Estinzione di società di persone e successione dei soci
L’estinzione di una società di persone comporta la successione illimitata dei soci nei rapporti obbligatori facenti capo all’ente, compresi i debiti tributari e previdenziali: deve ritenersi valida la notifica di atti impositivi effettuata a mani di uno dei soci della società in nome collettivo dopo la sua estinzione.
Quanto alla successione dei soci, nelle società in nome collettivo tutti i soci rispondono illimitatamente delle obbligazioni sociali, ex art. 2291 c.c., nei confronti dei terzi, salvo patto contrario.
(Tribunale di Milano, Sez. Specializzata, 18 dicembre 2018)
Cancellazione della cancellazione se il bilancio finale è falso
Deve disporsi la cancellazione della cancellazione di società di capitali dal registro delle imprese quando il bilancio finale non è riconducibile allo schema legale tipico di tale documento contabile (nella specie, per mancata indicazione di crediti ancora da riscuotere, in contrasto con dati ricavabili dallo stesso registro delle imprese).
(Tribunale di Milano, decreto 28 novembre 2018)
Responsabilità penale dell’amministratore di fatto
In tema di reati fallimentari, il soggetto che, ai sensi dell’art. 2639 c.c., assume la qualifica di amministratore di fatto della società fallita risponde al pari dell’amministratore di diritto, al di là delle mere qualifiche formali, anche nel caso di colpevole e consapevole inerzia a fronte di condotte illecite di quest’ultimo. La posizione dell’amministratore di fatto va determinata con riferimento alle disposizioni civilistiche.
(Cassazione Penale, 19 dicembre 2018, n. 57419)
Responsabilità degli amministratori tra danno alla società e danno al singolo socio
Nel caso in cui venga esercitata da un socio di una s.r.l. l’azione sociale di responsabilità prevista dal 2° comma dell’art. 2476 c.c., ove venga raggiunta la prova dell’occultamento di proventi maturati in favore della società, sussiste la responsabilità degli amministratori per grave inadempimento ai propri obblighi.
Se dunque la società può chiedere all'amministratore infedele il risarcimento del danno provocato da detta condotta, non può parlarsi di danno immediato e diretto al socio ai sensi dell’art. 2476, comma 6, c.c., quando esso rappresenti solo il riflesso di quello arrecato al patrimonio sociale.
Ai sensi dell’art. 2476, comma 4, c.c., la società deve rimborsare le spese di giudizio al socio che ha proposto la domanda risarcitoria, fatto salvo il diritto di regresso nei confronti degli amministratori.
(Tribunale di Venezia, 4 luglio 2018)
Eterodirezione o super-società di fatto
L’accertamento dell’esistenza della c.d. super società di fatto deve essere rigoroso ed avere ad oggetto il perseguimento, da parte delle singole società che la dovrebbero comporre, del comune interesse sociale, ipotesi, questa, che non ricorre dunque laddove le singole società abbiano operato in tempi diversi e non contemporaneamente, così che si possa piuttosto parlare di eterodirezione o di scorretta e abusiva gestione nell'ambito di un gruppo societario riconducibile ad un unico soggetto.
(Tribunale di Prato, 1 agosto 2018)
L’azione del socio per danno da perdita della quota
Ove il socio agisca in giudizio per ottenere il risarcimento di danni, come la perdita di valore della sua quota di partecipazione sociale, quale riflesso patrimoniale ascrivibile al comportamento colposo dell’amministratore, indipendentemente dalla fondatezza della richiesta, non può formularsi domanda ai sensi dell’art. 2476, comma 6, c.c., poiché tale rimedio è esperibile solo ove sia stata dedotta l’esistenza di un danno direttamente subito e non anche di un danno patrimoniale indiretto.
(Tribunale di Roma, sezione impresa, 22 ottobre 2018, n. 20164)
Onere di attivazione dell’indirizzo pubblico informatico
Ogni imprenditore iscritto al registro delle imprese è tenuto a dotarsi di indirizzo PEC e ha l’obbligo di attivarlo, tenerlo operativo e rinnovarlo nel tempo dal momento di iscrizione al registro stesso e fino ai 12 mesi successivi all'eventuale cancellazione.
(Cassazione Civile, ordinanza, 26 novembre 2018, n. 30532)
Deducibilità della vettura aziendale
Per la deducibilità integrale delle vetture aziendali non è sufficiente che il bene sia semplicemente strumentale, come nella specie, essendo altresì richiesto che la presenza dell'autoveicolo sia indispensabile ed esclusivamente utilizzato per lo svolgimento dell'attività d'impresa.
(Cassazione Civile, 30 novembre 2018, n. 31031)
Amministratore privo di deleghe e bancarotta fraudolenta
In tema di responsabilità degli amministratori, perché si configuri il concorso nella bancarotta fraudolenta per omesso impedimento dell’amministratore privo di deleghe, è necessaria la prova della sua concreta conoscenza del fatto pregiudizievole per la società o, quanto meno, di "segnali di allarme" inequivocabili, dai quali è desumibile l'accettazione del rischio del verificarsi dell'evento illecito, nonché della volontaria omissione di attivarsi per scongiurarlo.
(Cassazione Penale, SSUU, 7 settembre 2018, n. 40152)
Responsabile il liquidatore che non agisce per la riscossione dei crediti
I soci di una s.a.s. possono agire nei confronti del liquidatore per il risarcimento del danno subito a seguito dell’inerzia nel recupero dei crediti sociali, incombendo sul liquidatore l’onere di dimostrare di aver adempiuto ai doveri inerenti la gestione liquidatoria della società.
(Tribunale di Genova, 30 maggio 2018, n. 1542)