E’ nulla la transazione stipulata tra il curatore e il creditore che riconosce a quest’ultimo una prededuzione non prevista dalla legge

La transazione stipulata tra il curatore e l'opponente, nella parte in cui ha riconosciuto a quest'ultimo una prededuzione che non è prevista dalla legge, è nulla a nulla non rilevando il fatto che la transazione sia stata trasmessa al giudice delegato senza che lo stesso avesse formulato sul punto alcun rilievo, giacché l'acquisizione di una simile informazione è un provvedimento privo di natura decisoria e, come tale, inidoneo ad acquistare autorità di cosa giudicata.

(Cassazione Civile, ordinanza, 19 dicembre 2023, n. 35452)


Il credito del professionista negligente va escluso dallo stato passivo

L'errore professionale addebitabile al professionista, ove abbia determinato la definitiva perdita del diritto del cliente alla regolazione concordataria della propria crisi d'impresa, rende del tutto inutile l'attività precedentemente svolta, dovendosi ritenere la sua prestazione totalmente inadempiuta ed improduttiva di effetti in favore del proprio assistito, con la conseguenza che, in tal caso, non è dovuto alcun compenso al professionista, anche se l'adozione dei mezzi rivelatisi pregiudizievoli al cliente sia stata, in ipotesi, sollecitata dal cliente stesso, poiché costituisce compito esclusivo del professionista la scelta della linea tecnica da seguire nella prestazione dell'attività professionale.

(Cassazione Civile, ordinanza, 19 dicembre 2023, n. 35489)


Liquidazione controllata: nessuna prededuzione per il compenso dell’avvocato che assiste il debitore

Tenuto conto che nella liquidazione controllata il ricorso per l’apertura di detta procedura può essere presentato “personalmente dal debitore, con l’assistenza dell’OCC”, la relativa assistenza di avvocato e consulente non risulta necessaria, per cui i relativi compensi non sono assistiti dalla prededuzione, considerato, inoltre, che l’art. 6 lett. a) CCII limita ora espressamente la prededucibilità alle spese e ai compensi per le prestazioni rese dall’OCC, nulla invece prevedendo per gli altri professionisti che abbiano in vario modo assistito il ricorrente nella predisposizione e/o presentazione del piano.

(Tribunale Ascoli Piceno, 13 Luglio 2023, Dott. Sirianni)


Autorizzazione del Tribunale al rilascio dei DURC nel concordato in continuità

L’imprenditore che abbia presentato domanda di concordato preventivo in continuità aziendale, ex art. 186-bis l.fall. , può rivolgersi al tribunale, anche nella fase con riserva ex art. 161, comma sesto, l.fall., al fine di ottenere un “nulla osta” alla presentazione della richiesta di rilascio del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) agli enti previdenziali, perché dal momento del deposito della domanda di concordato restano sospesi gli obblighi di pagamento dei crediti concorsuali, compresi quelli vantati dagli enti che sono chiamati a rilasciare detta documentazione.

(Tribunale di Bergamo, decreto, 8 settembre 2021)


La domanda di concordato preventivo non può sempre salvare l’imprenditore dal reato di omesso versamento delle imposte

Gli eventuali effetti inibitori della procedura di ammissione al concordato preventivo rispetto al reato di omesso versamento possono porsi unicamente con riguardo alle condotte di cui ai reati di omesso versamento la cui scadenza si ponga dopo la domanda di concordato (sia esso in bianco che con deposito del piano). La ammissione alla procedura non vale tuttavia a scriminare sic e simpliciter l’omissione alla scadenza o a escludere successivamente gli effetti penali dell’omissione, dovendosi dare rilievo unicamente alle situazioni nelle quali vi sia stato un provvedimento del tribunale che abbia vietato, o comunque non abbia autorizzato, il pagamento dei crediti, essendo configurabile la scriminante dell’adempimento di un dovere imposto da un ordine legittimo dell’autorità di cui all’art. 51 c.p., derivante da norme poste a tutela di interessi aventi anche rilievo pubblicistico, equivalenti a quelli di carattere tributario.

(Cassazione Penale, 5 maggio 2020, n. 13628)


Le azioni di responsabilità esperibili dal curatore nei confronti dei revisori contabili

Nell’azione di responsabilità esercitata dal curatore fallimentare ai sensi dell'art. 146 L.F., convogliano sia l'azione sociale di cui all'art. 2393 c.c., sia quella dei creditori sociali di cui all'art. 2394 c.c.; le due azioni si cumulano inscindibilmente e restano ciascuna assoggettata al regime che è loro proprio. Con riferimento agli organi di controllo, il secondo comma del summenzionato articolo usa una formulazione ampia; infatti, non vi è alcuna specificazione né dei soggetti destinatari dell’azione di responsabilità, né del tipo di controllo da questi esercitato. La norma non si riferisce unicamente all'organo di controllo interno alla società, ma anche ai revisori, in quanto soggetti cui è demandato il controllo contabile.

(Tribunale di Bologna, sez. impresa, 12 dicembre 2019, n. 2651)


Il creditore ammesso con riserva deve proporre opposizione allo stato passivo

Nella disciplina della legge fallimentare riformata dal d.lg. n. 5 del 2006, e del d.lg. n. 169 del 2007, se in sede di insinuazione allo stato passivo il creditore abbia chiesto l'ammissione del proprio credito puramente e semplicemente e sia stato ammesso con riserva, è configurabile una situazione di soccombenza che legittima il creditore a proporre opposizione immediata allo stato passivo nelle forme della l. fall., art. 98. Del pari, laddove il curatore o gli altri creditori intendano contestare l'ammissione, ancorché con riserva, di un altro creditore, sono legittimati (e sono tenuti) a proporre impugnazione immediata avverso detto provvedimento, senza attendere il decreto di cui alla l. fall., art. 113-bis.

(Cassazione Civile, 9 gennaio 2020, n. 268)


Unico credito contestato in sede giudiziale

Va rigettata l’istanza di fallimento proposta dall'unico creditore istante il cui credito risulti contestato in sede giudiziale con motivazioni prima facie fondate, non essendo in tale ipotesi ravvisabile la legittimazione di cui all'art. 6 L.F. a richiedere il fallimento.

(Tribunale di Rimini, 6 dicembre 2019)


Sulla possibilità per il curatore di sciogliere il vincolo nascente dal preliminare

Il curatore fallimentare mantiene, anche in caso di domanda di esecuzione in forma specifica del contratto preliminare di compravendita immobiliare, il potere di sciogliersi da tale vincolo contrattuale. Laddove però il promissario acquirente/attore abbia trascritto la domanda prima della trascrizione della sentenza dichiarativa di fallimento nel registro delle imprese, la dichiarazione di scioglimento del curatore non avrà effetti nei suoi confronti.

(Cassazione Civile,16 dicembre 2019, n. 33238)


La domanda di concordato e l’obbligo di deposito degli ultimi tre bilanci

Nel caso di domanda di pre-concordato presentata da un imprenditore individuale non obbligato - come tale - alla redazione dei bilanci, il ricorrente deve, a pena di inammissibilità del ricorso, produrre quanto meno le scritture contabili obbligatorie e le dichiarazioni dei redditi relative agli ultimi tre esercizi (eventuali bilanci redatti tardivamente e non pubblicati nel R.I. sono inattendibili, non potendo il Tribunale riscontrarne la conformità alle scritture contabili ed alle dichiarazioni fiscali non allegate).

(Tribunale di Novara, decreto 24 ottobre 2019)