Sul compenso all’avvocato che ha assistito il cliente nella redazione di un contratto non sottoscritto
L'assistenza alla redazione di un contratto, in quanto attività distinta dall'assistenza alla stipula, deve essere retribuita a prescindere dall'avvenuta conclusione del contratto (questa attività stragiudiziale deve essere retribuita anche se il contratto è rimasto in bozza e non è stato utilizzato, se invece l’avvocato ha assistito il cliente anche nella fase della stipula avrà diritto a un compenso maggiore, ma comunque unico).
(Cassazione Civile, 6 ottobre 2021, n. 27097)
Pattuizione “a risultato” dell’avvocato ed incarico non portato a termine
La pattuizione con cui le parti stabiliscono una modalità di remunerazione della prestazione professionale dell’avvocato rigorosamente correlata alla somma eventualmente recuperata ovvero all'esito negativo del giudizio è destinata a rimanere inoperante con riferimento all’evenienza dell’anticipato recesso del cliente/committente dal contratto d’opera.
(Cassazione Civile, ordinanza 10 settembre 2021, n. 24523)
Registrazioni fonografiche e prova nel giudizio disciplinare
La registrazione di un colloquio all’interno di uno studio legale, effettuata di nascosto dal cliente che vi ha partecipato o comunque è stato ammesso ad assistervi, è utilizzabile come prova in giudizio, anche nel procedimento disciplinare promosso a carico dell’avvocato per le espressioni denigratorie pronunciate nei confronti di un ex collega.
(Cassazione Civile, Sezioni Unite, 6 luglio 2021, n. 20384)
Sui criteri ritenuti maggiormente influenti sulla valutazione dell’attività svolta dal difensore
Ai fini della liquidazione del compenso professionale, si deve tenere conto delle caratteristiche, dell’urgenza e del pregio dell’attività prestata, dell’importanza, della natura, della difficoltà e del valore dell’affare, delle condizioni soggettive del cliente, dei risultati conseguiti, nonché del numero e della complessità delle questioni giuridiche e di fatto trattate.
(Cassazione Civile, ordinanza, 18 giugno 2021, n. 17570)
Sulla valenza del parere di congruità del Consiglio dell’Ordine
La rilevanza del parere del Consiglio dell’Ordine come prova concorrente del credito professionale si esaurisce nella fase monitoria ai fini della sola emissione dell'ingiunzione di pagamento, valendo nella successiva opposizione, ove contestato, quale mera dichiarazione asseverata ed unilaterale del difensore priva di valenza probatoria.
(Cassazione Civile, ordinanza 18 marzo 2021, n. 7618)
Sull’obbligo informativo dell’avvocato
L'oscillazione della giurisprudenza non può costituire ragione per escludere tout court la responsabilità professionalità dell'avvocato che omette di sollevare l'eccezione di usucapione (del diritto a mantenere le strutture a distanza non regolare dal confine).
(Cassazione Civile, ordinanza, 22 febbraio 2021 n. 4655)
Diritto al compenso per le prestazioni eseguite
In materia di prestazioni professionali, il recesso del cliente, giustificato o meno, non incide sulla determinazione della misura del compenso, se non nel senso che esso è dovuto non per tutta l'opera commessa, ma solo per l'opera svolta. Sicché, in caso di pattuizione forfettaria del corrispettivo, correttamente la parte di esso spettante per le prestazioni rese alla data del recesso viene determinata in misura proporzionale rispetto all'intero compenso.
(Cassazione Civile, 29 dicembre 2020, n. 29745)
Per ottenere il compenso l’avvocato deve provare il conferimento dell’incarico e lo svolgimento dell’attività
In caso di azione giudiziale per il pagamento del compenso professionale spettante all'avvocato per l'attività giudiziale e stragiudiziale prestata, il legale deve offrire la duplice prova del conferimento dell'incarico e dell'effettivo svolgimento dell'attività per la quale egli pretende di essere pagato.
(Cassazione Civile, 22 gennaio 2021, n. 1421)
Inadempimento del mandato di difesa: la prescrizione decorre dal giudicato
Nel caso in cui l'illecito contrattuale consista nell'inadempimento del mandato di difesa in ambito giudiziario, si ha la certezza del conseguente danno soltanto quando si forma il giudicato del processo, per cui solo a partire dalla formazione di tale giudicato decorre la prescrizione del diritto risarcitorio ai sensi dell'articolo 2935 c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza, 3 novembre 2020 n. 24270)
Violazione dei doveri di diligenza professionale
In tema di responsabilità professionale dell'avvocato per omesso svolgimento di un'attività da cui sarebbe potuto derivare un vantaggio personale o patrimoniale per il cliente, la regola della preponderanza dell'evidenza o del 'più probabile che non', si applica non solo all'accertamento del nesso di causalità tra l'omissione e l'evento del danno, ma anche all'accertamento del nesso tra quest'ultimo, quale elemento costitutivo della fattispecie, e le conseguenze dannose risarcibili, atteso che, trattandosi di evento non verificatosi proprio a causa dell'omissione, lo stesso può essere indagato solo mediante un giudizio prognostico sull'esito che avrebbe potuto avere l'attività professionale omessa.
(Cassazione Civile, 6 novembre 2020, n. 24956)