Sì all’assegno periodico anche se a finire è l’unione civile
In tema di unioni tra persone dello stesso sesso, per l'assegno previsto in caso di scioglimento dell'unione civile, trovano applicazione i medesimi principi fissati in tema di assegno divorzile per le coppie eterosessuali. Nella specie, il Tribunale ha riconosciuto un assegno periodico alla parte economicamente più debole, prendendo all'uopo in considerazione lo squilibrio tra le condizioni economiche delle due parti, dovuto anche a scelte di vita fatte dalla parte economicamente più debole, che ha cambiato città per vivere con la compagna, lasciando il lavoro ed optando per un'altra occupazione meno retribuita. Il Tribunale ha considerato, altresì, il periodo successivo all'unione civile, nonché il periodo di convivenza precedente all'unione medesima.
(Tribunale di Pordenone, ordinanza, 13 marzo 2019)
Violazione del dovere di fedeltà coniugale
La violazione del dovere di fedeltà, sebbene possa indubbiamente essere causa di un dispiacere per l'altro coniuge, e possa provocare la disgregazione del nucleo familiare, non automaticamente è risarcibile, ma in quanto l'afflizione superi la soglia della tollerabilità e si traduca, per le sue modalità o per la gravità dello sconvolgimento che provoca nell'altro coniuge, nella violazione di un diritto costituzionalmente protetto, primi tra tutti il diritto alla salute o alla dignità personale e all'onore.
(Cassazione Civile, 7 marzo 2019, n. 6598)
Fido e l’affido: arriva l’affidamento alternato dell’animale domestico
In caso di separazione dei coniugi, proprietari di un animale familiare, il Tribunale, in mancanza di un accordo tra le parti, a prescindere dal regime di separazione o di comunione dei beni e a quanto risultante dai documenti anagrafici dell'animale, sentiti i coniugi, i conviventi, la prole e, se del caso, esperti di comportamento animale, attribuisce l'affido esclusivo o condiviso dall'animale alla parte in grado di garantirne il maggior benessere.
(Tribunale di Sciacca, decreto 19 febbraio 2019)
Convivenza more uxorio ed ingiusto arricchimento
È possibile configurare l'ingiustizia dell'arricchimento da parte di un convivente "more uxorio" nei confronti dell'altro in presenza di prestazioni a vantaggio del primo esulanti dal mero adempimento delle obbligazioni nascenti dal rapporto di convivenza - il cui contenuto va parametrato sulle condizioni sociali e patrimoniali dei componenti della famiglia di fatto - e travalicanti i limiti di proporzionalità e di adeguatezza.
(Cassazione Civile, 15 febbraio 2019, n.4659)
Patto di famiglia e imposta di donazione
Il patto di famiglia di cui agli artt. 768-bis ss. c.c. è assoggettato all'imposta sulle donazioni per quanto concerne sia il trasferimento dell'azienda o della partecipazione dal disponente al discendente (fatto salvo il ricorso delle condizioni di esenzione di cui all'art. 3, comma 4-ter, d.lgs. n. 346/1990), sia la corresponsione di somma compensativa della quota di legittima dall'assegnatario dell'azienda o della partecipazione ai legittimari non assegnatari; - quest'ultima corresponsione è assoggettata ad imposta in base all'aliquota ed alla franchigia relative non al rapporto tra disponente ed assegnatario, e nemmeno a quello tra disponente e legittimario, bensì a quello tra assegnatario e legittimario.
(Cassazione Civile, 19 dicembre 2018, n. 32823)
Riconoscimento dell'assegno di divorzio in favore dell'ex coniuge
Deve essere confermata la statuizione del Giudice di merito che ha riconosciuto l’assegno divorzile a favore della moglie che, in costanza di matrimonio, si è presa cura del figlio autistico, ricorrendo sia il presupposto assistenziale (mancanza di attività lavorativa) sia il criterio perequativo, essendo stato valutato l’apporto della moglie al menage familiare.
(Cassazione Civile, 23 gennaio 2019, n. 1882)
Responsabilità del genitore
Il pregiudizio subito a causa della pubblicazione della foto osé sul sociale network a seguito della cessione della foto a terzi mediante dispositivo telefonico ricade sia sulla minore che sui genitori di lei. I danni subiti dalla minore sono ascrivibili alla categoria dei danni non patrimoniali ex art. 2059 c.c. in quanto ledono una pluralità di interessi attinenti alla sfera della persona e dunque protetti dall'art. 2 Cost. (dal diritto alla riservatezza all'onore, all'immagine e persino all'inviolabilità della corrispondenza). I danni subiti dai genitori della vittima ledono anche e soprattutto la reputazione in relazione alla risonanza sociale nell'ambiente di vita e di lavoro dei genitori, cui si aggiunge anche un danno patrimoniale ulteriore e correlato a quello non patrimoniale.
(Tribunale di Sulmona, 9 aprile 2018, n. 103)
Mantenimento e reddito netto
La determinazione del quantum dell’assegno di mantenimento deve operare sul reddito netto del coniuge obbligato al versamento poiché la famiglia, in costanza di matrimonio, fa affidamento su di esso.
(Cassazione Civile, ordinanza 14 gennaio 2019, n. 651)
Nuova convivenza e decadenza dall'assegno divorzile
L’instaurazione da parte del coniuge divorziato di una nuova famiglia, ancorché di fatto, rescindendo ogni connessione con il tenore ed il modello di vita caratterizzanti la pregressa fase di convivenza matrimoniale, fa venire definitivamente meno ogni presupposto per la riconoscibilità dell'assegno divorzile a carico dell'altro coniuge, sicché il relativo diritto resta definitivamente escluso.
(Cassazione Civile, ordinanza 10 gennaio 2019, n. 406)
Violazione degli obblighi familiari
La condotta del coniuge integrante il reato di violazione degli obblighi familiari, a cui si aggiungano le ripetute minacce all'ex coniuge, che si configuri idonea ad ingenerare nella vittima uno stato di ansia e preoccupazione tali da provocare un turbamento psichico transitorio e soggettivo conseguente proprio al fatto di reato, costituisce un ipotesi di illecito civile, cosicché il danno subito dalla vittima è risarcibile ai sensi dell’art. 2059 c.c. anche se il reato è accertato solo incidentalmente.
(Tribunale di Roma, 12 settembre 2018, n. 17144)