Risponde il Comune per i rumori molesti dopo la chiusura dei locali

La Pubblica Amministrazione è tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, il principio del neminem laedere, con ciò potendo essere condannata sia al risarcimento del danno (artt. 2043 e 2059 c.c.) patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia la condanna ad un facere, al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità, non investendo una tale domanda, di per sé, scelte ed atti autoritativi, ma, per l'appunto, un'attività soggetta al principio del neminem laedere.

(Cassazione Civile, 23 maggio 2023, n. 14209)


Sulla responsabilità dell’ASL per il decesso del medico dovuto ad infarto da stress

Ai sensi degli artt. 40 e 41 c.p. un evento è da considerare causato da un altro se il primo non si sarebbe verificato in assenza del secondo; ne consegue che debbono essere risarcite tutte le conseguenze dannose derivanti dall'evento di danno in base non solo ad un rapporto di regolarità giuridica (riconosciuta la responsabilità dall'Azienda sanitaria locale per la morte di un medico, colto da infarto, atteso che l'Azienda lo aveva mantenuto nello stesso servizio, nello svolgimento del quale aveva subito due infarti, senza adibirlo - come indicato dalla Commissione medica - allo svolgimento di mansioni diverse, meno stressanti e non comportanti contatti con il pubblico).

(Cassazione Civile, 22 maggio 2023, n. 13919)


Sinistro stradale: il risarcimento anche al convivente more uxorio

Il diritto al risarcimento del danno da fatto illecito concretatosi in un evento mortale va riconosciuto - con riguardo sia al danno morale sia a quello patrimoniale allorquando emerga la prova di uno stabile contributo economico apportato, in vita, dal defunto al danneggiato - anche al convivente more uxorio del defunto.

(Cassazione Civile, ordinanza, 28 marzo 2023, n. 8801)


Il risarcimento in caso di danno lungo latente

In caso di danno c.d. lungolatente (nella specie, contrazione di epatite C, asintomatica per più di venti anni, derivante da trasfusione), il diritto al risarcimento del danno biologico sorge solo con riferimento al momento di manifestazione dei sintomi e non dalla contrazione dell'infezione, in quanto esso non consiste nella semplice lesione dell'integrità psicofisica in sé e per sé considerata, bensì nelle conseguenze pregiudizievoli per la persona, sicché, in mancanza di dette conseguenze, difetta un danno risarcibile, altrimenti configurandosi un danno "in re ipsa", privo di accertamento sul nesso di causalità giuridica (necessario ex art. 1223 c.c.) tra evento ed effetti dannosi.

(Cassazione Civile, 17 febbraio 2023, n. 5119)


La morte di un familiare che presta la propria attività nell'impresa di famiglia costituisce un danno patrimoniale

Per ottenere il risarcimento della 'perdita subita' ai sensi dell'art. 1223 c.c. non occorre che il danneggiato si sia preventivamente attivato per ripianare detta perdita così da dimostrare di avere sostenuto le spese allo scopo necessarie, non sussistendo alcuna obbligazione in tal senso (cassata, nella specie, la decisione della Corte d'appello che aveva errato nell'affermare che la morte di un familiare lavorante nell'impresa di famiglia non integrava un danno patrimoniale, poiché tale lavoro costituiva un dovere e non una facoltà e che per ottenere il risarcimento del danno occorreva provare il costo del rimpiazzo dell'utilità perduta).

(Cassazione Civile, ordinanza, 18 gennaio 2023, n. 1386)


Micropermanenti risarcibili anche senza evidenza strumentale

In materia di risarcimento del danno da c.d. micro-permanente, l'art. 139, comma 2, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, nel testo modificato dall'art. 32, comma 3-ter, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, inserito dalla legge di conversione 24 marzo 2012, n. 27, va interpretato nel senso che l'accertamento della sussistenza della lesione temporanea o permanente dell'integrità psico-fisica deve avvenire con rigorosi ed oggettivi criteri medico-legali; tuttavia l'accertamento clinico strumentale obiettivo non potrà in ogni caso ritenersi l'unico mezzo probatorio che consenta di riconoscere tale lesione ai fini risarcitori, a meno che non si tratti di una patologia difficilmente verificabile sulla base della sola visita del medico legale, che sia suscettibile di riscontro oggettivo soltanto attraverso l'esame clinico strumentale.

(Cassazione Civile, 22 dicembre 2022, n. 37477)


Il Comune deve vigilare sui requisiti morali del tassista

L'inadempimento dell'obbligo di vigilanza in relazione al possesso dei requisiti morali per l'esercizio del servizio di trasporto pubblico non di linea, svolto da Taxi e N.C.C., può comportare la responsabilità del Comune per il danno non patrimoniale eventualmente derivante da tale omissione (fattispecie relativa all'azione promossa dalla convivente di un noleggiatore di auto con conducente che aveva citato in giudizio il Comune e la C.C.I.A.A., per sentirle condannare al risarcimento dei danni sofferti per la morte del convivente, avvenuta in seguito all'aggressione da parte di un tassista nel corso di una lite per l'accaparramento della clientela nell'ambito dell'espletamento del servizio di trasporto pubblico non di linea).

(Cassazione Civile, 26 ottobre 2022, n. 31705)


Pubblicità televisiva di un dispositivo medico privo di autorizzazione ministeriale

Sulla premessa che deve intendersi come "dispositivo medico" rientrante nell'ambito di applicabilità dell'art. 1, comma 2, lett. a), D.lgs. n. 46 del 1997 ogni strumento od apparecchio che sia in concreto dotato di una idoneità a produrre effetti terapeutici benefici su uno o più degli apparati od aspetti funzionali dell'organismo umano anche con finalità di riabilitazione fisioterapica - dell'illecito amministrativo ricondotto alla loro pubblicità televisiva in assenza della prescritta autorizzazione ministeriale come prescritta dal D.lgs. n. 46 del 1997, art. 21, nella vigenza della disciplina dettata dal testo unico della radiotelevisione prima che fosse modificato dal D.lgs. n. 44 del 2010, rispondono, oltre al produttore del dispositivo, il direttore responsabile della rete televisiva e la società titolare dell'emittente.

(Cassazione Civile, 26 gennaio 2022, n. 2336)


Non spetta alcun risarcimento al proprietario in caso di recesso del conduttore che esercita un’attività vietata dal regolamento condominiale

Non può dirsi fondata l'azione proposta dal condomino nei confronti del condominio per le assunte molestie arrecate da quest'ultimo al conduttore di unità immobiliare locata dal primo, ove la gestione condominiale adotti provvedimenti per curare l'osservanza del regolamento di condominio, invitando il condomino locatore al rispetto di un divieto regolamentare di destinazione. Tale condotta non costituisce atto illecito, e non può, quindi, porsi a fondamento di una responsabilità risarcitoria collettiva del condominio (fattispecie relativa alla azione di risarcimento dei danni correlati al recesso della conduttrice dalla locazione di unità immobiliare di proprietà del ricorrente, il quale aveva sostenuto che il recesso della conduttrice fosse stato conseguente alla illecita condotta mantenuta dal Condominio al fine di far valere l'incompatibilità dell'attività di "comunità alloggio" di assistenza per anziani e disabili svolta nell'immobile locato).

(Cassazione Civile, ordinanza, 7 gennaio 2022, n. 277)


Caduta di alberature sulla strada e responsabilità del Comune

E' esclusa la responsabilità da cose in custodia in capo all'ente proprietario e gestore della strada per i danni patiti dal conducente di un veicolo che abbia impattato contro un grosso albero caduto sulla strada in prossimità del suo passaggio, non potendo il custode rispondere dei danni cagionati da un evento da qualificarsi oggettivamente non prevedibile come corrispondente alla normale regolarità causale nelle condizioni date dei luoghi e non tempestivamente eliminabile o segnalabile (esclusa, nella specie, la responsabilità del Comune per il sinistro occorso ad un automobilista colpito da un albero caduto a causa di un violento nubifragio).

(Cassazione Civile, 11 ottobre 2021, n. 27527)