Preliminare di vendita: per il definitivo è necessario il consenso di tutti i comproprietari
In tema di promessa di vendita di un bene immobile indiviso, appartenente a più comproprietari, allorché nell'unico documento predisposto per il negozio non risulti la volontà dei comproprietari di stipulare più contratti preliminari relativi esclusivamente alle singole quote di cui ciascuno di essi è titolare, le dichiarazioni dei promittenti venditori, che costituiscono un'unica parte complessa, danno luogo a un'unica volontà negoziale, sicché sono parti necessarie del giudizio ex art. 2932 c.c. tutti coloro che, concorrendo a formare la volontà negoziale della parte promittente, si sono obbligati a prestare il consenso necessario per il trasferimento del bene considerato come un unicum inscindibile e nei cui confronti deve spiegare effetto la sentenza costitutiva.
(Cassazione Civile, ordinanza, 29 agosto 2023, n. 25396)
L’agente è legittimato a ricevere la denunzia dei vizi della cosa venduta
Le dichiarazioni che riguardano l’esecuzione del contratto concluso tramite l‘agente ed i reclami relativi alle inadempienze contrattuali, ivi comprese le denunce dei vizi, sono validamente fatti tramite l’agente, e ciò in quanto l’art. 1745 c.c. pone un potere di rappresentanza generale.
(Cassazione Civile, ordinanza, 15 dicembre 2022, n. 36835)
Compravendita animali d’affezione: la malattia del cane deve essere denunciata entro due mesi dalla scoperta
In tema di compravendita di animali, la persona fisica che acquista un animale da compagnia (o d'affezione), per la soddisfazione di esigenze della vita quotidiana estranee all'attività imprenditoriale o professionale eventualmente esercitata, va qualificato a tutti gli effetti "consumatore", così come va qualificato "venditore", ai sensi del codice del consumo, chi, nell'esercizio del commercio o di altra attività imprenditoriale, venda un animale da compagnia che, a sua volta, in quanto "cosa mobile" in senso giuridico, costituisce "bene di consumo". Ne consegue che la denuncia del difetto della cosa venduta è soggetta, ai sensi dell'art. 132 cod. cons., al termine di decadenza di due mesi dalla data di scoperta del difetto".
(Cassazione Civile, ordinanza, 6 dicembre 2022, n. 35844)
Il venditore-costruttore non è appaltatore nei confronti dell'acquirente
La circostanza che il venditore sia anche il costruttore del bene compravenduto non vale ad attribuirgli le veste di appaltatore nei confronti dell'acquirente con la conseguenza che quest'ultimo non acquista la qualità di committente nei confronti del primo. L'acquirente non può pertanto esercitare l'azione per ottenere l'adempimento del contratto d'appalto e l'eliminazione dei difetti dell'opera a norma degli artt. 1667 e 1668 c.c., spettando tale azione, di natura contrattuale, esclusivamente al committente nel contratto d'appalto, diversamente da quella prevista dall'art. 1669 c.c. di natura extracontrattuale operante non solo a carico dell'appaltatore ed a favore del committente, ma anche a carico del costruttore ed a favore dell'acquirente (fattispecie relativa alla richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali da parte di due acquirenti, che avevano acquistato un immobile con un impianto di condizionamento d'aria non funzionante).
(Cassazione Civile, 10 ottobre 2022, n. 29349)
Il distacco parziale della verniciatura dell'auto usata è causa di risoluzione
Il distacco parziale manifestatosi nella verniciatura di un auto è difetto che ne impedisce il normale utilizzo della autovettura, che per quanto usata deve essere conforme alle caratteristiche dovute del prodotto (accolta, nella specie, la richiesta di risoluzione del contratto di compravendita di una autovettura usata con conseguente restituzione della somma versata quale prezzo di acquisto).
(Cassazione Civile, 3 ottobre 2022, n. 28583)
Difetto dell’auto usata: quale tutela per il consumatore?
In materia di vendita di beni al consumo, qualora il difetto di conformità si manifesti oltre il termine di sei mesi dalla consegna previsto dall’art. 132, terzo comma del Codice del Consumo, spetta all’acquirente dimostrare, con gli ordinari mezzi di prova, che il vizio esisteva già al momento della consegna o che esso era stato occultato dal venditore. Di conseguenza, ove sia accertato che al momento della consegna il bene era regolarmente funzionante, la responsabilità del venditore può essere configurata a condizione che sia dimostrato l’occultamento del vizio.
(Cassazione Civile, 15 settembre 2022, n. 27177)
Immobile da costruire, tra garanzia fideiussoria ed abuso di diritto
La proposizione della domanda di nullità del contratto per la violazione dell'art. 2 del d.lgs. n. 122/2005 non integra un abuso del diritto nel caso in cui, a fronte del rilascio della richiesta garanzia fideiussoria in data successiva alla stipula di un contratto preliminare di compravendita avente ad oggetto un immobile in corso di costruzione, si sia, nelle more, manifestata l'insolvenza del promittente venditore ovvero risulti altrimenti pregiudicato l'interesse del promissario acquirente.
(Cassazione Civile, 12 luglio 2022, n. 21966)
Sull’interpretazione della nozione di “vendita di merci” ai fini dell’applicabilità della direttiva 86/653/CEE
Rientra nella nozione di “vendita di merci”, recata dalla direttiva 86/653, la fornitura di un programma informatico al cliente per via elettronica dietro pagamento di un prezzo, allorché accompagnata dalla concessione di una licenza perpetua di utilizzo dello stesso software.
(Corte di Giustizia UE, 16 settembre 2021, C‑410/19)
Le macchie di umidità sui muri dell’immobile sono vizi facilmente riconoscibili dal compratore
Le macchie di umidità, visibili dai visitatori dell’appartamento in vendita, in assenza di operazioni fraudolente di occultamento a mezzo di utilizzazione dell’arredamento, costituiscono vizi facilmente riconoscibili, con il conseguente esonero da responsabilità del venditore.
(Cassazione Civile, ordinanza 31 agosto 2021 n. 23659)
Caparra restituita e diritto a richiedere ugualmente il doppio della caparra
In tema di caparra confirmatoria, nel caso in cui la parte inadempiente restituisca la somma versatale a titolo di caparra dall'altra parte contrattuale (nella specie, a mezzo assegno bancario), non viene meno il diritto della parte adempiente a pretendere il doppio della caparra, da far valere, ove non emerga in senso contrario un'univoca volontà abdicativa del suo diritto da parte del creditore, mediante l'esercizio del recesso, anche con la proposizione di apposita domanda giudiziale in caso di mancata conformazione spontanea dell'inadempiente al relativo obbligo.
(Cassazione Civile, 12 luglio 2021, n. 19801)