Irregolarità urbanistica del locale caldaia tra risoluzione e adempimento
In caso di irregolarità urbanistica di manufatti qualificabili come pertinenze dell’immobile oggetto di contratto di compravendita immobiliare, occorre valutare se tale difformità possa essere considerata parziale e quindi non preclusiva della possibilità di procedere con la richiesta della sentenza ex art 2932 c.c., solo in caso contrario potrà essere richiesta la risoluzione per inadempimento (il promissario acquirente di un immobile, dopo aver sottoscritto il contratto preliminare, si rifiutava di rogitare in quanto aveva scoperto l’irregolarità urbanistica del locale caldaia).
(Cassazione Civile, ordinanza, 23 novembre 2020, n. 26558)
Inadempimento delle obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico
In caso di mancato o inesatto adempimento delle obbligazioni assunte con la vendita del pacchetto turistico l'organizzatore e il venditore sono tenuti al risarcimento del danno, secondo le rispettive responsabilità, se non provano che il mancato o inesatto adempimento è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a loro non imputabile". L'espressione usata dal legislatore nell'art. 14 del d.lg. n. 111/95 ("secondo le rispettive responsabilità") indica chiaramente che agente e tour operator non rispondono in via solidale nei confronti del cliente finale, bensì ciascuno per quanto di propria competenza, e quindi, nello specifico, l'agente, per il corretto adempimento del mandato ad acquistare conferitogli dal cliente, ed il tour operator, per il puntuale adempimento del contratto di viaggio direttamente concluso da quegli con il cliente finale. L'assenza della solidarietà passiva tra agente e tour operator esclude che il primo possa esercitare nei confronti del secondo l'azione di regresso prevista dall'art. 1299 c.c..
(Cassazione Civile, 24 novembre 2020, n. 26694)
Fatturazione e vendite on line
La condotta di chi commercia su e-bay orologi preziosi senza emettere fattura è illegittima e va sanzionata, non potendosi invocare la buona fede (soggettiva) del contribuente, sulla base di avvenute rassicurazioni da parte degli uffici finanziari locali in ordine all’irrilevanza fiscale delle operazioni di vendita tra privati.
(Cassazione Civile, ordinanza 23 novembre n. 26554)
Se l’acquisto di diamanti si rivela un pessimo affare
In tema di vendita di diamanti, la Banca che consiglia l’acquisto ha l'obbligo di informare il cliente nel caso in cui il valore delle pietre acquistate sia di gran lunga inferiore al prezzo effettivamente pagato. La Banca ha, infatti, l'obbligo di ben gestire il capitale dei propri clienti, dovendo assumersi in tale obbligo anche la corretta informazione sulle pratiche di investimento dalla stessa consigliate o anche soltanto "meramente segnalate". La Banca deve, in particolare, segnalare al proprio cliente l'effettivo utilizzo delle somme da questi versate, specificando quali importi, e in quale misura, sono destinati a servizi e/o oneri aggiuntivi rispetto al mero prezzo delle pietre e giustificare in tal modo al proprio cliente il prezzo da questi pagato alla società venditrice delle stesse; detta segnalazione appare ancor più doverosa laddove proprio l'attività di "segnalazione" sia remunerata dalla venditrice. Conseguentemente sussistendo il nesso tra l’attività di consulenza espletata dalla banca e l’acquisto delle pietre preziose e considerato che proprio sulla consulenza della banca il cliente ha fondato la sua decisione all’acquisto, deve ritenersi accertata la responsabilità della banca nella causazione del danno dovuto all’esorbitante prezzo pagato dal cliente.
(Tribunale di Lucca, 4 settembre 2020, Dott. Piccioli)
Sulla natura vessatoria della clausola risolutiva espressa
La clausola risolutiva espressa attribuisce al contraente il diritto potestativo di ottenere la risoluzione del contratto per un determinato inadempimento della controparte, dispensandola dall'onere di provarne l'importanza; detta clausola non ha carattere vessatorio, atteso che non è riconducibile ad alcuna delle ipotesi previste dall'art. 1341 c.c., comma 2, neanche in relazione all'eventuale aggravamento delle condizioni di uno dei contraenti derivante dalla limitazione della facoltà di proporre eccezioni, in quanto la possibilità di chiedere la risoluzione è connessa alla stessa posizione di parte del contratto e la clausola risolutiva si limita soltanto a rafforzarla.
(Cassazione Civile, ordinanza 27 agosto 2020, n. 17912)
Urgente e impreveduto bisogno del comodante di ottenere la restituzione del bene dato in comodato
Lo squilibrio patrimoniale determinato dalla pandemia da Covid-19 sulle attività del settore turistico-alberghiero è di carattere temporaneo e, pertanto, inidoneo a configurare la sussistenza di un urgente e impreveduto bisogno del comodante, requisito necessario per richiedere la restituzione immediata della casa concessa in comodato, vieppiù quando il comodato sia stato stipulato, nell’ambito del procedimento di separazione personale tra coniugi, nell’interesse della prole.
(Tribunale di Ivrea, 15 settembre 2020)
Il deposito presso l’autofficina è normalmente gratuito
Allorché il veicolo venga affidato ad un'officina al fine di effettuare alcune riparazioni, il contratto in oggetto va qualificato come di prestazione d'opera sulla base del fatto che il veicolo sia stato affidato all'officina per effettuare alcune riparazioni, e non per essere solo custodito, atteso che in tali casi la prestazione di deposito ha natura accessoria rispetto a quella principale di riparazione. Pertanto il meccanico e l’autofficina sono tenuti a custodire gratuitamente la vettura del cliente fino a quando la riparazione è stata effettuata, salvo possano provare un’espressa pattuizione di onerosità del deposito.
(Cassazione Civile, ordinanza 27 agosto 2020 n. 17918)
Risarcimento danni per inadempimento al contratto preliminare
Deve essere qualificata come penale la clausola di contenuto speculare per l'inadempimento dell'una o dell'altra parte che presuppone l'addebitabilità della risoluzione del preliminare e/o del recesso dal preliminare a carico di una parte per fatto addebitabile all'altra, regolando le sorti dei pagamenti effettuati dal promettente acquirente sino al momento del recesso o della risoluzione.
(Cassazione Civile, ordinanza 12 ottobre 2020, n. 21967)
Non conformità catastale e trasferimento dell’immobile
Il disposto dell'ultimo periodo della L. 27 febbraio 1985, n. 52, art. 29, comma 1 bis, aggiunto dal D.L. 31 maggio 2010, n. 78, art. 19, comma 14, convertito, con modificazioni, con la L. 30 luglio 2010, n. 122 ("Prima della stipula dei predetti atti il notaio individua gli intestatari catastali e verifica la loro conformità con le risultanze dei registri immobiliari"), concernente la c.d. "conformità catastale soggettiva", non è riferibile all'attività del giudice investito di una domanda ex art. 2932 c.c., di esecuzione in forma specifica dell'obbligo di concludere un contratto di trasferimento immobiliare di un fabbricato già esistente; né la c.d. "conformità catastale soggettiva" dell'immobile - vale a dire l'allineamento tra l'intestazione dell'immobile risultante in catasto e l'intestazione dell'immobile risultante dai registri immobiliari - costituisce condizione dell'azione ex art. 2932 c.c.; la sua mancanza, pertanto, non impedisce l'emissione di una sentenza costitutiva di trasferimento del fabbricato ex art. 2932 c.c..
(Cassazione Civile, 29 settembre 2020, n. 20526)
Mancanza del certificato di abitabilità e successivo conseguimento
Nella vendita di immobili destinati ad abitazione, pur costituendo il certificato di abitabilità un requisito giuridico essenziale ai fini del legittimo godimento e della normale commerciabilità del bene, la mancata consegna di detto certificato costituisce un inadempimento del venditore che non incide necessariamente in modo dirimente sull'equilibrio delle reciproche prestazioni (Cass. 6548/2010). Così che il successivo rilascio del certificato di abitabilità esclude la possibilità stessa di configurare l’ipotesi di vendita di aliud pro alio (Cass. 6548/2010, Cass. 16918/2019).
(Cassazione Civile, 13 agosto 2020, n. 17123)