Limiti al diritto di sopraelevazione

In tema di sopraelevazioni, le condizioni statiche dell'edificio costituiscono un limite all'esistenza stessa del diritto di sopraelevazione di cui all’art. 1127 c.c. e non l'oggetto di verificazione e di consolidamento per il futuro esercizio dello stesso. Il bagno realizzato dell'ultima condomina sul terrazzo di copertura del condominio in assenza di verifica del rispetto della normativa antisismica deve quindi essere rimosso.

(Cassazione Civile, 29 gennaio 2020, n. 2000)


Compensazione stragiudiziale e verifica del passivo

Deve dichiararsi illegittima la compensazione operata in via stragiudiziale dal creditore del fallito al di fuori e prima della verifica del passivo, perché il preteso credito verso il fallito deve essere comunque e previamente accertato nelle forme esclusive del procedimento di cui agli artt. 92 e ss. l.f., risultando altrimenti detto credito (inammissibilmente) sottratto al controllo del Giudice Delegato e degli altri creditori - che dispongono altresì dello strumento specifico dell'impugnazione dei crediti ammessi - e, quindi, per ipotesi definitivamente soddisfatto in violazione della regola del concorso formale di cui all'art. 52 l.f..

(Tribunale di Milano, 30 luglio 2019, n. 7694)


Incarico professionale al singolo professionista e fatturazione dello studio associato

Nel caso in cui sia conferito un incarico ad un singolo professionista, che naturalmente deve svolgere in prima persona e non a nome dell'associazione professionale, questa sarà comunque legittimata a richiedere i compensi all'assistito. Le associazioni non riconosciute sono regolate dagli accordi tra gli associati, e ne consegue che rispetto ai crediti per le prestazioni svolte dai singoli professionisti a favore del cliente conferente l'incarico, nel caso in cui detti accordi prevedano che l'associazione possa riscuotere i compensi, essa abbia legittimazione attiva in tal senso.

(Cassazione Civile, 25 luglio 2019, n. 20185)


Prodotto difettoso ed integrale risarcimento del danno

Sebbene il comma 2 dell'art 130 Cod. Consumo non annoveri il diritto al risarcimento del danno cagionato dall'inadempimento, ciò non significa che il consumatore che abbia ricevuto un bene non conforme al contratto non possa esercitare, nei confronti del professionista, delle pretese risarcitorie: il diritto al risarcimento del danno rientra, infatti, fra i “diritti” attribuiti al consumatore da “altre norme dell'ordinamento giuridico” italiano.

(Cassazione Civile, 20 gennaio 2020, n. 1082)


Il negligente comportamento del legale

In tema di responsabilità professionale dell'avvocato per omesso svolgimento di un'attività da cui sarebbe potuto derivare un vantaggio personale o patrimoniale per il cliente, la regola della preponderanza dell'evidenza o del «più probabile che non», si applica non solo all'accertamento del nesso di causalità fra l'omissione e l'evento di danno, ma anche all'accertamento del nesso tra quest'ultimo, quale elemento costitutivo della fattispecie, e le conseguenze dannose risarcibili.

(Cassazione Civile, ordinanza 21 gennaio 2020, n. 1169)


Sull'esclusione del socio moroso

Nel caso di mora del socio nell'esecuzione dei versamenti, dovuti alla società a titolo di conferimento per il debito da sottoscrizione dell'aumento del capitale sociale deliberato dall'assemblea nel corso della vita della società, il socio non può essere escluso, essendo egli titolare della partecipazione sociale sin dalla costituzione della società; pertanto, ferma la permanenza del socio in società per la quota già posseduta, l'assemblea deve deliberare la riduzione del capitale sociale solo per la misura corrispondente al debito di sottoscrizione derivante dall'aumento non onorato, fatto salvo solo il caso in cui lo statuto preveda l'indivisibilità della quota.

(Cassazione Civile, 21 gennaio 2020, n. 1185)


Danno morale e prova presuntiva

Il danno non patrimoniale consistente nella sofferenza morale patita dal prossimo congiunto di una persona lesa dall'altrui illecito può essere dimostrato ricorrendo alla prova presuntiva, tipicamente integrata dalla gravità delle lesioni quali la perdita di un arto inferiore in uno alla convivenza familiare strettissima, propria del rapporto filiale (riconosciuto, nella specie, il danno subito dai genitori a causa della sofferenza morale patita in seguito ad un incidente che aveva coinvolto il loro figlio, a cui era stata amputata una gamba).

(Cassazione Civile, 24 gennaio 2020, n. 1640)


La mancata indicazione dei nomi di moglie e figlia nel manifesto funebre dell'ex coniuge non cagiona loro alcun danno risarcibile

Il manifesto funebre commissionato dalla nuova compagna del de cuius ove è stata volutamente omessa l’indicazione della moglie e della figlia fra i vari parenti menzionati del defunto, non può, di per sé solo, ledere lo status di moglie e di figlia in capo alle stesse, pertanto queste ultime non vantano alcun diritto al risarcimento del danno (in particolare per la Corte non sussiste alcuna lesione del diritto al nome).

(Cassazione Civile, ordinanza 16 gennaio 2020, n. 797)


La revocatoria della scissione societaria

L’atto di scissione è un atto di disposizione patrimoniale revocabile ai sensi dell’art. 2901 c.c., per cui deve ritenersi ammissibile l’azione revocatoria della componente patrimoniale dell’atto di scissione al fine di far dichiarare l’inefficacia degli effetti dispositivi e traslativi senza che ne siano coinvolti quelli organizzativi.

(Tribunale Catanzaro, 14 gennaio 2020)


Contratto di manutenzione e responsabilità

Non sussiste la colpa ex art. 2049 c.c. in capo alla società proprietaria della macchina distributrice di bevande, se a causa di un una errata manutenzione, svolta da personale della società a cui era stata affidata la manutenzione, una bambina aveva bevuto del liquido corrosivo che aveva cagionato lesioni gravissime (nella specie, la Corte ha rilevato che la circostanza che la manutenzione fosse effettuata da società diversa, tramite il proprio personale, escludeva in radice la sussistenza della responsabilità prevista dall'art. 2049 c.c., stante l'autonomia dell'appaltatore e la mancanza di prova di culpa in eligendo, dato che l'unica attività di ingerenza svolta dalla società proprietaria era la verifica dell'attività svolta dall'appaltatrice al fine di corrispondere gli importi da questa fatturati).

(Cassazione Civile, 21 gennaio 2020, n. 1172)