Chiusura temporanea dell’attività imprenditoriale del conduttore a causa del Covid-19
Sussiste il fumus boni juris dell’istanza cautelare di urgenza con cui il conduttore di immobile ad uso commerciale chiede che venga inibito al locatore di porre all'incasso gli assegni bancari rilasciati in garanzia del puntuale e regolare pagamento dei canoni di locazione, sul presupposto della impossibilità al pagamento in conseguenza della chiusura dell’attività imprenditoriale disposta dalle misure restrittive in vigore per il contrasto alla pandemia da Covid-19.
(Tribunale di Bologna, 12 maggio 2020)
La sorte del credito del professionista che ha taciuto atti in frode rilevanti ex art. 173 L.F.
L'art. 111, comma 2, l. fall. riconosce la prededuzione per il credito del professionista che abbia assistito l'imprenditore per accedere ad una procedura concordata della crisi di impresa anche nel caso in cui il risanamento non riesca e subentri il fallimento. La prededuzione, tuttavia, non può essere accordata se la procedura concordataria è stata revocata ex art. 173 l. fall. per la scoperta di atti in frode dell'imprenditore condivisi dal professionista stesso. In questo caso la prestazione del professionista sarebbe infatti estranea alle forme di soluzione concordata alla crisi di impresa che l'art. 111 l. fall. intende favorire con la prededuzione dei crediti relativi.
(Cassazione Civile, 15 maggio 2020, n. 9027)
Giudizio di ottemperanza e l’esecuzione ordinaria
La domanda di esecuzione di una sentenza di condanna della pubblica amministrazione, al pari di quella proposta nei confronti di qualsiasi altro debitore, introduce sempre una controversia di diritto soggettivo, la cui tutela, in fase esecutiva, ed al fine della decisione sulle relative opposizioni proposte, non può che competere al giudice ordinario, senza che rilevi la possibilità della proposizione del giudizio di ottemperanza davanti al giudice amministrativo, trattandosi di rimedio complementare, che si aggiunge al procedimento di esecuzione previsto dal codice di rito, spettando poi alla libera scelta del creditore l’utilizzazione dell’uno o dell’ altro.
(Tribunale di Crotone, 12 maggio 2020, n. 402)
Omissione totale della contabilità e liquidazione del danno
L’amministratore di società di capitali poi fallita che abbia gestito la società senza tenere alcuna delle scritture contabili obbligatorie per legge tiene una condotta quanto meno colpevole e fonte di obbligo risarcitorio nei confronti della curatela, e l’omissione totale della contabilità consente - ai sensi dell’art. 2486 c.c. (così come novellato dal D. Lgs. 14/2019) - di utilizzare come parametro per la liquidazione del danno lo sbilancio fallimentare, che, per la carenza detta, non può essere in alcun modo spiegato e ricondotto ad attività svolta nell'interesse della società.
(Tribunale di Firenze, 13 maggio 2020, Pres., est. Calvani)
Diffida ad adempiere e assegnazione del termine inferiore a 15 giorni
In tema di diffida ad adempiere, un termine inferiore ai quindici giorni trova fondamento solo in presenza delle condizioni di cui all'art. 1454 c.c., comma 2; in conseguenza, in presenza dell'assegnazione del termine inferiore, risultano irrilevanti: i precedenti solleciti rivolti al debitore per l'adempimento, in quanto tale circostanza non attiene alla natura del contratto, ma ad un comportamento omissivo del debitore; la mancata contestazione del termine da parte del debitore, sempre che, in base a un accertamento rimesso al giudice del merito, tale mancata contestazione non assuma significato ai fini della conclusione, in forma tacita, dell'accordo in deroga; la mancata indicazione del diverso termine, reputato congruo, da parte del debitore, che presuppone un onere non contemplato dalla norma; il protrarsi dell'inadempienza del debitore oltre il termine assegnato, giacché la diffida illegittimamente intimata per un termine inferiore ai quindici giorni è di per sé inidonea alla produzione di effetti estintivi nei riguardi del rapporto costituito tra le parti.
(Cassazione Civile, 14 maggio 2020, n. 8943)
Sulla distinzione tra finanziamento del socio e versamento in conto capitale
L'erogazione di somme dai soci alle società da loro partecipate può avvenire a titolo di mutuo, con il conseguente obbligo per la società di restituire la somma ricevuta ad una determinata scadenza, oppure di versamento destinato a confluire in apposita riserva "in conto capitale"; in quest'ultimo caso non nasce un credito esigibile, se non per effetto dello scioglimento della società e nei limiti dell'eventuale attivo del bilancio di liquidazione, connotato dalla postergazione della sua restituzione rispetto al soddisfacimento dei creditori sociali e dalla posizione del socio quale “residual claimant”.
(Cassazione Civile, 20 aprile 2020, n. 7919)
Responsabilità dei precettori e dei maestri per fatto degli altri allievi
L'amministrazione scolastica risponde del fatto illecito commesso dagli allievi minori sotto la sua vigilanza, salvo che dimostri di non aver potuto impedire il fatto (art. 2048, comma 3, c.c.). In altri termini, incombe sul danneggiato l'onere della prova dell'illecito commesso da altro allievo, mentre è a carico della scuola la prova del fatto impeditivo. Con specifico riferimento ai casi in cui la scuola si avvalga dell'opera di terzi, essa assume il rischio connaturato e pertanto risponde direttamente di tutte le ingerenze dannose che a costoro, sulla base di un nesso di occasionalità necessaria, siano state cagionate. Ed infatti la responsabilità del preponente non viene in tal caso meno neanche qualora i preposti non siano alle sue dipendenze, essendo sufficiente che il fatto illecito sia commesso da un soggetto legato da un rapporto di preposizione con il responsabile.
(Cassazione Civile, 12 maggio 2020, n. 8811)
La domanda di concordato preventivo non può sempre salvare l’imprenditore dal reato di omesso versamento delle imposte
Gli eventuali effetti inibitori della procedura di ammissione al concordato preventivo rispetto al reato di omesso versamento possono porsi unicamente con riguardo alle condotte di cui ai reati di omesso versamento la cui scadenza si ponga dopo la domanda di concordato (sia esso in bianco che con deposito del piano). La ammissione alla procedura non vale tuttavia a scriminare sic e simpliciter l’omissione alla scadenza o a escludere successivamente gli effetti penali dell’omissione, dovendosi dare rilievo unicamente alle situazioni nelle quali vi sia stato un provvedimento del tribunale che abbia vietato, o comunque non abbia autorizzato, il pagamento dei crediti, essendo configurabile la scriminante dell’adempimento di un dovere imposto da un ordine legittimo dell’autorità di cui all’art. 51 c.p., derivante da norme poste a tutela di interessi aventi anche rilievo pubblicistico, equivalenti a quelli di carattere tributario.
(Cassazione Penale, 5 maggio 2020, n. 13628)
Decorrenza dell’obbligo di contribuire al mantenimento del figlio: rileva la cessazione della coabitazione
L’obbligo di mantenimento, ai sensi dell’art. 148 c.c., del figlio naturale da parte del genitore non affidatario retroagisce naturalmente al momento della domanda giudiziale, oppure, se successiva dall'effettiva cessazione della coabitazione tale pronuncia retroagisce naturalmente al momento della domanda, senza necessità di apposita statuizione sul punto.
(Cassazione Civile, ordinanza 12 maggio 2020, n. 8816)
Natura giuridica dell’assicurazione a garanzia dell'esatta esecuzione del contratto di appalto pubblico
La polizza stipulata dal Comune con una società assicuratrice a garanzia dell'esatta esecuzione del contratto di appalto di lavori pubblici deve essere qualificato come un contratto autonomo di garanzia e non come una fideiussione, in quanto la funzione di garanzia viene a porsi in via del tutto autonoma rispetto all'obbligo primario di prestazione, onde garantire il risarcimento del danno dovuto al creditore per l'inadempimento dell'obbligato principale.
(Cassazione Civile, ordinanza 29 aprile 2020, n. 8358)