Il risarcimento delle sofferenze ulteriori

Non costituisce duplicazione la congiunta attribuzione del “danno biologico” e di un’ulteriore somma a titolo di risarcimento dei pregiudizi che non hanno fondamento medico-legale, perché non aventi base organica ed estranei alla determinazione medico-legale del grado di percentuale di invalidità permanente, rappresentati dalla sofferenza interiore (quali, ad esempio, il dolore dell’animo, la vergogna, la disistima di sé, la paura, la disperazione).

(Cassazione Civile, ordinanza, 26 maggio 2020, n. 9865)