Figlio maggiorenne e mantenimento mediante sostegno sociale
Il figlio di genitori divorziati, che abbia ampiamente superato la maggiore età, e non abbia reperito una occupazione lavorativa stabile o che, comunque, lo remuneri in misura tale da renderlo economicamente autosufficiente, non può soddisfare l'esigenza a una vita dignitosa, alla cui realizzazione ogni giovane adulto deve aspirare, mediante l'attuazione mera dell'obbligo di mantenimento del genitore, quasi che questo sia destinato ad andare avanti per sempre; egli deve far fronte al suo stato attraverso i diversi strumenti di ausilio, ormai di dimensione sociale, che sono finalizzati ad assicurare sostegno al reddito; resta ferma solo l'obbligazione alimentare, da azionarsi nell'ambito familiare per supplire a ogni più essenziale esigenza di vita dell'individuo bisognoso.
(Cassazione Civile, ordinanza, 7 ottobre 2022, n. 29264)
Sulla riconciliazione dei coniugi tra coabitazione e frequentazione
La parte che ha interesse a far accertare l'avvenuta riconciliazione dei coniugi, dopo la separazione, ha l'onere di fornire una prova piena e incontrovertibile, che il giudice di merito è chiamato a verificare, tenendo presente che, in mancanza di una dichiarazione espressa di riconciliazione, gli effetti della separazione cessano soltanto col fatto della coabitazione, la quale non può ritenersi ripristinata per la sola sussistenza di ripetute occasioni di incontro e di frequentazione, ove le stesse non depongano per una reale e concreta ripresa delle relazioni materiali e spirituali e che il relativo apprezzamento non può essere oggetto di sindacato di legittimità, in presenza di una motivazione adeguata ed esaustiva.
(Cassazione Civile, 23 settembre 2022, n. 27963)
Sulla ripartizione della pensione di reversibilità fra prima e seconda moglie
In caso di decesso dell'ex coniuge, la ripartizione della pensione di reversibilità tra il coniuge divorziato e il coniuge superstite deve essere effettuata ai sensi dell'art. 9, comma 3, l. n. 898/1970. Oltre al criterio legale della durata dei matrimoni, devono dunque essere ponderati ulteriori elementi, correlati alla finalità solidaristica dell'istituto ed individuati dalla giurisprudenza nell'entità dell'assegno riconosciuto al coniuge divorziato e nelle condizioni economiche di entrambi.
(Cassazione Civile, ordinanza, 25 agosto 2022, n. 25369)
Prestito concesso dai coniugi in comunione dei beni: la restituzione ad uno estingue il debito
In tema di comunione legale deve ritenersi che in caso di prestito concesso congiuntamente da due coniugi in regime patrimoniale di comunione legale con denaro della comunione, il debitore che restituisca l'intero importo ad uno solo dei coniugi è liberato, per la prevalenza delle regole della comunione legale sul principio della parziarietà delle obbligazioni solidali dal lato attivo. Dunque, dalla erogazione di un prestito con denaro appartenente alla comunione legale tra i coniugi sorge un diritto alla restituzione che non è in favore dei singoli coniugi, bensì della comunione legale.
(Cassazione Civile, 1 agosto 2022, n. 23292)
L’ex moglie dispone di un cospicuo patrimonio: no all’automatica riduzione dell’assegno di mantenimento
Il consistente patrimonio a disposizione della donna non è dato sufficiente, da solo, a legittimare la riduzione dell'assegno di mantenimento a lei riconosciuto. Necessario valutare con attenzione il tenore di vita di cui ha goduto la donna durante il matrimonio. L'assegno di mantenimento deve essere idoneo a garantirle la possibilità di mantenere quel tenore di vita, anche se esso era alimentato pure dall'accertato suo patrimonio personale.
(Cassazione Civile, 6 luglio 2022, n. 21392)
Comunione de residuo: al coniuge non imprenditore spetta solo il diritto di credito
Nel caso di impresa riconducibile ad uno solo dei coniugi costituita dopo il matrimonio, e ricadente nella cd. comunione de residuo, al momento dello scioglimento della comunione legale, all'altro coniuge spetta un diritto di credito pari al 50% del valore dell'azienda, quale complesso organizzato, determinato al momento della cessazione del regime patrimoniale legale, ed al netto delle eventuali passività esistenti alla medesima data.
(Cassazione Civile, Sez. Unite, 17 maggio 2022, n. 15889)
L’inadempimento dell’obbligo di mantenimento dei figli non ostacola l’affidamento condiviso
L’inadempimento dell’obbligo di mantenimento dei figli imputabile al genitore non è elemento di per sé decisivo nel far propendere il giudice per l’affidamento esclusivo in favore dell’altro genitore, richiedendosi che tale elemento risulti contestualizzato e inscritto in una più complessiva valutazione dell’atteggiamento del genitore interessato, sì da integrare una manifesta carenza di attitudini genitoriali. Inoltre, l’affidamento condiviso non può ragionevolmente ritenersi precluso dalla oggettiva distanza esistente tra i luoghi di residenza dei genitori, potendo detta distanza incidere soltanto sulla disciplina dei tempi e delle modalità della presenza del minore presso ciascun genitore.
(Cassazione Civile, ordinanza, 17 maggio 2022, n. 15815)
Sul danno patrimoniale e non patrimoniale subito dal figlio per la totale assenza della figura paterna
La violazione dei doveri genitoriali non trova la sua sanzione, necessariamente e soltanto, nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, ma comporta che la relativa violazione, nell'ipotesi in cui provochi la lesione di diritti costituzionalmente protetti, può integrare gli estremi dell'illecito civile e dare luogo ad un'autonoma azione volta al risarcimento dei danni non patrimoniali, ai sensi dell'art. 2059 c.c., che possono essere liquidati anche attraverso il ricorso alla valutazione equitativa “pura”.
(Cassazione Civile, 12 maggio 2022, n. 15148)
Sull’obbligo del nonno a mantenere i nipoti
L'obbligo degli ascendenti di fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere ai loro doveri nei confronti dei figli va inteso non solo nel senso che tale obbligazione sia subordinata e sussidiaria rispetto a quella dei genitori, ma anche nel senso che agli ascendenti non ci si possa rivolgere per un aiuto economico per il solo fatto che uno dei due genitori non dia il proprio contributo al mantenimento dei figli, se l'altro genitore è in grado di mantenerli (nella specie, la Corte ha ritenuto che i giudici del merito , vista l'età dei beneficiari del mantenimento, il lungo tempo decorso dal riconoscimento del diritto, e la possibilità di accedere alla misura di sostegno sociale del reddito di cittadinanza, non avessero correttamente valutato i presupposti dell'obbligo di mantenere i due nipoti da parte del nonno).
(Cassazione Civile, 31 marzo 2022, n. 10450)
Sul diritto de genitore di trasferire all’estero la residenza propria e del figlio
Nelle controversie nelle quali si discuta del diritto del genitore affidatario di trasferire la residenza propria e del figlio all’estero, occorre operare un bilanciamento tra il suddetto diritto con il diritto del minore a conservare la bi-genitorialità, impegnando ciascun genitore a garantire la presenza dell’altro nella vita del figlio, salde relazioni affettive e una stabile consuetudine di vita.
(Cassazione Civile, 11 novembre 2021, n. 33608)