Test di paternità negativo: al figlio spetta ugualmente il risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale
Il danno da perdita del rapporto parentale spetta quando vi sia la rottura di tale rapporto anche con un soggetto non consanguineo, ma che rappresenti per il danneggiato la identica figura del padre; la lesione del rapporto parentale può essere determinata anche da un evento diverso dalla morte (nella specie, un minore, a seguito di un testo del DNA errato, aveva considerato come padre un uomo con cui non aveva alcun legame di sangue; la Corte ha ritenuto che la rottura di questo legame fosse tale da generare un danno da perdita del rapporto parentale per il minore).
(Cassazione Civile, 21 agosto 2018, n. 20835)
Oneri probatori nel risarcimento
La domanda risarcitoria deve essere rigettata qualora il proponente si sia limitato a richiedere il risarcimento di “tutti i danni causati e causandi” in forma assolutamente generica, senza mai specificare in cosa consistessero i danni di cui chiedeva il ristoro, non potendo le allegazioni che devono accompagnare la proposizione di una domanda risarcitoria essere limitate alla prospettazione della condotta colpevole della controparte, dovendo invece le stesse includere anche la descrizione delle lesioni, patrimoniali e/o non patrimoniali, prodotte da tale condotta (nel caso di specie, il richiedente, oltre a non aver descritto i danni asseritamente subiti, non ha allegato i parametri e criteri idonei a consentire al giudice di procedere ad una valutazione quanto meno equitativa di tali danni ex art. 1226 c.c.).
(Tribunale di Salerno, 22 febbraio 2018 n. 745)
Viaggiatori impossibilitati a partire a causa di un evento accidentale grave
L’acquirente di un pacchetto turistico all inclusive ha diritto alla restituzione della somma pagata qualora questi debba rinunciare al viaggio per il sopraggiungere di una improvvisa e grave patologia. In questa ipotesi, infatti, è applicabile la disciplina sull'impossibilità sopravvenuta della prestazione, risultando altresì irrilevante la mancata stipula di una polizza assicurativa, in quanto la causa concreta del contratto, consistente nella fruizione di un viaggio con finalità turistica, diviene inattuabile per una causa di forza maggiore, non prevedibile e non ascrivibile alla condotta dei contraenti.
(Cassazione Civile, 10 luglio 2017, n. 18047)
Danno terminale: trasmissibilità agli eredi dell’invalidità
In tema di danno da perdita della vita, nel caso in cui intercorra un apprezzabile lasso di tempo tra le lesioni colpose e la morte causata dalle stesse, è configurabile un danno biologico risarcibile, da liquidarsi in relazione alla menomazione dell'integrità fisica patita dal danneggiato sino al decesso. Tale danno, qualificabile come danno biologico terminale, dà luogo a una pretesa risarcitoria, trasmissibile "iure haereditatis" da commisurare soltanto all'inabilità temporanea, adeguando la liquidazione alle circostanze del caso concreto, ossia al fatto che, seppure temporaneo, tale danno è massimo nella sua intensità ed entità, tanto che la lesione alla salute non è suscettibile di recupero ed esita, anzi, nella morte.
(Cassazione Civile, ordinanza 13 luglio 2018, n. 18328)
Responsabilità ex art. 2051 c.c. degli enti proprietari/gestori delle strade
Nell'ipotesi di sinistro stradale determinato dall'inattesa ed imprevista presenza di un animale selvatico sulla carreggiata di un’autostrada, la società di gestione autostradale, titolare del potere di custodia della cosa, per vincere la presunzione di responsabilità dalla quale è gravata ex art. 2051 c.c., deve dare la prova positiva che la presenza dell’animale è stata determinata da un fatto imprevedibile e inevitabile, idoneo ad interrompere il nesso di causalità tra l’evento dannoso e la cosa in custodia, non essendo all'uopo sufficiente la dimostrazione della mera presenza di una recinzione, ancorché integra, in corrispondenza del tratto interessato dall'incidente, atteso che tale circostanza, non avendo in concreto impedito alla cosa di esplicare comunque la propria potenzialità dannosa, conferma l’inefficace esercizio dei poteri di sorveglianza su di essa.
(Cassazione Civile, 12 maggio 2017, n. 11785)
La “scarificazione dell’asfalto” non è insidia e non viene risarcita
La condotta del danneggiato, che entri in interazione con la cosa, si atteggia diversamente a seconda del grado di incidenza causale sull'evento dannoso, in applicazione, anche ufficiosa, dell'art. 1227, primo comma, cod. civ., richiedendo una valutazione che tenga conto del dovere generale di ragionevole cautela, riconducibile al principio di solidarietà espresso dall'art. 2 della Costituzione. Ne consegue che, quanto più la situazione di possibile danno è suscettibile di essere prevista e superata attraverso l'adozione da parte del danneggiato delle cautele normalmente attese e prevedibili in rapporto alle circostanze, tanto più incidente deve considerarsi l'efficienza causale del comportamento imprudente del medesimo nel dinamismo causale del danno, fino a rendere possibile che detto comportamento interrompa il nesso eziologico tra fatto ed evento dannoso, quando sia da escludere che lo stesso comportamento costituisca un'evenienza ragionevole o accettabile secondo un criterio probabilistico di regolarità causale, connotandosi, invece, per l'esclusiva efficienza causale nella produzione del sinistro.
(Cassazione Civile, 3 luglio 2018, n. 17324)
Permanenza online della notizia dell’arresto, seguito dall'assoluzione: risarcimento danni morali
Nell'ambito di una richiesta di risarcimento del danno non patrimoniale subito da un uomo per la permanenza online della notizia del suo arresto, seguito poi dalla assoluzione, l'elemento della “risalenza” nel tempo della notizia è privo di oggettività idonea a determinare una riduzione del risarcimento.
(Cassazione Civile, 27 giugno 2018, n. 16908)
Avvocato ed elenchi telefonici
In ipotesi di mancato od inesatto inserimento nell'elenco telefonico di dati afferenti ad un professionista si realizza il danno di non poter essere contattati da nuova clientela rispetto alla quale nessuna prova della perdita può essere pretesa se non in termini di possibilità e perdita di chance, suscettibile anch'essa di valutazione equitativa.
(Cassazione civile, 8 giugno 2018, n. 14916)
Risarcibilità del danno da decesso e convivenza more uxorio
Si ha convivenza "more uxorio", rilevante anche ai fini della risarcibilità del danno subito da un convivente in caso di perdita della vita dell'altro, qualora due persone siano legate da un legame affettivo stabile e duraturo, in virtù del quale abbiano spontaneamente e volontariamente assunto reciproci impegni di assistenza morale e materiale. Ai fini dell'accertamento della configurabilità della convivenza more uxorio, i requisiti della gravità, della precisione e della concordanza degli elementi presuntivi, richiesti dalla legge, devono essere ricavati in relazione al complesso degli indizi (quali, a titolo meramente esemplificativo, un progetto di vita comune, l'esistenza di un conto corrente comune, la compartecipazione di ciascuno dei conviventi alle spese familiari, la prestazione di reciproca assistenza, la coabitazione), i quali devono essere valutati non atomisticamente ma nel loro insieme e l'uno per mezzo degli altri.
(Cassazione Civile, 13 aprile 2018, n. 9178)
Liquidazione integrale del danno = (danno risarcibile) – (indennità assicurativa)
Il danno da fatto illecito deve essere liquidato sottraendo dall'ammontare del danno risarcibile l'importo dell'indennità assicurativa derivante da assicurazione contro i danni che il danneggiato-assicurato abbia riscosso in conseguenza di quel fatto.
(Cassazione Sez. Un. Civili, 22 maggio 2018, n. 12565)