Sulla presunzione di vessatorietà

Si presume vessatoria la clausola che consente al professionista di trattenere una somma di denaro versata dal consumatore se quest'ultimo non conclude il contratto o recede da esso, senza prevedere il diritto del consumatore di esigere dal professionista il doppio della somma corrisposta se è quest'ultimo a non concludere il contratto oppure a recedere.

(Cassazione Civile, 18 settembre 2020, n. 19565)


Contratto preliminare: l’abuso del diritto fa venir meno la nullità di protezione

Una volta che sia stata rilasciata la garanzia prescritta per legge in data successiva alla stipula del preliminare, e senza che nelle more si sia manifestata l'insolvenza del promittente venditore ovvero che risulti altrimenti pregiudicato l'interesse del promissario acquirente, la proposizione della domanda di nullità di protezione prevista dall'art. 2 d.lgs n. 122/2005 costituisce abuso del diritto.

(Cassazione Civile, 18 settembre 2020, n. 19510)


Risoluzione della compravendita di auto difettosa

In virtù dell'operatività del nesso sinallagmatico che connota il contratto di vendita ed in dipendenza degli effetti retroattivi riconducibili alla risoluzione contrattuale (ai sensi dell'art. 1458, comma 1, c. c., in correlazione con l'art. 1493 c.c.), nella determinazione del prezzo da restituire al compratore di un'autovettura che abbia agito vittoriosamente in redibitoria si deve tener conto dell'uso del bene fatto dal medesimo, dovendosi, sul piano oggettivo, garantire l'equilibrio anche tra le reciproche prestazioni restitutorie delle parti ed evitare un'illegittima locupletazione dell'acquirente, ove lo stesso abbia continuato ad utilizzare il bene (ancorché accertato come viziato ma non completamente inidoneo al suo uso), determinandone una sua progressiva e fisiologica perdita di valore.

(Cassazione Civile, 28 luglio 2020, n. 16077)


Sulla necessità di un accordo su tutti gli elementi significativi di un contratto

La circostanza che il testo di un contratto sia circolato tra le parti, con continue cancellature, revisioni e proposte di emendamenti, non vale ad attestare l’ulteriore circostanza che le stesse abbiano raggiunto un pieno accordo sul contenuto integrale dei ridetti contratti in formazione o, quantomeno, sulla volontà dei contraenti di ritenersi vincolati ai relativi punti essenziali già definiti e ciò anche nel caso di esecuzione dell’accordo quando non risulti la volontà dei contraenti di ritenersi vincolati ai punti modificativi relativamente ai quali l’accordo era già stato raggiunto, salvo il prosieguo delle trattative sui restanti aspetti. Conseguentemente, non risultando in alcun modo la volontà delle parti di derogare al principio generale in forza del quale, al fine di perfezionare il vincolo contrattuale (anche modificativo di precedenti accordi informali), è indispensabile che tra le stesse sia stato raggiunto l’accordo su tutti i suoi elementi costitutivi (tanto principali, quanto secondari), ivi compresa, ove presenti, eventuali clausole di deroga alla competenza territoriale.

(Cassazione Civile, 2 luglio 2020, n. 13610)


Vendita su campione e onere della prova

In tema di vendita su campione, il venditore non ha altro obbligo che quello di provare di aver consegnato la merce contrattata, senza che egli possa essere tenuto a provarne la conformità, laddove l'onere di provare che la merce non aveva le caratteristiche richieste e risultanti dal campione, incombe al compratore, a dimostrazione del fondamento dell'eccezione opposta alla pretesa del venditore.

(Corte d’Appello di Milano, 22 luglio 2020, n. 1948)


Preliminare, consegna anticipata e decorrenza del termine di decadenza per opporre i vizi

In tema di contratto preliminare, la consegna dell'immobile, effettuata prima della stipula del definitivo, non determina la decorrenza del termine di decadenza per opporre i vizi noti, né comunque di quello di prescrizione, presupponendo l'onere della tempestiva denuncia l'avvenuto trasferimento del diritto, sicché il promissario acquirente, anticipatamente immesso nella disponibilità materiale del bene, risultato successivamente affetto da vizi, può chiedere l'adempimento in forma specifica del preliminare, ai sensi dell'art. 2932 c.c. e contemporaneamente agire con l'azione quanti minoris per la diminuzione del prezzo, senza che gli si possa opporre la decadenza o la prescrizione.

(Cassazione Civile, 27 maggio 2020, n. 9953)


Produzione della fattura elettronica e decreto ingiuntivo

Poiché il Sistema di Interscambio (SDI), che gestisce la fatturazione elettronica, genera documenti informatici autentici ed immodificabili, che non sono semplici “copie informatiche di documenti informatici” bensì “duplicati informatici”, assolutamente indistinguibili dai loro originali, potendo essere scaricati da “fonte / terzo qualificato”, come l’Agenzia delle Entrate le fatture elettroniche in formato “.xml” ed esse devono ritenersi equipollenti all'estratto autentico delle scritture contabili previsto dall'art. 634, comma 2, c.p.c..

(Tribunale di Verona, 29 novembre 2019)


Sospensione temporanea dell’attività a causa del Covid 19

La risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta non opera di diritto e deve essere oggetto di una pronuncia giudiziale avente natura costitutiva; l’intenzione manifestata da una delle parti di avvalersi di tale rimedio, dunque, non la autorizza a sospendere l’esecuzione della prestazione, posto che non vi è estinzione dell’obbligazione (come nel caso dell’impossibilità sopravvenuta) e non ricorre una delle ipotesi disciplinate dagli artt. 1460 e 1461 c.c. (che, a determinate condizioni, consentono ad uno dei contraenti di rifiutare o sospendere in via di autotutela l’esecuzione della propria prestazione). Deve certamente riconoscersi, in quanto fatto notorio, che la pandemia e le conseguenti misure di contenimento adottate nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 abbiano precluso quasi del tutto l’esercizio dell’attività alberghiera e che si sia trattato di eventi di carattere imprevedibile e straordinario; tuttavia, le drastiche misure adottate hanno avuto vigenza temporanea e, almeno attualmente, non essendovi più restrizioni agli spostamenti all'interno del territorio nazionale, non appare verosimile che una località turistica di mare resti senza turisti durante la stagione estiva; del resto, il carattere straordinario degli eventi è stato tenuto in considerazione anche dal legislatore nazionale, che ha introdotto una serie di misure a sostegno delle imprese, di cui anche la ricorrente può beneficiare per riavviare la propria attività. Quanto alla sussistenza dell’eccessiva onerosità sopravvenuta, essendo l’azienda alberghiera ancora nella disponibilità dell’affittuaria ricorrente, non vi sono pertanto elementi sufficienti per escludere che quest’ultima, ora che le restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria sono state allentate, possa proficuamente riavviare l’attività alberghiera per la stagione estiva, per cui difetta il fumus boni iuris della preannunciata azione di risoluzione contrattuale.

(Tribunale di Rimini, 28 giugno 2020, Dott. Chiara Zito)


Mandato ed onere della prova

Compete al carrozziere, parte creditrice che chiede il pagamento della riparazione, dinanzi alle contestazioni della controparte, provare che il proprietario del veicolo abbia conferito al terzo presentatore la procura necessaria per commissionare a suo nome l'effettuazione delle riparazioni.

(Cassazione Civile, ordinanza, 21 luglio 2020, n. 15454)


Sui limiti della transazione

A norma dell'art. 1364 c.c., il contratto di transazione, per quanto generali siano le espressioni in esso usate, comprende soltanto gli oggetti sui quali le parti si sono proposte di statuire; pertanto qualora rispetto ad un medesimo rapporto siano sorte o possano sorgere tra le parti più liti in relazione a numerose questioni controverse, l'avere esse dichiarato di non aver più nulla a che pretendere in dipendenza del rapporto non implica necessariamente che la transazione investa tutte le controversie potenziali o in atto ma solo quelle rientranti nell'oggetto dell'accordo transattivo il quale va determinato attraverso una valutazione degli elementi di fatto inerenti alla controversia.

(Tribunale di Piacenza, 10 giugno 2020, n. 280)