Esclusa la prededucibilità del credito dell’avvocato per l’attività a favore della società ma contro il concordato

In tema di prededuzione in sede fallimentare, l’art. 111, comma 2, l. fall. considera prededucibili i crediti sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali individuandoli dunque sulla base di un doppio criterio, cronologico e teleologico. Ciò posto, non è comunque sufficiente che un credito sorga durante la pendenza della procedura concorsuale, dovendo il professionista fornire la prova di adeguatezza finalistica dell’attività espletata rispetto ai compiti della procedura.

(Cassazione Civile, ordinanza, 10 agosto, n. 22604)


Concordato preventivo e inefficacia delle ipoteche iscritte sui beni dei soci illimitatamente responsabili

Nel concordato preventivo, le ipoteche giudiziali iscritte sui beni dei soci illimitatamente responsabili, nei novanta giorni che precedono la data della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese, nonché successivamente a tale deposito, sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al concordato.

(Tribunale di Padova, 31 marzo 2021)


La rappresentanza nella manifestazione del voto concordatario

Nella procedura di concordato preventivo, la manifestazione di voto del creditore, che è prevista nella Legge Fall., art. 178, comma 4, può essere data anche per mezzo di un rappresentante. Per tale riguardo, è richiesto che la procura sia conferita nel rispetto delle forme prescritte da questa norma per l'esercizio del voto; non è richiesto, invece, che la stessa sia attribuita con "mandato speciale".

(Cassazione Civile, 25 gennaio 2021, n. 1518)


Concordato preventivo in bianco e vendita di immobili conferiti in fondo patrimoniale

La vendita di immobili posta in essere dal debitore dopo il deposito della domanda di concordato “in bianco” e prima del decreto di ammissione ex art. 163 l.f. costituisce atto di straordinaria amministrazione soggetto ai limiti posti dall’art. 161 co. 7 l.f., senza che rilevi in contrario la circostanza del conferimento degli immobili in fondo patrimoniale, perché l’art. 169 l.f. in tema di concordato non richiama l’art. 46 l.f., disposizione la quale ultima esclude dal compendio dei beni del fallito quelli costituiti in fondo patrimoniale.

(Corte d’Appello di Milano, 30 dicembre 2020)


Concordato preventivo liquidatorio e sopravvenuto decesso del debitore

In tema di concordato preventivo avente natura liquidatoria, ove nel corso dell'esecuzione della procedura sopravvenga la morte del debitore concordatario, è applicabile, in via analogica, l'art. 12 l.f., con la conseguenza che la procedura prosegue nei confronti dei suoi eredi, anche se costoro hanno accettato con beneficio d'inventario, ovvero nel caso previsto dall'art. 528 c.c., nei confronti del curatore dell'eredità giacente.

(Cassazione Civile, 23 novembre 2020, n. 26567)


Sul potere di iniziativa del Pubblico Ministero nell’ambito del concordato preventivo

La rinunzia alla proposta concordataria conduce alla dichiarazione di improcedibilità; ciò, tuttavia, non significa, né implica che il procedimento di concordato preventivo venga in modo automatico a cessare per effetto di una compiuta rinunzia. Quest'ultima non esclude, né invero elimina, il fatto costitutivo del potere di iniziativa del P.M. L. Fall., ex art. 173; con la conseguenza che la richiesta di fallimento formulata dal P.M. - dopo la rinuncia del debitore e prima della dichiarazione di improcedibilità da parte del Tribunale - mantiene comunque la propria efficacia anche oltre tale dichiarazione, ponendosi quale valida iniziativa per una successiva ed eventuale dichiarazione di fallimento del debitore rinunciatario della domanda di concordato.

(Cassazione Civile, 7 dicembre 2020, n. 27936)


Quando nel concordato preventivo è possibile lo scioglimento dei contratti in essere?

In tema di concordato preventivo, l'autorizzazione alla sospensione o allo scioglimento dal contratto pendente, a norma della L. Fall., art. 169-bis, presuppone che, al momento della presentazione della domanda di concordato preventivo, esso non abbia avuto compiuta esecuzione da entrambe le parti, avuto riguardo alle prestazioni principali del sinallagma contrattuale; ne consegue che l'istituto non è applicabile ai contratti a prestazioni corrispettive in cui una delle parti abbia già compiutamente eseguito la propria prestazione (fattispecie relativa a contratto preliminare di compravendita in cui, prima del deposito del ricorso L. Fall., ex art. 161, il promissario acquirente aveva già versato l'intero prezzo, era stato immesso nella detenzione dell'immobile così che aveva promosso giudizio ex art. 2932 c.c., per ottenere la prestazione del consenso dell'altra parte alla stipulazione del contratto definitivo di compravendita).

(Cassazione Civile, 23 novembre 2020, n. 26568)


Partecipazione dei soci postergati al concorso dei creditori nel concordato

È inammissibile, salvo che la proposta sia approvata dai creditori all’unanimità, la domanda di concordato preventivo che includa l’offerta di pagamento dei crediti dei soci postergati ex art. 2467 c.c. a dispetto del mancato pagamento integrale di tutti gli altri creditori.

(Cassazione Civile, ordinanza, 27 dicembre 2019, n. 34539)


Insolvenza indipendente dall'epidemia da Covid-19

È ammissibile l'istanza di fallimento proposta dall'imprenditore, che si trova nella fase esecutiva del concordato preventivo omologato, quando l'insolvenza deriva dall'irrealizzabilità del piano concordatario omologato, senza che sia necessaria la previa risoluzione del concordato. Per la dichiarazione di fallimento dell'imprenditore in concordato omologato, deve accertarsi che l’insolvenza attenga all'impossibilità di portare ad esecuzione il piano concordatario anche tenuto conto dell'apporto previsto di finanza esterna. Ai sensi dell’art. 10, comma 2, D.L. 8 aprile 2020, n. 23, come convertito con modificazioni da L. 5 giugno 2020 n. 40, è procedibile il ricorso per la dichiarazione di fallimento presentato dall'imprenditore in proprio che si trovi in concordato preventivo omologato quando l’insolvenza non è conseguenza dell’epidemia da COVID-19.

(Tribunale di Bergamo, 24 giugno 2020)


L’accesso alla cassa integrazione “per emergenza Covid-19” è atto di ordinaria amministrazione

Nella procedura di concordato preventivo con riserva ex art. 161, co. 6, l. fall., la richiesta avanzata dalla debitrice di autorizzazione ad accedere al beneficio della cassa integrazione in deroga “per emergenza Covid-19”, non determinando in sé un pregiudizio o un danno per il ceto creditorio, ma trattandosi di una libera scelta imprenditoriale, quale atto di ordinaria amministrazione e conservativo, non è soggetta ad autorizzazione da parte del tribunale, fermo restando che dovranno comunque valutarsene i riflessi sulla proposta definitiva.

(Tribunale di Milano, 27 marzo 2020)