E’ grave violazione della dignità e della riservatezza la diffusione senza consenso delle immagini di una neonata

La diffusione delle immagini di una donna con la bambina appena nata, senza il consenso preventivo, costituisce una grave violazione della dignità e riservatezza a prescindere da ogni concreta identificazione da parte del pubblico di chi sia la persona ritratta.

(Cassazione Civile, 16 settembre 2022, n. 27267)


Non è lesione della privacy la videosorveglianza per tutelarsi dagli atti vandalici

Il vicino di casa che lamenta come la videosorveglianza violi il proprio diritto alla privacy deve fornire prove idonee a dimostrare tale violazione al fine del bilanciamento con le esigenze di installazione dell'impianto (fattispecie relativa all'installazione di una telecamera di videosorveglianza all'esterno dell'abitazione della convenuta al fine di disincentivare i ripetuti danneggiamenti che l'automobile della stessa aveva subito ad opera di vandali, individuati grazie alle registrazioni. A tale installazione si era però opposta parte attorea, lamentando come la medesima interferisse con la propria vita privata, registrando i movimenti della sua porta di ingresso ed essendo altresì puntata verso una sua finestra).

(Cassazione Civile, 15 settembre 2022, n. 27223)


Il “Vip”, la privacy, ed il cono di proiezione!

L'esimente prevista dall'art. 97 l. 22 aprile 1941 n. 633, secondo cui non occorre il consenso della persona ritratta in fotografia quando, tra l'altro, la riproduzione dell'immagine è giustificata dalla notorietà o dall'ufficio pubblico coperto, ricorre non solo allorché il personaggio noto sia ripreso nell'ambito dell'attività da cui la sua notorietà è scaturita, ma anche quando la fotografia lo ritrae nello svolgimento di attività a quella accessorie o comunque connesse, fermo restando, da un lato, il rispetto della sfera privata in cui il personaggio noto ha esercitato il proprio diritto alla riservatezza, dall'altro, il divieto di sfruttamento commerciale dell'immagine altrui, da parte di terzi, al fine di pubblicizzare o propagandare, anche indirettamente, l'acquisto di beni e servizi (fattispecie in cui un ex noto calciatore aveva lamentato l'illegittimo sfruttamento del suo diritto all'immagine a scopo commerciale, relativamente ad opere audiovisive e a medaglie commemorative, e la violazione del diritto d'autore su una serie di frammenti di interviste da lui rilasciate e poi incluse in una serie di DVD).

(Cassazione Civile, ordinanza, 16 giugno 2022, n. 19515)


Legittimo il divieto imposto di registrare le lezioni tenute in classe

La voce di una persona registrata da un apparecchio elettronico costituisce un dato personale se e in quanto essa consente di identificare la persona interessata. Nella registrazione della lezione che si svolge in una classe possono essere contenuti interventi degli studenti, la cui persona è facilmente identificabile, trattandosi di una comunità ristretta. Ne deriva che legittimamente la dirigenza scolastica, richiesta dagli alunni di adottare provvedimenti, ha disposto la cessazione delle registrazioni delle lezioni da parte del professore.

(Cassazione Civile, sez. lavoro, 5 maggio 2022, n. 14270)


Diritto all’oblio e diritto di informazione

Il diritto all'oblio si concretizza nella domanda di deindicizzazione di pagine web dai motori di ricerca. Ciò, con particolare riferimento alla rete Internet, implica un'azione rivolta ai soggetti che dei singoli motori siano titolari e che abbiano il controllo del programma accessibile dagli opportuni siti. Non certamente, invece, per legittimare una pretesa risarcitoria nei riguardi di chi abbia a suo tempo scritto un libro, le cui pagine siano state poi inserite anche in Internet, sulla base di fatti divenuti, secondo la personale visione dell'interessato, di nessun interesse collettivo.

(Cassazione Civile, 28 marzo 2022, n. 9923)


Sull’acquisizione del consenso per le attività di marketing

Ove il consenso alle campagne di marketing non sia stato anteriormente prestato, la condizione è nel senso di doversi ritenere che lo stesso sia stato semplicemente già negato al momento del contratto. Cosicché ogni successiva attività integrata da comunicazioni automatizzate volte a farne mutare il senso diventa essa stessa un'interferenza illegittima, poiché finalizzata a commercializzare il servizio aggiuntivo nonostante la mancanza del consenso esplicito.

(Cassazione Civile, 28 marzo 2022, n. 9920)


Garante Privacy: stop alle ricette mediche appese fuori dalla finestra di studio

Deve essere sanzionato il medico “di famiglia” che ha affisso le ricette mediche con le mollette da bucato fuori dalla finestra dello studio, situato al piano terra, con affaccio su una pubblica via, rendendo così visibili a chiunque il nome degli assistiti e il contenuto delle relative prescrizioni.

(Garante Privacy, provvedimento, 28 ottobre 2021, n. 392)


Installazione di videocamere e pregiudizio (effettivo) alla riservatezza

Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza - conseguente all’installazione di videocamere -, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile.

(Tribunale di Palermo, 16 marzo 2021, n. 912)


Il creditore che comunica a terzi (familiari, coabitanti, colleghi di lavoro o vicini di casa) l'inadempimento del debitore viola il codice della privacy

In tema di trattamento dei dati personali, di cui al d.l.g. n. 196/2003, integra una violazione del diritto alla riservatezza e dell'art. 11 del codice privacy, il comportamento di un creditore il quale, nell'ambito dell'attività di recupero credito, svolta direttamente ovvero avvalendosi di un incaricato, comunichi a terzi (familiari, coabitanti, colleghi di lavoro o vicini di casa), piuttosto che al debitore, le informazioni, i dati e le notizie relative all'inadempimento nel quale questo versi oppure utilizzi modalità che palesino a osservatori esterni il contenuto della comunicazione senza rispettare il dovere di circoscrivere la comunicazione, diretta al debitore, ai dati strettamente necessari all'attività recuperatoria.

(Cassazione Civile, 2 luglio 2021, n. 18783)


Le minime violazioni della Privacy non sono risarcibili quali danni non patrimoniali

In tema di violazione dei dati personali, il danno non patrimoniale risarcibile ai sensi dell’art. 15 d.lgs. n. 196/2003 (Codice della privacy), pur determinato da una lesione del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali tutelato dagli artt. 2 e 21 Cost. e dall’art. 8 CEDU, non si sottrae alla verifica della “gravità della lesione” e della “serietà del danno”, esso dunque non è in re ipsa non identificandosi il danno risarcibile con la mera lesione dell'interesse tutelato dall'ordinamento, ma con le conseguenze di tale lesione.

(Cassazione Civile, 10 giugno 2021, n. 16402)