Il compratore ha diritto alla riduzione del prezzo se il bene è affetto da vizi di gravità ridotta
Il compratore può ottenere la risoluzione del contratto soltanto se il difetto di qualità della cosa venduta non sia di scarsa importanza; tuttavia, quando l'inadempienza non sia di tale gravità da giustificare la risoluzione del contratto, l'acquirente può sempre agire per il risarcimento del danno sotto forma di una proporzionale riduzione del prezzo corrispondente al maggior valore che la cosa avrebbe avuto, purché il difetto di questa non sia di trascurabile entità.
(Cassazione Civile, ordinanza, 16 febbraio 2024, n. 4245)
Legittimo non pagare le bollette se il fornitore non ha trasferito la linea telefonica
L'onere di provare l'inesistenza dei disservizi allegati dal somministrato, ovvero l'inesistenza dell'inesatto adempimento, è a carico del somministrante, sicché quest'ultimo deve dimostrare di avere reso la prestazione che giustifica l'obbligazione di pagamento della controparte; lo stesso onere sussiste nel caso di eccezione d'inadempimento, risultando, in tal caso, invertiti i ruoli delle parti in lite, poiché il debitore eccipiente si limiterà ad allegare l'altrui inadempimento, ed il creditore dovrà dimostrare il proprio adempimento (fattispecie relativa al mancato trasferimento di una linea telefonica).
(Cassazione Civile, 15 febbraio 2024, n. 4197)
Servizi telefonici: la fatturazione a 28 gg lede i diritti dei consumatori
Costituisce pratica ingannevole e quindi vietata quella da parte dell'operatore telefonico che stabilisce una cadenza di pagamenti ogni quattro settimane, anziché mensile. Nella somministrazione a carattere continuativo il prezzo è pagato secondo le scadenze d'uso; l'uso nel mercato delle comunicazioni era quello di fatturare mensilmente e la compagnia, stabilendo una fatturazione quadri-settimanale, avrebbe tratto ingiusto vantaggio dai suoi utenti.
(Cassazione Civile, 15 febbraio 2024, n. 4182)
Difformità dell’opera: spetta all’appaltatore dimostrare che sono state approvate dal direttore dei lavori
Nel caso in cui il committente abbia tempestivamente eccepito la difformità dell'opera rispetto al progetto di contratto e abbia coltivato ritualmente l'eccezione anche in grado d'appello, spetterà all'appaltatore eccepire e provare trattarsi di variante approvata dal direttore dei lavori.
(Cassazione Civile, 14 febbraio 2024, n. 4077)
La transazione disconosciuta non sottoposta a verificazione è inutilizzabile dalle parti
La mancata proposizione dell'istanza di verificazione di una scrittura privata disconosciuta equivale, secondo la presunzione legale, ad una dichiarazione di non volersi avvalere della scrittura stessa come mezzo di prova, con la conseguenza che il giudice non deve tenerne conto e che la parte che ha disconosciuto la scrittura non può trarre dalla mancata proposizione dell'istanza di verificazione elementi di prova a sé favorevoli.
(Cassazione Civile, ordinanza, 8 febbraio 2024, n. 3602)
Sul diritto alla provvigione del mediatore e la vessatorietà delle clausole
È vessatoria ed abusiva, ai sensi dell'art. 1341 c.c. e dell'art. 33 del Codice del Consumo, la clausola, predisposta unilateralmente dal mediatore, che prevede il diritto del compenso provvigionale, dopo la scadenza del contratto e senza limiti di tempo, da parte di un soggetto che si sia avvalso della sua attività qualora l'affare sia stato successivamente concluso da un familiare, società o persona 'riconducibile '; detta clausola determina un significativo squilibrio a cari del consumatore perché lo obbliga ad una prestazione in favore del professionista indipendentemente da ogni accertamento, anche in via presuntiva, del preventivo accordo con il soggetto che ha concluso l'affare o di ogni altra circostanza concrete da cui risulti che l'affare sia stato agevolato in ragione dei rapporti familiari o personali tra le parti.
(Cassazione Civile, 9 gennaio 2024, n. 785)
Recesso in corso d’opera del committente e risarcimento del danno per inadempimento dell’appaltatore
Il recesso unilaterale del committente non esclude la condanna dell'appaltatore al risarcimento del danno subito dal committente stesso per l’inadempimento già verificatosi prima del recesso; in tale evenienza l’azione rivolta a ottenere il risarcimento del danno è sottoposta alle regole generali di cui all’art. 1453 c.c. e non ricade nella disciplina speciale della garanzia per i vizi, che esige necessariamente il totale compimento dell’opera. Qualora si accerti anche la responsabilità professionale del direttore dei lavori lo stesso è condannato in solido con l’appaltatore.
(Cassazione Civile, 8 gennaio 2024, n. 421)
Il preliminare di preliminare non costituisce un “affare” idoneo a fondare la pretesa del mediatore
Il c.d. "preliminare di preliminare", pur essendo vincolo valido ed efficace se rispondente ad un interesse meritevole di tutela delle parti, risulta idoneo unicamente a regolare le successive articolazioni del procedimento formativo dell'affare, senza abilitare le parti medesime ad agire per la esecuzione specifica del negozio, nelle forme di cui all'art. 2932 c.c., ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato e, conseguentemente, non viene a costituire un "affare" idoneo, ex artt. 1754 e 1755 c.c., a fondare il diritto alla provvigione in capo al mediatore che abbia messo in contatto le parti medesime.
(Cassazione Civile, 13 novembre 2023, n. 31431)
Sul rapporto tra l’azione di responsabilità aquiliana e quella per rovina di edifici
Poiché la responsabilità ex art. 1669 c.c. è speciale rispetto a quella prevista dalla norma generale di cui all'art. 2043 c.c., l'applicazione dell'art. 2043 c.c. può essere invocata soltanto ove non ricorrano i presupposti oggettivi e soggettivi dell'azione di responsabilità previsti dall'art. 1669 c.c., e non già al fine di superare i limiti temporali entro cui l'ordinamento positivo appresta la tutela specifica, ovvero senza poter "aggirare" il peculiare regime di prescrizione e decadenza che connota l'azione speciale.
(Cassazione Civile, 10 novembre 2023, n. 31301)
Vendita di alloggi in edilizia agevolata: in attesa delle tariffe comunali non c’è inadempimento del promittente alienante
In tema di vendita di alloggi in regime di edilizia agevolata, la subordinazione dell’effetto traslativo alla definitiva approvazione comunale delle tariffe di determinazione dei prezzi di cessione, secondo le prescrizioni del contratto preliminare che ad esse rinviano, non costituisce inadempimento imputabile al promittente alienante.
(Cassazione Civile, ordinanza, 9 ottobre 2023, n. 28256)