli effetti di cui all'art. 15 L.F. ultimo comma.
(Tribunale di Como, 16 luglio 2020)
Vendita di un appartamento: quando sorge l'obbligo di contribuzione delle spese per la manutenzione straordinaria dell’edificio condominiale?
Nei rapporti tra alienante e acquirente di una unità immobiliare, deve farsi riferimento non al momento della concreta attuazione dell'attività di manutenzione, quanto alla data di approvazione della delibera assembleare che ha disposto l’esecuzione dell'intervento di riparazione straordinaria, avendo la stessa delibera valore costitutivo della relativa obbligazione.
(Cassazione Civile, 10 settembre 2020, n. 18793)
Sull'utilizzo del muro comune
L'apposizione di una vetrina o mostra sul muro comune perimetrale, da parte di un condomino, in corrispondenza di un proprio locale destinato ad esercizio di attività commerciale, non costituisce di per sé abuso della cosa comune idoneo a ledere il compossesso del muro comune che fa capo, come ius possidendi, a tutti i condòmini, se effettuata nel rispetto dei limiti di cui all'articolo 1102 c.c..
(Cassazione Civile, 28 agosto 2020, n. 18038)
La responsabilità del direttore lavori
Il direttore dei lavori svolge per conto del committente un’attività finalizzata ad assicurare, relativamente all'opera in corso di realizzazione, il risultato che il committente si aspetta di conseguire e ciò utilizzando le proprie specifiche competenze tecniche, intellettive ed operative. Rientrano nelle obbligazioni del direttore dei lavori quindi l’accertamento della conformità della progressiva realizzazione dell’opera al progetto, la verifica delle modalità dell’esecuzione di essa al capitolato e/o alle regole della tecnica, l’adozione di tutti i necessari accorgimenti tecnici volti a garantire la realizzazione dell’opera senza difetti costruttivi e, inoltre, il direttore di lavori che ometta di vigilare e di impartire le opportune disposizioni al riguardo, nonché di controllarne l'ottemperanza da parte dell'appaltatore e di riferirne al committente, non si sottrae a responsabilità, ma risponde dei danni prodotti.
(Tribunale di Milano, 21 aprile 2020, n. 2453)
Responsabilità dell’avvocato e prova di resistenza
La responsabilità dell'avvocato per la mancata comunicazione al cliente dell'avvenuto deposito di una pronuncia sfavorevole - con conseguente preclusione della possibilità di proporre impugnazione - può essere affermata solo se il cliente dimostri che l'impugnazione, ove proposta, avrebbe avuto concrete possibilità di essere accolta.
(Cassazione Civile, ordinanza 28 agosto 2020, n. 17974)