Ammontare dei debiti scaduti e non pagati risultanti dagli atti dell’istruttoria prefallimentare: sui debiti erariali rateizzati

I debiti erariali rateizzati e quelli non ancora iscritti a ruolo non possono ritenersi scaduti, al pari di quelli oggetto di accordi transattivi, per gli effetti di cui all'art. 15 L.F. ultimo comma.

(Tribunale di Como, 16 luglio 2020)


Effetti della desistenza sul procedimento fallimentare

In tema di dichiarazione di fallimento, la desistenza del creditore istante, non accompagnata dall'estinzione dell'obbligazione, in quanto atto di natura meramente processuale rivolto, al pari della domanda iniziale, al giudice, è inidonea a spiegare i propri effetti qualora venga depositata allorché il procedimento prefallimentare sia stato definito con la deliberazione della decisione, anche se questa non sia stata ancora pubblicata.

(Cassazione Civile, 30 giugno 2020, n. 13187)


Clausola compromissoria statutaria e azione di responsabilità del curatore

In caso di fallimento di una società, la clausola compromissoria contenuta nello statuto della stessa non è applicabile all'azione di responsabilità proposta dal curatore ai sensi dell’art. 146 della legge fall. (ex aliis Cass. n. 19308-14, Cass. n. 28533-18). Tale inoperatività deriva dal contenuto unitario e inscindibile della predetta azione, quale strumento di reintegrazione del patrimonio sociale previsto a garanzia sia dei soci che dei creditori sociali, nel quale confluiscono, con connotati di autonomia e con la modifica della legittimazione attiva, sia l’azione prevista dall'art. 2393 cod. civ. che quella di cui all'art. 2394 cod. civ., in riferimento alla quale la clausola compromissoria non può operare per il semplice fatto che i creditori sono terzi rispetto alla società.

(Cassazione Civile, 23 luglio 2020, n. 15830)


Proposizione di istanza di ammissione al concordato preventivo da parte dell’imprenditore cancellato

Il combinato disposto degli artt. 2495 c.c. e 10 L Fall. impedisce all’imprenditore individuale volontariamente cancellatosi dal registro delle imprese, di cui, entro l’anno dalla cancellazione, sia domandato il fallimento, di richiedere l’ammissione al concordato preventivo, trattandosi di procedura che, diversamente dal fallimento, caratterizzato da finalità solo liquidatorie, tende piuttosto alla risoluzione della crisi di impresa, sicché l’intervenuta e consapevole scelta di cessare l’attività imprenditoriale, necessario presupposto della cancellazione, preclude ipso facto l’utilizzo della procedura concordataria per insussistenza del bene al cui risanamento essa dovrebbe mirare.

(Cassazione Civile, 20 febbraio 2020, n. 4329)


Se il terzo acquirente fallisce non è possibile esperire l’azione di rivendica

In caso di atto di disposizione del patrimonio in danno ai creditori, il fallimento del terzo acquirente, dichiarato dopo l’atto di alienazione, vale a dire dopo l’atto di frode determinativo della lesione della garanzia patrimoniale ma prima che l’azione revocatoria sia esercitata, impedisce ai creditori dell’alienante solo l’esercizio dell’azione costitutiva (in applicazione del principio di cristallizzazione dell’attivo fallimentare), non anche invece l’esercizio di quell'azione restitutoria per equivalente parametrata al valore del bene sottratto alla garanzia patrimoniale, da esercitarsi nelle forme dell’insinuazione al passivo e non nelle forme della rivendica.

(Cassazione Civile, Sez. Unite, 24 giugno 2020, n. 12476)


Limiti all'ammissione del credito del professionista in prededuzione

La prededucibilità del credito del professionista che ha assistito l'impresa nell'accesso alla procedura concordataria elaborando piano e proposta può essere esclusa ove detta ammissione sia stata successivamente revocata per atti in frode dei quali il professionista stesso sia stato a conoscenza. Nello specifico il mancato versamento della somma necessaria per le spese di procedura ex art. 163, comma 2, n. 4, L.F. può essere equiparata ad atto in frode, ma può travolgere la prededucibilità del credito del professionista solo ove sia stata inequivocabilmente accertata la partecipatio fraudis di quest'ultimo all'atto fraudolento del debitore.

(Cassazione Civile, 2 luglio 2020, n. 13596)


La sorte del credito del professionista che ha taciuto atti in frode rilevanti ex art. 173 L.F.

L'art. 111, comma 2, l. fall. riconosce la prededuzione per il credito del professionista che abbia assistito l'imprenditore per accedere ad una procedura concordata della crisi di impresa anche nel caso in cui il risanamento non riesca e subentri il fallimento. La prededuzione, tuttavia, non può essere accordata se la procedura concordataria è stata revocata ex art. 173 l. fall. per la scoperta di atti in frode dell'imprenditore condivisi dal professionista stesso. In questo caso la prestazione del professionista sarebbe infatti estranea alle forme di soluzione concordata alla crisi di impresa che l'art. 111 l. fall. intende favorire con la prededuzione dei crediti relativi.

(Cassazione Civile, 15 maggio 2020, n. 9027)


Omissione totale della contabilità e liquidazione del danno

L’amministratore di società di capitali poi fallita che abbia gestito la società senza tenere alcuna delle scritture contabili obbligatorie per legge tiene una condotta quanto meno colpevole e fonte di obbligo risarcitorio nei confronti della curatela, e l’omissione totale della contabilità consente - ai sensi dell’art. 2486 c.c. (così come novellato dal D. Lgs. 14/2019) - di utilizzare come parametro per la liquidazione del danno lo sbilancio fallimentare, che, per la carenza detta, non può essere in alcun modo spiegato e ricondotto ad attività svolta nell'interesse della società.

(Tribunale di Firenze, 13 maggio 2020, Pres., est. Calvani)


Il termine per proporre reclamo al progetto di riparto non è soggetto alla sospensione del Decreto “Cura Italia”

In relazione al progetto di riparto parziale predisposto dal curatore ex art. 113 l. fall., in considerazione dell’entità della somma da ripartire e della necessità di favorire la circolazione del denaro, ricorrono le condizioni per dichiarare l’urgenza della trattazione ai sensi dell’art. 83 DL. 18/2020 (“Cura Italia”) al fine di escludere la sospensione dei termini per il reclamo, attesa la necessità di assicurare la tempestività dei pagamenti in questo periodo di emergenza sanitaria e di conseguente crisi economica per il fermo delle attività d’impresa.

(Tribunale di Forlì, 1 aprile 2020)


Legittimazione all'opposizione allo stato passivo

In tema di accertamento del passivo, la mancata presentazione da parte del creditore di osservazioni al progetto di stato passivo depositato dal curatore non risponde alla proposta e alla decadenza dalla possibilità di presentare opposizione, non potendo, infatti, trovare l'applicazione il disposto di cui all'art. 329 c.p.c. rispetto ad un provvedimento giudiziale non ancora emesso, ed inoltre l'art. 95, comma 2, l. fall., introdotto dal d.lgs. n. 169 del 2007, prevede che i creditori “possano” esaminare il progetto, senza porre a loro carico un onere di replica alle difese e alle eccezioni del curatore entro la prima udienza fissata per l’esame dello stato passivo cosicché deve, pertanto, escludersi che il termine predetto sia deputato alla definitiva e non più emendabile individuazione delle questioni controverse riguardanti la domanda di ammissione.

(Cassazione Civile, 13 marzo 2020, n. 7136)